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Matilde Gioli: «Congelo gli ovociti oggi per regalarmi un figlio domani»

Oltre a pensare al suo futuro, l'attrice si impegna a diffondere la conoscenza (ancora oggi scarsissima in Italia) sulla crioconservazione dei gameti per preservare la fertilità femminile

FOTO: ADOLFO FRANZÒ – STYLING: EP SUITE19 – LOOK: FEDERICA TOSI – MAKE UP: RAFFAELE SCHIOPPO @SIMONEBELLIAGENCY

Matilde Gioli, 32 anni, è protagonista del film 4 Metà, dal 5 gennaio su Netflix, ed è nel cast di Doc – Nelle tue mani, fiction alla seconda stagione dal 13 gennaio su Rai Uno. L’attrice è molto impegnata nel sociale: lo scorso ottobre è stata il volto di LILT for Women – Campagna Nastro Rosa, la storica iniziativa LILT per la prevenzione del tumore al seno, mentre il 22 settembre, in occasione del Fertility Day, è stata testimonial di Ferty Check, iniziativa di sensibilizzazione sulla preservazione della fertilità, promossa dal gruppo GeneraLife. A OK Salute e Benessere racconta di come lei stessa abbia iniziato a tutelare la sua fertilità futura.

Gruppo San Donato

Ho iniziato a tutelare la mia fertilità futura

Oggi il regalo più bello che possa farmi è la possibilità di avere un figlio domani. Sebbene voglia sentirmi libera di dedicare anima e corpo al lavoro ancora per qualche anno, non nascondo di aver iniziato ad avvertire il ticchettio di quel famoso orologio biologico del quale ho sempre sentito parlare. So che per molte donne è particolarmente difficile esprimere apertamente la necessità di crescere professionalmente prima di intraprendere una gravidanza. Purtroppo, nonostante i progressi raggiunti dalla nostra società, ancora oggi sopravvive una mentalità che taccia di egoismo chi, superati i 30 anni, decide di mettere in stand-by l’argomento «maternità» per concentrarsi sulla carriera. È vero, una cosa non esclude l’altra, ma proviamo a essere onesti: in molti casi la donna è costretta a scegliere, in molti altri è lei a volerlo fare, avendone tutto il diritto.

Come se non bastasse, poi, ai pregiudizi di qualcuno si aggiunge spesso anche un conflitto interiore, già di per sé duro da digerire, che da un lato ti suggerisce di continuare a dare luogo alle tue aspirazioni, ma dall’altro non risparmia di ricordarti quanto le lancette del tempo scorrano inesorabili, malgrado la tua giovane (almeno anagraficamente) età. Ecco, io a 32 anni ho iniziato a fare i conti con il fatto che la riserva ovarica di una donna diminuisce con il passare del tempo e che più si procrastina e minori sono le probabilità di rimanere incinta. E proprio perché ho acquisito questa consapevolezza e voglio darmi anche solo una possibilità in più, oggi (ma in realtà già da tempo) ho iniziato a tutelare la mia fertilità futura.

Ho scoperto che esiste il social eggs freezing, cioè la crioconservazione degli ovociti

Grazie ad amici medici, coi quali ho avuto il piacere di confrontarmi, sono venuta a conoscenza del social eggs freezing, cioè la crioconservazione degli ovociti. Si tratta di un percorso nato per preservare la salute riproduttiva delle pazienti oncologiche che devono intraprendere terapie che possono compromettere anche irreversibilmente la possibilità di avere un figlio. Oggi in Italia, proprio come accade già da tempo negli Stati Uniti, in Spagna e nel Regno Unito, dove l’attenzione verso questo tema è molto alta, si può ricorrere alla crioconservazione anche per motivi personali, non solo medici. È una procedura che consente di congelare i gameti femminili, fermandone l’invecchiamento, per poi utilizzarli più avanti nel tempo, qualora dovessero insorgere difficoltà nel concepimento naturale. Sono convinta si tratti di un’opzione molto valida per tutte le donne che, per motivi diversi, vogliono rimandare il momento in cui provare ad avere un bambino, eppure nel nostro Paese c’è ancora una carenza abissale di informazioni sull’argomento.

