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L’insonnia è una vera e propria patologia

L’insonnia interessa non soltanto il riposo notturno ma anche il funzionamento diurno, con un impatto rilevante sulla qualità di vita del paziente, compromettendo lavoro, studio, vita sociale e di relazione. Significativo anche l’impatto economico dell’insonnia in quanto è una delle principali cause di assenteismo e di riduzione della produttività sul lavoro: oltre l’1% del PIL annuale in costi diretti e indiretti.

L’insonnia è una vera e propria patologia

L’insonnia, nonostante i suoi effetti negativi sulla salute delle persone colpite, rimane una patologia sottostimata, sottodiagnosticata e sottotrattata: i pazienti spesso la interpretano come un sintomo e si affidano al fai-da-te o al passaparola prima di ricorrere a un medico. A tutto questo contribuisce anche la propensione di molti media a considerare l’insonnia come un problema legato al benessere, allo stile di vita e alle cattive abitudini e non una vera e propria patologia. «L’insonnia è caratterizzata da una predominante insoddisfazione del soggetto riguardo alla quantità o alla qualità del sonno. La difficoltà a prendere sonno è sicuramente la situazione più frequente (circa il 44% dei casi). Tra i fattori di rischio: il genere femminile, l’età avanzata, le sindromi dolorose, la depressione, lo status socio-economico basso, la cattiva salute e l’utilizzo di apparecchi elettronici e la lettura a letto» avverte Luigi Ferini-Strambi, Professore Ordinario di Neurologia Università Vita-Salute di Milano, Direttore Centro di Medicina del Sonno IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.

Gruppo San Donato

Donne, il genere più colpito

Le donne hanno una probabilità 1,41 volte maggiore rispetto agli uomini di soffrirne, specie nelle varie fasi del ciclo riproduttivo e della vita, come la menopausa. Inoltre l’insonnia tende a persistere maggiormente nelle donne rispetto agli uomini e incrementa con l’età per un rapporto di 3:1 dopo la menopausa. «La donna ha un rischio maggiore di insonnia in relazione alle varie epoche del suo ciclo riproduttivo» sottolinea Rosalia Silvestri, Responsabile del Centro di Medicina del Sonno UOSD Neurofisiopatologia e Disordini del Movimento, AOU Messina, Professore Associato in Neurologia, Dipartimento di Neuroscienze e Neurochirurgia, Università di Messina. «La disuguaglianza tra i due sessi e l’incremento in specifiche epoche del ciclo riproduttivo sarebbero verosimilmente il risultato di repentini cambiamenti a carico degli ormoni sessuali femminili che influenzano la neurotrasmissione e la plasticità cerebrale».

Il ruolo del neurotrasmettitore orexina

Il ciclo sonno-veglia è un processo complesso in cui la veglia e il sonno vengono attivati e disattivati da sistemi in un rapporto reciproco. È stato necessario oltre un ventennio di ricerca per riuscire a comprendere almeno in parte, il ruolo e la funzione dei neurotrasmettitori nel ciclo sonno-veglia tra cui quella dell’orexina, un neurotrasmettitore ipotalamico importante nella regolazione del ritmo sonno-veglia. Sul fronte della ricerca recentemente la Commissione Europea (CE) ha concesso l’autorizzazione all’immissione in commercio a daridorexant, il primo antagonista doppio del recettore dell’orexina in Europa per il trattamento di pazienti adulti con insonnia cronica e una compromissione della funzionalità diurna. Daridorexant utilizza un innovativo meccanismo d’azione mirato a ridurre la veglia iperattiva nell’insonnia.

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