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Chirurgia estetica per sei uomini su cento

L'era del macho acqua e sapone è tramontata. Negli Stati Uniti i dati Asaps (American Society for Aesthetic Plastic Surgery) dicono che dal 1997 a oggi è aumentato del 88% il numero di pazienti maschi che si sottopone al ritocco estetico. In Italia, secondo la Sicpre (Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica), non solo sei uomini su 100 ricorrono alla chirurgia estetica, ma soprattutto nel primo semestre del 2011 il 30% si è recato dallo specialista per una visita informativa, contro il 24 % delle donne.

L’era del macho acqua e sapone è tramontata. Negli Stati Uniti i dati Asaps (American Society for Aesthetic Plastic Surgery) dicono che dal 1997 a oggi è aumentato del 88% il numero di pazienti maschi che si sottopone al ritocco estetico. In Italia, secondo la Sicpre (Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica), non solo sei uomini su 100 ricorrono alla chirurgia estetica, ma soprattutto nel primo semestre del 2011 il 30% si è recato dallo specialista per una visita informativa, contro il 24 % delle donne.

Le donne, però, rimangono scettiche di fronte al ritocco estetico al maschile. Un campione di oltre 100 donne dai 26 ai 52 anni ha dichiarato che la bellezza in un uomo è un piacevole optional, ma non è essenziale. È importante che l’uomo sia curato e che tenga al suo aspetto, ma senza eccessi: una signora non vede di buon occhio un uomo che passa troppo tempo davanti allo specchio o che ammetta appuntamenti regolari dal chirurgo estetico.

Gruppo San Donato

Insomma, esiste ancora un tabù rispetto al maschio che cede alle lusinghe della chirurgia. Uniche eccezioni, gli interventi mirati a risolvere un problema oggettivo. Le resistenze, inoltre, aumentano quando il discorso coinvolge il compagno. Sarà anche per colpa dell’opinione femminile non troppo positiva a proposito, che i pazienti maschi si rivelano tra i più esigenti e meno pazienti rispetto alla controparte femminile.

«Vogliono trattamenti che siano subito efficaci, senza richiedere troppo tempo, né stravolgere l’aspetto», dice Giuseppe Sito (puoi chiedergli un consulto), chirurgo plastico, docente a contratto di anatomia umana alla II Università di Napoli e della scuola superiore post-universitaria di medicina a indirizzo estetico dell’Agorà di Milano. «Non sono disposti a sentire dolore e, soprattutto, non vogliono in nessun modo che il risultato sia troppo evidente: sono pochissimi quelli che ammettono di essersi sottoposti a un intervento».

Negli Stati Uniti tra le procedure chirurgiche più richieste in prima posizione c’è la lipoaspirazione delle cosiddette maniglie dell’amore (+176% nell’ultimo decennio), seguita dalla blefaroplastica (+77%) e dal lifting al viso (+13%), mentre per quanto riguarda le tecniche meno invasive di medicina estetica su tutte vince la tossina botulinica (+4079%).

Molto apprezzato è anche l’acido ialuronico, usato in varie formulazioni a seconda della zona del viso dove va utilizzato. «Si può iniettare con aghi sottili o microcannule che permettono di eseguire pochissimi buchi evitando, quindi, di procurare gonfiori o ematomi e facilitando una ripresa immediata della vita quotidiana e lavorativa», dice Sito. «Spesso l’acido ialuronico viene associato a una sostanza anestetica localizzata, in modo da aumentare la tollerabilità del paziente. Inoltre, garantisce un risultato naturale e poco appariscente».

Fonte Ansa

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