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HIV: l’arte ne racconta i 40 anni

Cosa vuol dire vivere oggi con l’HIV attraverso i vissuti dei protagonisti: stigma, paura della diagnosi, accettazione di una terapia per tutta la vita, il successo delle terapie, la gioia di poter invecchiare nonostante il virus e il raggiungimento di una buona qualità di vita. Sono i temi della campagna di sensibilizzazione sull’HIV “Together we can stop the virus”, giunta alla sua terza edizione, e le opere realizzate sono il frutto di una collaborazione tra i rappresentati delle associazioni di pazienti e artisti che hanno dato un’identità visiva, emozionale e concettuale a ogni opera.

HIV: l’arte ne racconta i 40 anni

Quest’anno è stata lanciata da Gilead una Call4Artists con un obiettivo ben preciso: contribuire a creare consapevolezza intorno al tema dell’HIV e scovare i nuovi talenti che ne racconteranno i suoi 40 anni nell’edizione 2021 del progetto, facendosi guidare in questo percorso dalle suggestioni delle associazioni di pazienti, dalle case studies sugli artisti che per primi, a partire dagli anni ’90, hanno raccontato la malattia, quando era un tabù, quando faceva veramente paura.

Gruppo San Donato

La giuria, formata da esperti del settore e dalle associazioni di pazienti, ha avuto l’arduo compito di selezionare i 5 vincitori tra le oltre 40 candidature pervenute. Tra i premi per i vincitori una Residenza Artistica, ovvero una formazione tecnica, teorica e pratica sul linguaggio della realtà aumentata, con focus in ambito artistico, nonché formazione sull’arte contemporanea e sul contesto scientifico dell’HIV. Un piccolo laboratorio creativo dove far fiorire idee unendo mondi anche molto distanti. L’obiettivo del progetto è creare la prima mostra permanente sull’HIV che ogni anno possa arricchirsi di nuovi contributi artistici.

L’arte entra in contatto con un tema così importante

«Nella storia dell’arte contemporanea l’Italia ha un ritardo nell’idea di usare l’arte come strumento di sensibilizzazione a importanti temi sociali. In particolare il tema dell’AIDS, che per esempio in America ha una lunga tradizione di attivismo e anche di rappresentanza nei musei, in Italia ha visto pochissimi lavori. Per cui il progetto “Together we can stop the virus” è stata l’occasione di mettere in contatto l’arte contemporanea con un tema così importante» afferma Ilaria Bonacossa, Direttrice di Artissima, prima Fiera di Arte Contemporanea e curatrice artistica del progetto. «L’arte, non utilizzando le parole ma solo le immagini, ha il potere di andare a colpire direttamente l’emotività delle persone trasmettendo messaggi anche molto profondi. Progetti artistici di questo tipo hanno sicuramente un futuro e la capacità di rendere in qualche modo il mondo migliore».

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