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Azitromicina: l’AIFA non lo raccomanda per il trattamento del Covid

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La rubrica OK Salute e Benessere, condotta dalla giornalista Chiara Caretoni, va in onda tutti i giorni alle ore 11 sul Circuito Nazionale Radiofonico (CNR) e su Radio LatteMiele. Per entrare in contatto con la redazione radiofonica scrivi a: radio@ok-salute.it.

Le scorte di Azitromicina sono finite dappertutto: l’antibiotico autorizzato per il trattamento di infezioni delle alte e basse vie respiratorie, infezioni odontostomatologiche, infezioni della cute e dei tessuti molli, uretriti non gonococciche e ulcere molli, è diventato davvero introvabile.

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Azitromicina introvabile: il motivo

È uno dei farmaci prescritti dai medici di famiglia, ma non solo, per la terapia domiciliare del Covid, forse un po’ impropriamente visto che in seguito alla divulgazione della notizia, l’AIFA ha precisato che l’azitromicina e nessun antibiotico in generale è approvato né tantomeno raccomandato per il trattamento del Covid-19.

Gli studi clinici

Come ampiamente dimostrato da numerosi e ben condotti studi clinici pubblicati sulle migliori riviste internazionali, non vi è alcuna evidenza che l’utilizzo dell’azitromicina abbia un effetto protettivo sulla evoluzione di Covid-19, né in termini di riduzione della trasmissione, né dei tempi di guarigione o della mortalità. Esistono evidenze chiare e inequivocabili per non utilizzare più in alcun modo azitromicina o altri antibiotici, nel trattamento dell’infezione suddetta. Si ricorda che gli antibiotici non sono efficaci per il trattamento di nessuna infezione virale, inclusa l’influenza stagionale. L’AIFA aggiunge che l’uso indiscriminato dell’Azitromicina o di ogni altro antibiotico, oltre a non avere alcun fondamento scientifico, espone al duplice rischio di creare condizioni di carenza di antibiotici per i soggetti che ne abbiano effettivamente bisogno per trattare infezioni batteriche e di aumentare il rischio di sviluppo e diffusione di batteri resistenti agli antibiotici. A questo proposito l’AIFA chiarisce che dalle ricerche effettuate, la carenza attuale non deriva da esportazioni o altre anomali distributive, ma dalla prescrizione del farmaco al di fuori delle indicazioni previste.

L’Agenzia richiama tutti i prescrittori e cittadini alla responsabilità di usare le terapie antibiotiche solo ove indicate.

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