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Bianca Guaccero: lo stress mi fa venire la colite

«Basta una minima tensione per scatenare fitte atroci alla pancia. I medici mi dicono che la soluzione per il mio colon irritabile è una vita senza ansia»

«Non bevo alcol e vado avanti a pane tostato e riso», racconta Bianca Guaccero. «Serve a poco: basta una minima tensione e il mio colon si mette a saltare come se fosse allo stadio. La mia colite è una patologia comune, solo che non c’è cura. L’unica, dicono i medici, è vivere senza troppo stress».
Ecco la testimonianza dell’attrice a OK.

«Ho il colon irritabile, a volte si gonfia come una zampogna. La mia è una patologia comune, solo che non si può curare. L’unico modo, dicono i medici, è vivere senza ansia e fare una vita regolata: al bando gli eccessi. Il mio problema è che io faccio già una vita senza eccessi, però il colon si irrita lo stesso.

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La pancia si gonfia, fitte lancinanti
Anzi, nel mio caso, essendo molto attaccato all’utero mi provoca fitte lancinanti. Il fatto è che ho la tendenza a somatizzare qualsiasi cosa. Ho letto che ognuno di noi ha un organo bersaglio su cui proiettare le proprie ansie e il proprio stress: il mio colon è un bersaglio perfetto. E quando il dolore arriva, improvviso, non ci sono pillole al carbone vegetale e tisane à gogo che funzionino. Tra parentesi, roba di cui faccio un uso a livelli da spacciatrice, ormai. Mi accadeva durante tutte le interrogazioni al liceo scientifico di Bitonto, il mio paese.

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Mi succede ancora oggi, basta che qualcuno mi avvicini per scaricarmi addosso i suoi problemi, le sue inquietudini e i suoi sfoghi. Ho l’insana abitudine di rendermi ansiolitico, di tranquillizzare la gente che sta attorno a me, e il colon riprende a lamentarsi. Avete presente? Come il protagonista del film Il miglio verde, che ripuliva i mali della gente ingoiandoseli. Quelli guarivano e lui si intossicava.

Sottoposta a ogni tipo di analisi
Quando nel 2006 interpretai in una fiction il ruolo di Assunta Spina (che era stato già della grande Anna Magnani nel ’48), poi, è stata l’apoteosi. La parte era difficilissima, andò bene, ma la dose di stress scaricata dopo superò il livello di guardia. Non vi dico la pancia.
Ecco, un’altra caratteristica è che la mia reazione fisica alle tensioni è assurda. Metabolizzo in differita. All’inizio pare che le cose mi scorrano addosso, l’effetto, implacabile, arriva dopo. Il colon, quando il momento peggiore sembra passato, sento che si alza di scatto e si mette a saltare come fosse allo stadio. Nonostante il problema, tendo a evitare l’approccio con i medici. Ogni tanto chiamavo mio cugino che fa l’anestesista e qualche consulto gratuito ci scappava.
Però, una volta, giusto per tagliare la testa al toro, ho fatto tutti gli esami clinici possibili, arrivando fino all’ecografia Rx, con tutti gli annessi e connessi di inserimento di liquidi, svuotamenti e altre amenità. Risultato: stia attenta all’alimentazione, signorina. Proprio io che non bevo alcolici, non mangio dolci (se non in caso di calo degli zuccheri) e riesco a stare bene solo col pane tostato e col riso. Mah…
Quando Pippo Baudo mi ha scelta per affiancarlo al Festival di Sanremo, nel 2008, sono implosa: mi sono sentita dentro un vuoto d’aria e uno stato d’ebbrezza, come una bimba calata in una fiaba. Il mio colon? Provate a immaginare voi…».
Bianca Guaccero (testo raccolto da Giovanni Fante nel marzo 2008 per OK La salute prima di tutto)

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