Salute

Agopuntura: a cosa serve, benefici, chi può farla, costi

Secondo innumerevoli dimostrazioni scientifiche l’antica tecnica di origine cinese è in grado di ridurre il dolore e il malessere. Perfino quello correlato alle cure antitumorali

Duemila anni e non sentirli. Fra le terapie alternative tramandate dall’antichità, tuttora in auge, l’agopuntura continua a confermare la sua efficacia anche in relazione alle problematiche tipiche della contemporaneità. Dall’infertilità ai sintomi correlati alle cure oncologiche.

La disciplina, che appartiene al vasto patrimonio della Medicina Tradizionale Cinese, fa leva sul principio per cui la stimolazione tramite appositi aghi di determinate zone del corpo umano situate lungo i meridiani (la rete di canali attraverso i quali scorre il Qi, l’energia vitale), aiuterebbe a rimuovere le situazioni di blocco, di carenza e di «ingorgo» che possono alterare le normali funzioni fisiologiche e favorire la comparsa di disturbi e malattie.

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Agopuntura: utile per circa cinquanta indicazioni terapeutiche

«L’agopuntura nasce in Oriente ed è ovvio che la sua azione curativa non si possa certificare con la tecnica del doppio cieco come accade in Occidente per altre terapie, la cui validità è da tempo supportata da una cospicua letteratura medico-scientifica», spiega Roberto Gatto, presidente della Società Italiana di Agopuntura (SIA), dell’Associazione di Farmacoterapia Cinese (AFAC) oltre che del Centro studi So Wen a Milano.

A livello di riscontro generale, però, «sappiamo che l’agopuntura funziona bene sulla componente dolorosa di numerose patologie trattate di solito con farmaci antinfiammatori o antidolorifici». Negli Stati Uniti, dove il National Institutes of Health ha riconosciuto la disciplina, l’applicazione degli aghi sostituisce spesso gli oppiacei.

Dal 1979 a oggi l’OMS ha codificato una cinquantina di indicazioni terapeutiche in cui l’agopuntura risulterebbe clinicamente utile, che spaziano dall’artrosi all’insonnia, dalla gastrite alle aritmie.

In Italia è erogata dal SSN ed è compresa nei Lea

E in Italia? «A seguito di una sentenza della Corte di Cassazione del 1983, nel nostro Paese l’agopuntura viene qualificata come atto medico ed erogata dal Sistema sanitario nazionale», prosegue l’esperto. «Per ora è l’unica fra le terapie non convenzionali che non va incontro a contestazione, e non a caso è compresa nei Lea, i Livelli essenziali di assistenza regionali. Nel 2013, la Conferenza Stato Regioni ha normato in modo dettagliato l’esercizio e il campo di applicazione di omeopatia, fitoterapia e agopuntura, disciplina che proprio nello stesso anno è stata inserita nell’elenco Unesco come patrimonio dell’umanità».

L’agopuntura funziona anche nei pazienti oncologici

«E mentre nel 2022 all’interno delle Linee guida dell’Istituto superiore di sanità si è certificato che l’agopuntura sarebbe una terapia valida e priva di effetti collaterali per il trattamento dell’emicrania e della lombalgia cronica, a febbraio di quest’anno ne ha riconosciuto l’applicabilità con risultati positivi per la cura della fatigue cronica nei pazienti oncologici».

Il campo di applicazione dell’agopuntura, in effetti, si è allargato nel tempo. «L’utilizzo degli aghi, per esempio, sortisce risultati molto incoraggianti come supporto per mitigare gli effetti collaterali correlati alla chemio e alla radioterapia», dice Gatto. Non solo. Nel 1998, una consensus conference del National Institutes of Health, negli Stati Uniti, ha concluso che l’agopuntura risulterebbe efficace per mitigare la nausea e il vomito post-operatori o a seguito della chemioterapia e in altre situazioni, tra cui la riabilitazione dopo l’ictus.

Un altro studio statunitense, a cura di Alexandra Dimitrova, Charles Murchison e Narry Oken del Department of Neurology della Oregon Health and Science University, Portland, e pubblicato sul Journal of Alternative and Complementary Medicine, ha rivelato che l’agopuntura giova a chi soffre di neuropatie periferiche.

Chi può eseguire sedute di agopuntura sui pazienti?

In base ai dati FISA, la Federazione Italiana delle Società di Agopuntura, nel nostro Paese gli agopuntori abilitati sarebbero più di 3.500. Esistono inoltre circa 200 servizi di agopuntura ospedaliera, e potrebbero essere molti di più. «Il problema è che gli aghi costano pochi centesimi, mentre la formazione degli operatori richiede tempo e investimenti», osserva il presidente SIA. «Ne consegue che per gli ospedali, sempre a corto di forza lavoro, non conviene distaccare del personale allo scopo di avviarlo allo stadio e alla pratica dell’agopuntura, che implica comunque un percorso lungo e impegnativo».

