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Micaela Ramazzotti: tonsille in fiamme, un “vaccino” ha funzionato

«Tonsillite e febbroni sia d'inverno che d'estate, ho risolto con i lisati batterici»

«La gola in fiamme sia d’inverno che d’estate», racconta Micaela Ramazzotti. «Sono andata avanti per anni a forza di antibiotici. I medici consigliavano l’intervento per togliere le tonsille, ma io non ho voluto. Ha funzionato un vaccino a base di lisati batterici».
Ecco la confessione dell’attrice a OK e a seguire un approfondimento sui lisati batterici come cura alla tonsillite.

Micaela Ramazzotti: febbre alta e tonsille in fiamme

«L’ultima volta è stata nell’estate del 2008. Antonio Albanese mi guardava e rideva. “Michi, che ti prende? Oggi sudi come un muratore!”. Era seduto di fianco a me che guidavo, impacciata e tesissima, una Rolls Royce nell’ultima scena di Una questione di cuore. Lui scherzava, ma io mi sentivo a un passo dal tirare le cuoia.
Era il 3 agosto e avevo 39 di febbre, le tonsille in fiamme e c’era ancora un ciak prima di chiudere le riprese. Era tornata a trovarmi la mia compagna inseparabile, il mio tallone d’Achille, il mio tormento: la tonsillite. Ah, c’è mancato poco che mi decidessi a farmi operare, dopo un exploit così violento in piena estate.

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Come due meloni pronti a esplodere

Non venitemi a dire che il mal di gola è una cosa da bambini. Io ho iniziato a 16, 17 anni. Il menù classico dell’inverno era influenza o raffreddore. E poi, quando mi sembrava di stare meglio, eccola, pronta all’assalto, la tonsillite.
Il mal di gola e le placche se ne andavano solo con dosi massicce di antibiotici. Sono andata avanti così, almeno un paio di tonsilliti per stagione fredda, tanta amoxicillina, tanta pazienza.
A 20 anni, per lavoro, mi sono trasferita qualche mese a Torino. Giravamo d’inverno, fuori un gelo che a Roma ce lo sogniamo. Il risultato? Tonsilliti furiose, una dietro l’altra. Anche se non compariva il febbrone, avevo come due meloni pronti a esplodere in gola, e finii per ingozzarmi di compresse nel tentativo di stare in piedi per recitare. Manco a dirlo, l’infezione non passava.

Tornai a Roma a farmi visitare da un otorinolaringoiatra che aveva le idee molto chiare. Si doveva operare: tonsillectomia e tutti i miei guai sarebbero finiti. Certo, l’idea di mangiare solo gelati per i giorni successivi all’intervento non mi dispiaceva, eppure avevo paura. Si trattava pur sempre di anestesia generale, con qualche rischio di emorragia.

Micaela Ramazzotti: per la mia “vociaccia” roca ho chiuso con le sigarette

Ma, soprattutto, se la natura ci ha dotati di queste benedette tonsille ci sarà pure un motivo. Che siano una difesa per l’organismo e non un veicolo per tutti i batteri dell’aria che respiro, be’, ne ero convinta, magari sbagliando.
A quel tempo fumavo qualche sigaretta. Ma ho smesso quando, passato l’ennesimo attacco di mal di gola, dopo un tiro la voce mi salutò: dovevo andare in scena ed ero praticamente muta. Fu il mio addio al tabacco.
Di mio ho già una vociaccia roca che la mattina presto sembro un bluesman della Louisiana, con il fumo rischio l’afonia totale. A settembre dell’anno successivo chiamai l’otorino e gli chiesi un consiglio su come affrontare la stagione fredda. “Se proprio dell’operazione non vuole sentire parlare, signorina, le consiglio un vaccino terapeutico”, mi disse.

Dopo la cura, per un po’ senza problemi

In pratica, dieci pastiglie da prendere i primi giorni del mese per tre mesi consecutivi. Funzionò: dopo anni, passai il primo inverno senza infiammazioni. Al mattino, davanti allo specchio, prima il mascara sulle ciglia, poi buttavo un occhio alla gola. Non mi faceva male, non era gonfia né rossa. Un miracolo.
Già, peccato che l’anno successivo bastò non seguire i tre mesi di terapia per ricadere nell’incubo. Ancora quel pizzicorino e le tonsille turgide e arrossate. Insomma, da buttare. Come se non bastasse, ora ho preso ad ammalarmi d’estate. Provate voi a girare con il febbrone da cavallo quando fuori ci sono 40 gradi.
Come nell’ultimo giorno di riprese del film. Che sia stata anche colpa di un abbassamento delle difese immunitarie dovuto alla fine del lavoro non ci piove. Però quando quella notte mi sono svegliata con un drago in mezzo al collo, la febbre che stringeva i muscoli delle gambe e le tempie che pulsavano, ho provato sgomento e rabbia per me stessa e per le mie fissazioni da fifona: magari, se mi fossi fatta operare… Ma mi sa che deve ancora nascere il medico che riuscirà a convincermi».

Micaela Ramazzotti

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