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Tullio Solenghi: «Con la dieta vegetariana ho detto addio al mal di testa»

«L’emicrania condizionava la mia vita - racconta Tullio Solenghi - Quando per colpa di attacco fortissimo ho saltato le prove di uno spettacolo il medico ha individuato nella mia alimentazione sbagliata la causa dei miei mali»

L’attore Tullio Solenghi ha raccontato a OK come ha combattuto il mal di testa. Ecco la sua testimonianza:

«L’immancabile secchiello dietro le quinte dove ogni tanto, quando ero in crisi acuta, vomitavo tra una scena e l’altra. E quella volta che Massimo Lopez mi ha sorretto prima che svenissi sul palco. Sono solo due dei ricordi più emblematici legati all’emicrania con cui ho convissuto quasi tutta la vita.

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Sempre sofferto di mal di testa

Ero ancora bambino quando ho iniziato a soffrire di mal di testa. Un disturbo che i miei genitori già conoscevano, dal momento che l’avevo «ereditato» dalla mia nonna materna. Tuttavia, non mi hanno mai fatto visitare da un medico. Non che se ne fregassero, anzi. Più che altro, erano rassegnati all’idea che non ci fosse niente da fare. Come se non bastasse, le cose sono peggiorate con il passare del tempo. E quando sono diventato più grandicello,
soprattutto nei periodi di stress o appena staccavo la spina, le crisi si sono fatte così acute da provocarmi anche nausea e vomito.

Ricorrevo alle iniezioni

Risultato? Sono diventato Plasil-dipendente, al punto da imparare a farmi da solo le punture. Già, perché, appena comparivano i primi segnali di malessere, ricorrevo alle iniezioni, anche se i benefici arrivavano dopo diverse ore e io restavo fuori gioco per mezza giornata, costretto a letto nel buio più assoluto. Insomma, un bel disagio. Che mi ha reso la vita difficile a scuola, ma soprattutto sul palco. È davvero un incubo recitare quando si soffre di un’emicrania lancinante!

Sono andato da un reumatologo

Sono andato avanti così fino al 1987 quando, alla vigilia del debutto nazionale al teatro Bonci di Cesena dello spettacolo del Trio Allacciate le cinture di sicurezza, messo ko da un attacco di cefalea acuto, ho saltato le prove generali. Quel giorno a preoccuparsi più di tutti è stato il produttore: intenzionato a trovare una soluzione per evitare di annullare delle repliche a causa mia, mi ha trascinato dal dottor Leonardo Wolenski, uno specialista in reumatologia molto noto in città. Ed è stata la prima svolta. Dopo avermi spiegato che ognuno di noi è più o meno sensibile all’effetto di determinati fattori scatenanti, al medico è bastato ascoltare le mie abitudini alimentari e farmi qualche domanda per individuare quali cibi contribuissero all’insorgenza del mio mal di testa. Ovvero: crostaceitartufi, formaggi stagionati e vino bianco. Per prevenire i dolorosi attacchi di cefalea dovevo, quindi, per prima cosa evitare questi alimenti.

Sono diventato vegetariano

Ho seguito il consiglio. Che dire? Ha funzionato. Da allora le crisi acute si sono diradate, fino a diventare episodi sporadici. Ed è stato solo l’inizio. Un ulteriore passo avanti nella lotta contro il mal di testa è stata la decisione di diventare vegetariano, presa sei anni fa spronato da mia moglie Laura. Il risultato è che gli attacchi sono quasi scomparsi. E nel giro di poco mi sono sentito più energetico e in forma. Infine, il colpo di grazia all’emicrania l’ha dato, paradossalmente, il mio recente problema di ipertensione. Non sto scherzando: da un paio d’anni sono costretto a prendere un farmaco per mantenere bassa la pressione e il mal di testa, complice il regime alimentare sano, è totalmente scomparso. Concludo con un consiglio ai lettori di OK: per prima cosa, se anche voi soffrite di invalidanti cefalee, curate l’alimentazione. Il mal di testa si previene anche a tavola».

Tullio Solenghi

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