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Luigi De Magistris: sono allergico ai Fans

Il sindaco di Napoli racconta a OK di essere intollerante ad Aspirina & co. E di aver rischiato grosso, da piccolo, per una pastiglia contro la febbre

Il nemico numero uno del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris? I Fans, quei farmaci che alleviano mal di testa e mal di schiena. L’ex magistrato è allergico ad Aspirina & co. Ecco la sua confessione su OK di ottobre 2011.

«Per fortuna, godo di una salute di ferro e di una grandissima resistenza alla fatica. Dormo solo quattro ore a notte, ne lavoro 16 e sto benissimo. Ma qualche nemico ce l’ho: i Fans. L’Aspirina, insomma, e tutti quegli antinfiammatori e antidolorifici che alleviano le influenze e i mal di testa di milioni di italiani.
Il primo episodio di allergia ai farmaci è accaduto talmente tanto tempo fa che nella mia mente c’è solo un vorticoso tourbillon di immagini: la corsa in macchina, i camici bianchi, i miei genitori che si agitavano. E la paura, tanta paura.
Avevo cinque anni, i ricordi sono confusi, ma a metterli in ordine c’è sempre stato il racconto di mia madre: per una banalissima febbre, di quelle che colpiscono tutti i bambini, mi aveva dato una pasticca a base di paracetamolo. Si trattava, naturalmente, di una dose pediatrica, ma su di me ha avuto l’effetto di un’overdose: in pochi istanti mi sono gonfiato, le mucose della bocca in fiamme, il respiro affannoso fino al soffocamento.
Al pronto soccorso, racconta sempre mia mamma, mi hanno “ripreso per i capelli”. Se casa nostra non fosse stata vicinissima al Santobono, il più grande ospedale di Napoli e del centro-sud, a quest’ora non sarei qui a parlarne.
Da lì è iniziata la mia rieducazione al farmaco. Prima con l’aiuto del pediatra, poi del medico, ho imparato quali sono le pillole più pericolose per me, con che cosa posso eventualmente sostituirle, il da farsi per fermare gli eventuali effetti collaterali di un principio attivo che mi fa male. E soprattutto ho imparato a regolarmi: se è necessario uso qualche farmaco, ma sempre con cautela, a bassi dosaggi, e con particolari precauzioni. Come viaggiare sempre con una confezione di Bentelan in tasca, per tamponare l’emergenza respiratoria in caso di reazione allergica.

Gruppo San Donato

Lontano dalle pillole
ho alzato la mia soglia del dolore
Così facendo, dopo quel primo episodio infantile non ho più avuto problemi seri. Ricordo qualche altra circostanza, ma sempre lieve proprio perché gestita in tempo e in modo opportuno. Quando avevo 20 anni, per esempio. Ero all’Università, stavo tutto il giorno seduto a studiare, andavo in giro con mille libri pesanti sotto il braccio.

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Un pomeriggio, avevo l’esame il giorno dopo, una fitta alla schiena mi ha quasi tolto il respiro. Era una classica contrattura da fatica e da posizione. Di quelle che se le lasci stare finiscono col bloccarti del tutto. Data la situazione, ho preso un antinfiammatorio. Ed eccola lì: orticaria e una specie di asma. Ma siccome mi ero tenuto basso con le dosi, è bastato un antistaminico per far rientrare i sintomi.
Negli anni successivi mi è capitato qualche altra volta, sempre con le stesse modalità, poi più nulla. Oggi penso, a volte, che potrei essere guarito e che come tutti potrei concedermi un’Aspirina quando la febbre sale.
Di certo posso dire una cosa: per paradossale che possa sembrare, questo mio tallone d’Achille ha anche avuto i suoi lati positivi. In fondo, mi ha portato ad avere un rapporto più equilibrato con i farmaci, a cercare prima di tutto di guarire da solo, a sopportare di più e quindi, alla fine, ad alzare anche la mia soglia di tolleranza del dolore. E a ben guardare non è un aiuto da poco.
Per lavoro e per temperamento sarei il candidato ideale per antidolorifici e antinfiammatori. Ho sempre portato pesi: quando ero studente libri e carte, da magistrato faldoni, poi da papà i miei figli, eternamente in volo sulle mie spalle. Contratture e mal di schiena sono sempre in agguato… E la cefalea non è da meno: fra orari di lavoro, stress e stanchezza, un cerchio alla testa ogni tanto è il minimo che possa capitare. Soprattutto in periodi particolari, come quando nel 2007 ero sotto attacco per le mie inchieste sulla nuova P2 e sui rapporti fra politica e ‘ndrangheta: tornavo a casa talmente pieno di tensioni mentali e muscolari che una scatola intera di antinfiammatori non sarebbe bastata. Nonostante tutto, sono quasi sempre riuscito a stare lontano dalle pillole.
Al primo cenno di dolore mi preparo una tisana, chiudo gli occhi, cerco di distendermi. Nuoto tutte le volte che posso per sciogliere i muscoli e ricorro all’aiuto prezioso del fisioterapista. Lo confesso, ho un’altra medicina personale e meravigliosamente rilassante: un bel bicchiere di vino rosso. La uso regolarmente tutte le sera, insieme a un piatto rigorosamente mediterraneo. Passa la fatica, passano le preoccupazioni, passano perfino i dolori».
Luigi De Magistris (confessione raccolta da Marilisa Zito per OK La salute prima di tutto di ottobre 2011)

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