Dopo aver accettato nei mesi scorsi la proposta di diventare portavoce di Ferty Check, preziosissima iniziativa di sensibilizzazione sulla preservazione della fertilità, mi sono resa conto non solo di quante donne non sappiano cosa sia la crioconservazione degli ovociti, ma anche di quanti specialisti non parlino della salvaguardia della capacità riproduttiva con le proprie pazienti. Mi piacerebbe, invece, che ci fossero più campagne come questa, in modo che pian piano si possa diffondere una cultura della tutela della fertilità, le donne siano più consapevoli in merito alle opzioni che la scienza mette loro a disposizione e che tabù e pregiudizi, ancora insiti nella nostra società, possano man mano sgretolarsi.

Voglio intraprendere questo percorso

Il tema mi sta tanto a cuore da aver deciso di intraprendere io stessa questo percorso. Mi sottoporrò, infatti, a una visita ginecologica e a esani specifici per determinare lo stato di salute del mio corpo. Con in mano i risultati, il medico mi dirà se sono o meno idonea alla crioconservazione. Prendendo parte a questo progetto come testimonial, ho avuto l’opportunità di discutere del tema anche con diversi specialisti, scoprendo che esiste sì l’opportunità del social eggs freezing, ma per preservare la propria salute riproduttiva ogni donna dovrebbe anche adottare stili di vita sani, indicativamente già dieci anni prima di pensare a una gravidanza.

Curo l’alimentazione, anche se con il mio lavoro non è facile

Dal canto mio, sto provando a mettere in pratica i buoni consigli ricevuti in quella circostanza, che sono alla portata di tutti e non comportano grandi stravolgimenti nella propria vita. Felice dell’educazione alimentare che mi è stata data da mamma e papà, cerco di seguire il modello della dieta mediterranea, scegliendo cibi di stagione, variando il più possibile, limitando le porzioni e moderando le quantità di alcol. Ammetto, però, che con la mia professione – che mi porta a trascorrere tante ore sul set e a stare molto tempo fuori casa – non sempre si riesce a mantenere un certo rigore e, peggio ancora, a tenere alla larga qualche sgarro.

Mi dedico all’equitazione e, cosa ancor più importante, ho smesso di fumare

Mi sforzo anche di praticare esercizio fisico costante. Anzi, dire che mi sforzo è sbagliato, perché per me fare sport è sempre stato solo un piacere, mai un’imposizione, e anche questo lo devo ai miei genitori, che hanno sempre dato grande importanza al benessere psicofisico attraverso un sano movimento. Dopo aver praticato ginnastica ritmica e nuoto sincronizzato, oggi preferisco dedicarmi all’equitazione – quando non sto girando un film destino anche 4-5 ore al giorno all’allenamento con Fuego, il mio cavallo – ai circuiti funzionali ad alta intensità, al workout casalingo e, quando posso, alle passeggiate e alle pedalate in montagna. Infine, e questo credo sia uno dei messaggi più importanti, ho smesso di fumare. Me lo sono imposta, perché so che non è mai troppo tardi per dire basta alle sigarette. E sapete una cosa? Non ne sento la mancanza, anzi, per me è stata una vera liberazione.

Insomma, dalle nuove procedure mediche ai piccoli gesti e cambiamenti quotidiani: gli strumenti per tutelare la salute femminile non mancano. Bisogna solo iniziare a stimolare la conoscenza e il confronto sulle numerose opportunità di conservare più a lungo la capacità riproduttiva di una donna, liberi da tabù e preconcetti.

Matilde Gioli

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Chiara Caretoni

Giornalista pubblicista, lavora come redattrice per OK Salute e Benessere dal 2015 e dal 2021 è coordinatrice editoriale della redazione digital. È laureata in Lettere Moderne e in Filologia Moderna all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha accumulato diverse esperienze lavorative tra carta stampata, web e tv, e attualmente conduce anche una rubrica quotidiana di salute su Radio LatteMiele e sul Circuito Nazionale Radiofonico (CNR). Nel 2018 vince il XIV Premio Giornalistico SOI – Società Oftalmologica Italiana, nel 2021 porta a casa la seconda edizione del Premio Giornalistico Umberto Rosa, istituito da Confindustria Dispositivi Medici e, infine, nel 2022 vince il Premio "Tabacco e Salute", istituito da SITAB e Fondazione Umberto Veronesi.
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