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Giorgia: coliche e spasmi, il mio ciclo è una tragedia

«Il mio rapporto con le mestruazioni è stato difficile sin dall'inizio: dolori da incubo e svenimentii»

«Il mio rapporto con le mestruazioni è stato una catastrofe sin dall’inizio», racconta Giorgia. «Ogni mese flusso abbondantissimo, coliche e spasmi. Sempre sdraiata sul letto o imbottita di medicine. Ho imparato a organizzare i concerti sulla base di quei giorni…».

Ecco la confessione della cantante a OK.

Gruppo San Donato

«C’erano alcuni giorni, anzi proprio quei giorni, in cui era come se non esistessi. Era come se non fossi io. In quelli di picco me ne dovevo stare a casa, sdraiata sul letto, e non potevo fare nulla. Oppure ero costretta a imbottirmi di medicine, perché il lavoro ti richiede di essere sempre presente. Non puoi cancellare un concerto per colpa dei dolori mestruali, anche se sono fortissimi.

Un concerto no, ma un video sì. Mi è capitato di spostare le riprese perché il giorno del ciak coincideva con il primo del ciclo.

Prime perdite tardi, a 15 anni
Qualcuno dice che quando una donna ha le sue cose canta meglio. Non solo perché è una fase in cui il corpo si riorganizza, una specie di rinascita. Ma perché pare proprio che ci sia un influsso positivo sulle corde vocali.

Comunque sia, ho imparato a organizzare i miei impegni anche in funzione del mio ciclo e mi è capitato più volte di cantare in condizioni disperate. Spero che nessuno se ne sia accorto, che l’esperienza mi abbia aiutata a fare bene, nonostante i problemi.
In effetti il mio rapporto con le mestruazioni è stato problematico fin dall’inizio. Anzi. Ancora prima dell’inizio. Il ciclo è arrivato abbastanza avanti, a 15 anni.

Piegata in due dal male
Un tempo ritardato che tra l’altro mi metteva a disagio: tutte le mie compagne di scuola e le mie amiche erano già passate da quell’esperienza e io no. Loro parlavano di assorbenti e io rimanevo ancora alla fase teorica.

Sentivo che mi mancava qualcosa per avere un accesso pieno e completo alla mia femminilità. Spesso mi domandavo: “Mio Dio, ma che mi succede? Perché proprio a me non arrivano?”. 

Quando mia mamma ha capito che questo ritardo mi preoccupava, mi ha portata da un omeopata. Qualche tempo dopo finalmente mi sono sbloccata. Non so se lo devo a quel colloquio: a me piace pensare di sì.

Mestruazioni drammatiche sin dalla prima volta. Ogni mese venivo presa da dolori, coliche, persino svenimenti, problemi al colon, emorragie abbondanti. A volte addirittura cistiti sanguinanti, infiammazioni alle vie urinarie che ti fanno piegare in due dal fastidio. Me ne ricordo in particolare una che mi colpì una volta che ero stata invitata come ospite a Domenica In, su Raiuno. Sono stata eroica a restare in trasmissione.

Un’infinità di esami clinici
Al disagio fisico si sommava una sofferenza psicologica: mi preparavo in anticipo alle giornate di dolore e lo stress dell’attesa mi causava anche un’irregolarità del ciclo.

Mi sono sottoposta a un numero infinito di esami clinici per cercare di capire da che cosa potesse derivare questa mia croce personale. Ma niente. Alla fine i risultati non mettevano mai in evidenza nulla di grave. Sì, in una ecografia venne fuori che un ovaio era policistico, ma non era niente di preoccupante e soprattutto non giustificava che io stessi così male a ogni mestruazione. Per combattere gli spasmi al basso ventre e le fitte lombari ho usato in un primo momento medicinali analgesici leggeri.

Visto che si dimostravano insufficienti, sono passata ad antidolorifici più potenti, che però avevano effetti collaterali pesanti: mi mandavano in tilt lo stomaco e il fegato e, soprattutto, mi sentivo i reni appesantiti. 

Sto meglio dal 1999. Ho conosciuto uno psicologo, Guy Michel Franca, che opera nell’ambito dell’etica relazionale e che mi ha indirizzata su un percorso particolare, basato sull’idea che gli organi abbiano una loro memoria e ogni malanno del corpo derivi dall’esperienza della persona.

Secondo questo approccio psicosomatico, che è rifiutato dalla medicina tradizionale, per esempio l’apparato genitale sarebbe legato a delle difficoltà di riconoscimento della propria identità sessuale.

Ho lavorato su di me
Nel mio caso, forse avevo qualche problema ad accettare la mia femminilità. Ho lavorato molto su di me, sulla mia psicologia, sul vedermi dall’esterno. E, piano piano, le mestruazioni hanno smesso di essere un incubo.

Quando mi capita ancora qualche dolore mi curo non più con gli analgesici ma con gli elisir spagirici, ottenuti dalle piante raccolte e lavorate secondo delle antiche regole naturali. Intendiamoci: ho massimo rispetto per la medicina ufficiale che ha grandi capacità e salva vite.

Che dire? Se la soluzione ai miei dolori mestruali fosse venuta da un camice bianco, l’avrei accettata. Senza avventurarmi in campi che non mi competono, semplicemente la mia esperienza di vita è stata questa.

So che da quando ho affrontato me stessa come donna, con le forme femminili e la testimonianza mensile della mia fertilità, alcune cose sono cambiate. Stonata è il titolo del mio cd uscito nel 2007. Ecco, almeno nel ciclo non lo sono più».

Giorgia (testo raccolto da Andrea Laffranchi nel febbraio 2008 per OK La salute prima di tutto)

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