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Sclerosi multipla: in arrivo tre novità terapeutiche

Trapianto di cellule staminali, anticorpi monoclonali e diminuzione di effetti collaterali: il presidente della SIN Gianluigi Mancardi elenca le nuove scoperte della ricerca

La sclerosi multipla è una malattia neurodegenerativa caratterizzata da lesioni a carico del sistema nervoso centrale. Sono più di 3.400 i nuovi casi che si registrano in un anno, e la diagnosi arriva la maggior parte delle volte tra i 20 e i 40 anni di età.

Settimana Mondiale del Cervello 

In occasione della Settimana Mondiale del Cervello (12-18 marzo 2018), la campagna di sensibilizzazione promossa dalla Società Italiana di Neurologia (SIN) il cui tema di quest’anno è “Non c’è muscolo senza cervello”, abbiamo incontrato Gianluigi Mancardi, Presidente SIN e Direttore Clinica Neurologica Università di Genova. Nella videointervista l’esperto elenca le tre novità terapeutiche in arrivo.

Gruppo San Donato

Trapianto con cellule staminali

La prima sarà presentata al congresso dell’European Bone Marrow Transplantation Society
(EBMT) di Lisbona del 18-21 marzo 2018 e riguarda il trapianto autologo con cellule staminali ematopoietiche. Questa tecnica si è dimostrata più efficace delle migliori terapie a disposizione nel ridurre la frequenza di ricadute e la progressione della disabilità dei pazienti.

Miglioramento di una terapia con anticorpo monoclonale

La seconda novità, invece, riguarda uno studio presentato al Congresso Actrims di San Diego. Questa ricerca ha dimostrato che se la terapia con natalizumab viene dilazionata nel tempo, il rischio di leuco-encefalopatia multifocale progressiva (PML) associato alla cura potrebbe diminuire in maniera significativa (dell’80%).

Anticorpi monoclonali contro i linfociti B

La terza e ultima rilevante novità, infine, riguarda l’efficacia della terapia antiCD20 in grado di eliminare i linfociti B, che producono gli anticorpi che causano la malattia. In corso di approvazione dall’Agenzia del farmaco italiana (AIFA), invece, anticorpi monoclonali completamente umanizzati, come ocrelizumab, già approvati dall’agenzia americana (EMA), per la forma recidivante remittente e per quella primaria progressiva attiva.

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