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Maurizio: «Il sacchetto sulla pancia non mi impedisce di fare una vita “normale”»

Maurizio Grandi, 47 anni, vive a Paullo, in provincia di Milano, e lavora come contabile. Quattro anni fa ha subito una colostomia per un tumore raro, lo pseudomixoma peritonei.

Ho scoperto di avere un tumore raro nell’addome

Ero appena tornato da una vacanza in Sardegna, nel 2012, quando ho iniziato a soffrire di bruciori di stomaco e irregolarità intestinale. Mi sono sottoposto a diversi esami che facevano pensare a una gastrite cronica, ma con il passare dei mesi i sintomi sono peggiorati. Avevo una stanchezza tale da non permettermi di svolgere le normali attività quotidiane, così ho approfondito gli esami diagnostici e ho ricevuto il duro verdetto: pseudomixoma peritonei in stato avanzato, ovvero un tumore raro nell’addome. Era necessario un intervento urgente, molto complesso per durata, rischi e conseguenze. Inoltre, poteva non essere risolutivo, perché c’era la possibilità di dovermi sottoporre successivamente a terapie molto invasive. La prima reazione è stata di sconcerto: prima della scoperta della malattia conducevo uno stile di vita sano e attivo, non avevo mai avuto problemi di salute, e improvvisamente ero terrorizzato dall’idea di non sapere se sarei guarito e quanto tempo mi sarebbe rimasto da vivere.

Gruppo San Donato

Ammortizzato il colpo, ho reagito aggrappandomi con tutte le mie forze a questa vita, soprattutto per la sofferenza che ho visto negli occhi di mia mamma: non volevo darle il dolore di lasciarmi andare. Il primo intervento è durato circa 12 ore, con l’asportazione degli organi colpiti dalla malattia e con chemioterapia intraoperatoria, poi sono rimasto quasi un mese in ospedale, tra due giorni di rianimazione, una settimana di terapia intensiva e circa due settimane di ricovero in reparto. Sono stato dimesso con 17 chili di peso in meno e con due sacchetti sull’addome in più: una colostomia sinistra e una ileostomia destra. Non è stato affatto facile accettare la mia nuova condizione, ma dopo circa due settimane sono tornato in ufficio, volevo sentirmi una persona normale. Purtroppo negli anni la malattia si è ripresentata più volte e ho subito diverse altre operazioni, affrontando altri cicli di chemioterapia, finché nel 2018 i medici dell’ospedale in cui ero ricoverato per effetti collaterali della chemio mi dissero che non si poteva fare più nulla né a livello terapeutico né chirurgico, dimettendomi con l’attivazione dell’assistenza domiciliare.

Ho vinto la malattia con una eviscerazione pelvica completa

Non mi sono arreso: sono entrato in contatto con Roberto Biffi dello IEO a Milano, che mi ha proposto un’operazione risolutiva, con eviscerazione pelvica completa e rimozione totale della malattia, vista la mia giovane età. L’intervento sarebbe stato altamente rischioso, sia per la possibilità di non superarlo, sia per tutte le conseguenze fisiche che avrebbe lasciato, in particolare per la nuova vescica (con rischio di incontinenza a causa della completa assenza di stimolo) e una colostomia sinistra che avrebbe comportato il dover portare un sacchetto contenitivo sull’addome per tutta la vita. In cambio, c’era la possibilità di liberarmi una volta per tutte da questa brutta malattia che per anni mi aveva afflitto. Pur di riprendermi la mia vita, ho chiesto di essere messo subito in lista. È stata abbastanza dura, ma, una volta dimesso dopo l’operazione, sono stato messo in contatto con una stomaterapista fantastica, Antonia, che mi ha fornito preziosi consigli per la gestione della stomia, l’alimentazione e gli esercizi da fare a casa per raggiungere i migliori risultati. E poi, mi ha aiutato per la gestione della neovescica: oggi ho raggiunto una normalità tale da lasciare increduli anche i medici.

La mia vita con la stomia

Ringrazio la famiglia, gli amici, i colleghi e tutti i medici che mi hanno accompagnato con tanta dedizione e umanità. Ora conduco una vita normale, lavoro, mangio tutto con moderazione, faccio sport (sono tornato sulla tavola da snowboard!), vado al mare e mi immergo per lunghi bagni, faccio gite con amici, esco la sera. Mi piacerebbe portare la mia testimonianza a più persone possibile per aiutare chiunque si trovi a vivere situazioni simili alla mia e per questo motivo sono felice di aver raccontato la mia storia lo scorso novembre in occasione di Great Comebacks, un evento importante per noi pazienti organizzato da ConvaTec l’azienda produttrice di dispositivi medici per la gestione della stomia, per imparare a spostare l’attenzione dalla malattia a tutto quello che invece si può continuare a fare, nonostante la malattia, con una nuova consapevolezza di vita.

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