BenessereConsigli

Alessandro Gassman: operato d’urgenza per due ernie cervicali

L'attore, al cinema dal 25 ottobre col film «Viva l'Italia» accanto a Raoul Bova, racconta a OK l'intervento chirurgico per placare insopportabili dolori al collo

Un film tutto pugni e azione e Alessandro Gassman si è trovato con un dolore insopportabile: colpa di due ernie cervicali, operate d’urgenza. Ecco la confessione a OK dell’attore romano, al cinema con il film Viva l’Italia, del regista Massimiliano Bruno, da giovedì 25 ottobre. Al suo fianco, nel cast, Michele Placido, Raoul Bova (leggi la sua confessione: «A volte cado nel buio e sfioro l’abisso») e Ambra Angiolini (leggi la sua confessione: «La cronaca nera mi fa vivere nella paura»).

«Per interpretare a teatro il ruolo del leggendario condottiero Caio Marzio Coriolano, così come se l’era immaginato Shakespeare, ho scelto una corazza di 25 chili. Chi mi conosce lo sa: amo le sfide. Se devi recitare in una tragedia di guerra, vestire i panni di un generale che prima porta Roma alla vittoria contro i Volsci e poi la tradisce schierandosi con l’esercito nemico, ci vuole l’armatura.

Gruppo San Donato

È l’autunno del 2004, le prove sono molto dure, anche a livello fisico. Comincio ad accusare dolori al collo, sempre più feroci, sempre più insistenti, come una lama che ti trafigge ogni volta che respiri. Do la colpa al travestimento da generale patrizio e faccio quello che fanno più o meno tutti, quando compaiono sintomi di questo genere: prendo antidolorifici e antinfiammatori, sperando che in una settimana passi. Non accade, e intanto la notte non riposo.

Ma la mattina torno sul palco e ogni volta che la mia voce deve vibrare con più decisione per scandire una battuta importante, salto dal male. Fate conto che questo accade circa una ventina di volte al giorno. Mi perseguitano anche uno strano mal di testa e attacchi di vertigine. Come se non bastasse, mi duole il braccio destro. Formicolii, pesantezza, perdita di forza. Che cosa mi sta capitando? Non avevo mai sofferto di dolori al collo prima. Una cervicalgia ostinata, una contrattura, un colpo di freddo?

Prendo il cortisone e mi gonfio
Lascio da parte, almeno per il momento, le diagnosi affrettate e chiedo al mio medico di base di prescrivermi qualcosa di forte per sopportare le prove e l’imminente avvio della tournée del Coriolano. Quel qualcosa di forte è il cortisone. Parto con le iniezioni e il dolore si placa, come stordito, assopito. Passano un paio di mesi, subisco il più classico degli effetti collaterali di questo medicinale, cioè mi gonfio. Però un problema è rimasto: il mio braccio è sempre più debole.

CONTINUA A LEGGERE

 

Poche sere dopo il debutto, crollo. Sono al limite delle forze, mi pare di non riuscire più a piegarmi né a girare la testa, ogni movimento è una sofferenza sovrumana. Mi fiondo nello studio del mio amico ortopedico Nicola Santori. Non c’è nemmeno bisogno di fare esami specifici di accertamento, come elettromiografia o risonanza. Basta il suo occhio clinico e una lastra: ho due ernie cervicali. “Sei un pazzo”, dice Nicola. “Da quanto stai male? Perché vieni da me solo ora? E, soprattutto, che cosa hai combinato per aver causato le due protrusioni?”.

Ci penso un istante. È stato mesi prima, in America, durante le riprese di Transporter: extreme di Luc Besson. Facevo la parte di un boss criminale e prendevo e davo pugni per tutto il film. Lì per lì non me ne sono accorto, ma quella massa di colpi, fra adrenaliniche scene in cui mi lancio nel vuoto da un aereo, planando sull’oceano, sospeso a fili di acciaio, poi mi butto in inseguimenti al cardiopalmo o salto in aria in deflagranti esplosioni, avevano danneggiato i miei dischi intervertebrali a livello del collo. La corazza di Coriolano, le ore di prove in piedi e la mia stazza che pesava sulle vertebre già danneggiate hanno peggiorato la situazione.

L’ortopedico non mi lascia scelta: “In casi di minor urgenza, per l’ernia cervicale ti prescriverei massaggi e chinesiterapia, ma per te la soluzione, se non vuoi paralizzarti dal dolore, è una sola. L’intervento”. Sospendo la tournée e pochi giorni dopo sono in clinica. Il neurochirurgo opera con la microchirurgia: attraverso un piccolo taglietto sul collo, davanti, le due ernie vengono eliminate.

Dopo l’operazione, la fisioterapia
Rimango ricoverato per due notti ma il calvario non è finito. Un paio di settimane dopo, inizio con la fisioterapia quotidiana per riacquistare la mobilità della cervicale e delle braccia. Sono esercizi semplici: in pratica, muovo l’arto che mi faceva male per via delle ernie, aiutandomi con quello sano, e faccio piccoli allungamenti con il collo.

Piano piano, in cinque mesi, tutto torna alla normalità. I fulmini dietro le spalle non li sento più. Ho anche iniziato a farmi seguire da un fisioterapista che segue il metodo Mézières, una serie di esercizi per distendere i muscoli e per respirare bene che mi ha portato a recuperare in toto la funzionalità della schiena. Il mio consiglio? Non siate troppo orgogliosi, come il buon Coriolano che, sentendosi rifiutato dal popolo condotto alla vittoria, si schiera con il nemico. Se la schiena si blocca, se il collo è sofferente, se dopo una settimana di medicine state sempre peggio, non incaponitevi pensando che “tanto passerà”. Subito, volate da uno specialista!».
Alessandro Gassman (testo raccolto da Francesca Gambarini per OK Salute e benessere di luglio 2010)

Mostra di più
Pulsante per tornare all'inizio