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Boris Pahor: “Così ho vissuto i miei primi 100 anni”

Il grande autore sloveno di cittadinanza italiana ripercorre la sua lunga (e difficile) vita in un libro. "Il mio segreto? Un buon sonno, latte, zucchero e tante camminate in montagna"

Raccontare se stesso per parlare di tutto un secolo. Boris Pahor (101 anni ad agosto) lo fa nella biografia "Così ho vissuto" (Bompiani), dove riprende in mano la sua vita – che è lunga almeno tre generazioni – e la rende memoria. Nato nel 1913 a Trieste, Pahor è il più importante autore sloveno di cittadinanza italiana, segnalato più volte per il Nobel della Letteratura. Sgranare i suoi anni è come leggere un libro di storia: l'infanzia povera e la Grande Guerra, il Fronte di Liberazione sloveno e la deportazione nei lager nazisti, il ritorno alla normalità, l'amore per la moglie, l'insegnamento. 

 

Non si sente un eroe Pahor, ma un vagabondo – "in senso psicologico, con l'animo" – che fin da bambino ha fatto i conti con l'identità negata. 

A quasi 101 anni Pahor è ancora instancabile, viaggia su e giù per l'Italia per testimoniare e ricordare che ognuno "ha il diritto di essere quello che è". Ma qual è il segreto di tanta energia, che nemmeno i campi di concentramento hanno fiaccato? "Ho vissuto sempre di zucchero e di latte. Dormo bene e ho fatto grandi camminate in montagna" ci confessa Pahor che si definisce "un ottimista con il cuore, perché – scrive – arriveremo al punto in cui l'uomo troverà una formula, una formula molto semplice: l'amore. Altre vie non ce ne sono".

 

Raffaella Caprinali

 

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