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Hai un mal di schiena spaziale? Come un astronauta!

In assenza di gravità si indeboliscono i muscoli che sostengono la spina dorsale: per potenziarli servono esercizi mirati, utili anche per noi terrestri

Certe mattine vi alzate a fatica dal letto per colpa di un mal di schiena davvero “spaziale”? Allora sapete esattamente cosa prova un astronauta che ritorna sulla Terra dopo mesi passati in assenza di gravità. Le lunghe missioni nello spazio, infatti, finiscono per indebolire i muscoli della schiena che sorreggono la spina dorsale, provocando atrofia e dolori.
Per potenziarli servono esercizi fisici mirati, che gli esperti della Nasa stanno mettendo a punto per i loro astronauti: a beneficiarne non saranno solo i futuri coloni di Marte, ma probabilmente anche noi comuni terrestri.

A fare luce sulla problematica è uno studio pubblicato sulla rivista Spine dall’Università della California a San Diego. Sotto la lente dei ricercatori sono finiti sei astronauti della Nasa che avevano trascorso dai quattro ai sette mesi sulla Stazione Spaziale Internazionale in condizioni di microgravità. Ad ognuno è stata fatta la risonanza magnetica tre volte (prima della partenza, subito dopo il ritorno sulla Terra e poi ancora a distanza di un mese) per cercare di capire due cose fondamentali: quali fossero le cause del mal di schiena spaziale, che colpisce la metà dei cosmonauti impegnati in missioni prolungate, e i fattori che aumentano il rischio di ernia del disco, quattro volte più alto della norma nei mesi successivi ai voli spaziali.

Gruppo San Donato

Le immagini della risonanza magnetica hanno svelato che le lunghe missioni in assenza di gravità fanno indebolire i muscoli che sostengono la colonna vertebrale, causandone l’atrofia. La scoperta, secondo i ricercatori, potrebbe aiutare a mettere a punto nuove misure preventive per ridurre gli effetti del volo spaziale sui muscoli della schiena. Si potrebbe intervenire con esercizi mirati simili a quelli raccomandati ai pazienti col mal di schiena, oppure anche con lo yoga. Tuttavia saranno necessari ulteriori studi per determinare se queste contromisure possano aiutare davvero a prevenire l’atrofia, ad alleviare il dolore e a recuperare la piena funzionalità della colonna vertebrale: soprattutto resta da capire come tali esercizi possano essere eseguiti in condizioni di microgravità.

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