In Italia possono praticare l’agopuntura solo i medici laureati in medicina e in medicina veterinaria: il corso dura tre anni, con un impegno di 500 ore ripartite fra 400 di teoria e 100 di pratica. A fine corso le scuole accreditate rilasciano un attestato che permette l’iscrizione ai registri degli agopuntori presenti presso gli Ordini Provinciali dei Medici Chirurghi e sono gli unici professionisti ai quali è possibile rivolgersi. Si eroga la cura a cicli da cinque-dieci sedute, poi si lasciano passare un mese o due al massimo prima di rivalutare il caso. In genere, i risultati tendono a mantenersi.

Come è strutturata la prima visita

«Curare con l’agopuntura implica un radicale cambio di visione nell’approccio terapeutico, che richiede tempo, attenzione e soprattutto capacità di entrare in empatia con il paziente», sottolinea Gatto. «La prima visita non dura mai meno di un’ora ed è un incontro durante il quale la persona descrive i suoi sintomi, racconta le sue abitudini, le sue esperienze e gli eventuali traumi pregressi, così da fornire al medico un quadro dettagliato delle cause psicofisiche che possono aver originato il problema».

«Al di là della presenza di una patologia conclamata, acuta o cronica, l’agopuntura mira a riequilibrare la funzionalità degli organi nel loro complesso, per cui è anche possibile pensare che la terapia degli aghi possa sostenere le difese organiche e in qualche modo contribuire a rallentare i processi di invecchiamento e a migliorare la qualità della vita».

Un’arma in più contro l’infertilità

In Italia sono soprattutto le donne (circa il 65% dei pazienti) a rivolgersi agli operatori di agopuntura per trattare, dolori al collo, alla testa e alla schiena, ma anche per risolvere disturbi di tipo ginecologico, che spaziano dalle irregolarità del ciclo all’amenorrea fino all’infertilità, ambito nel quale l’agopuntura sta collezionando non pochi successi.

Secondo un studio australiano condotto da un team di ricerca del National Institute of Integrative Medicine di Melbourne, nelle pratiche di fecondazione assistita l’abbinamento di agopuntura e farmacologia cinese garantisce risultati doppiamente positivi rispetto alla medicina tradizionale.

Un’altra ricerca realizzata da un’équipe di esperti dell’Hospital of Chengdu University of Traditional Chinese Medicine e dal Department of Clinical Medicine, in Cina, ha inoltre dimostrato che, pur tenendo conto dell’eterogeneità della evidenze scientifiche, l’agopuntura sarebbe d’aiuto per favorire l’annidamento dell’embrione e il buon esito della gravidanza nelle donne sottoposte a procreazione assistita con tecnica Fivet, quando l’applicazione degli aghi viene effettuata immediatamente prima e subito dopo il trasferimento degli ovuli fecondati nell’utero.

Anche con l’elettroago, con le dita o con il laser

L’azione terapeutica dell’agopuntura dipende soprattutto dal punto che si si stimola e solo marginalmente dallo strumento che si utilizza. «Possiamo impiegare gli aghi, ed esercitare un’azione su base sia meccanica che elettrica: di solito, infatti, gli aghi sono bimetallici e la differenza di potenziale fra manico e lama genera già da sola una debole corrente elettrica», precisa Roberto Gatto, presidente della Società Italiana di Agopuntura.

«Se invece si opta per l’elettroagopuntura si collega l’ago a un generatore di corrente e si stimola il punto con frequenze e ampiezze d’onda specifiche, oppure c’è l’alternativa della moxibustione, che sfrutta il calore prodotto dalla combustione dell’Artemisia vulgaris, una pianta officinale che si avvicina al corpo del paziente».

Anche i bambini dai sei anni possono sottoporsi ad agopuntura

Visto che l’agopuntura funziona anche sui bambini, «ma sempre e solo a partire dai sei anni», precisa l’esperto, «nei più giovani la stimolazione dei punti si può realizzare col massaggio tuina, da farsi esercitando una pressione adeguata sul punto con le dita, o tramite il laser a bassa potenza usato per la biostimolazione (Low-level laser therapy o LLLT), secondo una tecnica messa a punto in Germania a partire dagli anni Sessanta e che funziona anche sugli adulti che mal sopportano gli aghi e nei casi in cui si devono trattare tessuti particolarmente sensibili o infiammati».

«La luce emessa dai diodi del laser innesca, a livello del punto di agopuntura, interazioni fotochimiche: di conseguenza aumenta la microcircolazione e garantisce un rapido effetto antiflogistico e antalgico senza fastidio o dolore per il paziente. Il ciclo standard è di otto sedute».

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