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Artrite reumatoide: come si riconosce la forma precoce e aggressiva?

Pochi sanno che esiste una forma con un'evoluzione più severa e accelerata di questa patologia autoimmune. Il reumatologo Luigi Sinigaglia spiega come si presenta e perché bisogna individuarla subito

Un aspetto che non sempre emerge quando si parla di artrite reumatoide è che si tratta di una patologia multiforme: nonostante i sintomi siano piuttosto comuni, infatti, le modalità di esordio, il decorso e la risposta ai trattamenti possono variare da persona a persona, manifestandosi con forme più o meno aggressive.

Esiste una forma precoce e aggressiva

Pochi sanno che circa un quarto dei pazienti con artrite reumatoide presenta una forma precoce, aggressiva e accelerata rispetto alla malattia con evoluzione più “moderata”. In questi casi accade che l’infiammazione a livello della membrana sinoviale che riveste l’interno di tutte le articolazioni mobili comporta un rapidissimo danno anatomico: l’erosione articolare, infatti, si sviluppa entro 3 mesi dall’insorgenza della malattia (mentre in chi ha l’artrite reumatoide più graduale, l’erosione si presenta entro i primi 2 anni). Questo decorso fa sì che, nel giro di un paio d’anni, si arrivi alla completa abolizione della funzionalità del distretto articolare colpito.

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L’importanza della diagnosi precoce

Un’azione terapeutica immediata e mirata è fondamentale per ritardare il decorso della malattia e migliorare la qualità di vita di chi convive con l’artrite reumatoide; per questo motivo è indispensabile che la diagnosi arrivi tempestivamente, identificando quei fattori prognostici negativi in grado di evidenziare l’evoluzione aggressiva di questa patologia autoimmune. Ad oggi, purtroppo, le diagnosi sono ancora tardive a causa dell’incapacità del paziente di interpretare correttamente i segnali del proprio corpo e del mancato intervento del medico di famiglia, che spesso non comprende la portata del problema.

Come si riconosce?

La forma precoce e aggressiva può essere individuata per tempo. In che modo? Ce lo spiega Luigi Sinigaglia, Direttore S.C. Reumatologia DH ASST Gaetano Pini, Centro Specialistico Ortopedico Traumatologico Pini-CTO di Milano.

Chiara Caretoni

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