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In vacanza giocando s’impara

I compiti? Un vero incubo per i ragazzi e per i genitori. Il trucco per farli svolgere senza troppi drammi è trasformarli in giochi.
Ecco qualche consiglio pubblicato su La Stampa.

a) Con la scrittura creativa, ovvero storie inventate, canzoncine e filastrocche. Si possono così ripassare l’italiano, la geografia e persino le tabelline,
b) Le passeggiate nei boschi, le raccolte di pietre e foglie incentivano la curiosità per la botanica e la biologia più di un libro.
c) Una giornata di pioggia può essere utilizzata per fare qualche esperimento pratico di fisica o chimica. Oppure per costruire in casa il metro, il decametro con una cordicella. Così si imparano le unità di misura.
d) Calcolare l’altezza di un albero o di una roccia sviluppa l’abilità matematica e annoia meno che decine di operazioni.
e) Se si fanno escursioni il diario o la scrittura di un resoconto personale possono essere passatempi non sgraditi.
f) Un articolo commento redatto dallo studente in viaggio su un opera d’arte, un monumento o una città visitata rimane molto più impresso di tanti capitoli sui manuali di storia o di storia dell’arte.
g) I genitori devono stare vicini ai ragazzi, specie i più giovani perché non abbiano l’impressione di essere lasciati soli. Possono intervenire sollecitando giochi di parole o mappe concettuali. E a un certo punto dicano Stop: compiti ed esercizi devono essere brevi.

Gruppo San Donato

Fonte La Stampa

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