
L’emicrania non è solo un semplice mal di testa. Si tratta di una vera e propria malattia neurologica complessa, che coinvolge nervi, neurotrasmettitori e vasi sanguigni cerebrali. Solo negli ultimi decenni la scienza ha iniziato a comprenderla meglio, e questo ha rivoluzionato anche l’approccio terapeutico. Per anni, infatti, veniva trattata quasi esclusivamente con i FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei), che risultavano solo parzialmente efficaci, perché agivano in modo generico sull’infiammazione.
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Cura emicrania: cosa cambia con le nuove linee guida terapeutiche
Oggi la cura dell’emicrania si basa su conoscenze molto più avanzate. Sono disponibili numerosi farmaci specifici, anche per la prevenzione degli attacchi. Per aiutare i medici a orientarsi tra tutte le opzioni terapeutiche, la Società Italiana per lo Studio delle Cefalee (SISC) e la International Headache Society (IHS) hanno pubblicato le prime linee guida internazionali per il trattamento dell’emicrania. Un documento innovativo, che rappresenta un riferimento scientifico e clinico per neurologi e medici di medicina generale.
«Disporre di linee guida costruite su basi rigorose e condivise a livello globale è fondamentale per garantire terapie efficaci e sicure», spiega la professoressa Marina de Tommaso, presidente della SISC e neurologa all’Università di Bari. «È anche un punto di riferimento per le istituzioni, che potranno garantire l’accesso alle cure migliori con criteri di rimborsabilità aggiornati».
Cura emicrania: un documento scientifico globale
Le nuove linee guida sull’emicrania sono state pubblicate sulla rivista Cephalalgia e si compongono di due testi:
- Un documento tecnico di oltre 400 pagine con l’analisi approfondita delle evidenze scientifiche.
- Una versione pratica, sintetica e operativa, pensata per l’uso quotidiano da parte di specialisti e medici di famiglia.
L’iniziativa è partita dalla SISC e ha visto il coinvolgimento della IHS, la principale società scientifica mondiale in ambito cefalee. Tra le autrici, la professoressa Simona Sacco, neurologa dell’Università dell’Aquila, che ha coordinato i lavori.
«Questo lavoro è frutto di mesi di confronto tra i maggiori esperti internazionali. Offriamo ora uno strumento aggiornato per migliorare la qualità della vita dei pazienti», dichiara Sacco.
Quanti italiani soffrono di emicrania?
L’emicrania colpisce circa il 14% della popolazione mondiale. In Italia si stimano oltre 8 milioni di persone, due su tre donne. Fino a qualche decennio fa, il trattamento si limitava ai comuni analgesici, spesso con risultati modesti e rischi associati:
- Effetto rebound (il dolore ritorna alla fine dell’effetto del farmaco)
- Rischio di cronicizzazione
- Danni a stomaco e cuore in caso di uso prolungato
Dai triptani ai gepanti: l’evoluzione dei farmaci contro l’emicrania
A partire dagli anni ‘90, sono arrivati i primi farmaci specifici contro l’emicrania, come i triptani, che agivano su recettori della serotonina. Negli ultimi anni si è assistito a un vero salto di qualità, con:
- Ditani, ancora più selettivi e con meno effetti collaterali
- Gepanti, che bloccano l’azione del CGRP, un peptide chiave nella trasmissione del dolore emicranico
- Anticorpi monoclonali che prevengono gli attacchi agendo sul CGRP o sul suo recettore
- Tossina botulinica, efficace contro l’emicrania cronica per la sua azione sui nervi che producono CGRP
Nuove prospettive: terapie mirate e approccio personalizzato
«Oggi non possiamo ancora eliminare del tutto l’emicrania in ogni paziente – spiega il professor Innocenzo Rainero, neurologo dell’Università di Torino e presidente eletto della SISC – ma grazie alle nuove terapie possiamo ridurre notevolmente frequenza e intensità degli attacchi, migliorando la qualità della vita».
Quando è consigliato rivolgersi al medico? Se gli attacchi superano i 5 al mese, è fondamentale consultare un neurologo esperto in cefalee o uno dei 75 Centri Cefalee SISC presenti sul territorio italiano. Anche il medico di base resta una figura chiave per la diagnosi iniziale e la gestione delle forme lievi.
I nuovi criteri AIFA per i farmaci contro l’emicrania
Grazie anche all’impegno della SISC e della SIN (Società Italiana di Neurologia), l’AIFA ha aggiornato i criteri di prescrivibilità per i nuovi farmaci:
- Eliminato l’obbligo di sospensione dopo un anno di trattamento
- Consentita l’associazione con tossina botulinica nei casi di emicrania cronica
Questo permette un trattamento più personalizzato e flessibile, con benefici evidenti per i pazienti più resistenti alle cure tradizionali.
Terapie non farmacologiche: un supporto fondamentale
Accanto ai farmaci, si stanno affermando anche strategie non farmacologiche efficaci, soprattutto nei casi resistenti:
- Attività fisica adattata
- Tecniche di rilassamento e mindfulness
- Stimolazione cerebrale non invasiva