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Tiberio Timperi: schiavo dei farmaci per l’ipertensione

«A 16 anni il dottore mi misura la pressione: è altissima! Da allora convivo con la mia pastiglia quotidiana»

«Tutto è cominciato mentre frequentavo la terza liceo», spiega Tiberio Timperi. «A una visita medico sportiva supero i 140 di massima. E il dottore sbianca. Prova che ti riprova, alla fine dei controlli il verdetto non lascia dubbi: devo curarmi. Inizia la mia vita sempre a stecchetto, succube delle analisi e dei diuretici».
Ecco la confessione del conduttore tv a OK.

«Di solito si associa la pressione alta con persone di una certa età. Io smonto il luogo comune. Ci convivo da quando avevo 16 anni, praticamente un bambino. Strano, eh?
Tutto è incominciato quando frequentavo il terzo liceo scientifico. Peraltro stavo benissimo, praticavo judo a livello agonistico e non avevo alcun sintomo. Un giorno, dalla palestra mi spediscono all’ambulatorio del dottore, è la classica visita di rito che tocca a tutti i ragazzetti impegnati in un’attività sportiva.
Sono lì tranquillo sulla sedia e vedo il medico che impallidisce quando l’ago dello sfigmomanometro va su, e su. “Riproviamo, Tiberio, ti va?”. Figurarsi, non faceva neanche male…

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Ma lo strumento per misurare la pressione arteriosa segna di nuovo oltre 140 millimetri di mercurio. Ormai sono diventato un esperto di massima, minima, diastolica, sistolica. Allora la frase del dottore mi suonava come fosse arabo: “Sospetto un’ipertensione, meglio vederci chiaro e misurare a intervalli regolari come pompa il sangue il tuo cuore”.

Al bando i salumi e i formaggi stagionati
Il verdetto, alla fine dei controlli, non lasciava dubbi. Ero davvero iperteso, tale e quale la mia mamma, che in più era anche diabetica. Una scoperta del genere, durante l’adolescenza, può essere un trauma. Io tutto sommato sono riuscito a non farne un dramma.
Anche se soffrire di pressione alta ti impone un certo stile di vita. Devi bandire gli insaccati e i formaggi stagionati. Devi stare alla larga dal sale, evitare l’alcol e le sigarette.

Per fortuna, però, non ho mai fumato né bevuto superalcolici. L’unica volta in vita mia che mi sono ubriacato è stata con i compagni di scuola, dopo la maturità. E l’indomani non ho controllato la pressione…

Per il resto, a stecchetto. I cocktail ho imparato a non prenderli nemmeno in considerazione. Bevo giusto un bicchiere di vino rosso a tavola (che male non fa), mi concedo un toscano ogni tanto (e so che non dovrei), cerco di nuotare quando posso (senza troppa convinzione, lo ammetto, ma ci provo).
No, a tavola non è un problema. La cosa che mi pesa è la schiavitù della pasticca. Per tenere l’ipertensione a bada, il cardiologo mi ha prescritto un diuretico. Già, a un certo punto la dieta non è stata sufficiente e sono dovuto passare ai farmaci.
Da qualche anno devo prendere mezza pillola al giorno, ogni mattina. Una seccatura: devi portarti dietro sempre il blister e se ti dimentichi di prendere la pastiglia è un guaio. Subito palpitazioni, vertigini, cefalea, stanchezza… Per non parlare dei rischi seri, che neanche voglio menzionare.

Ci si abitua a tutto, anche ai valori sballati
A volte mi sembra che certi medici se ne infischino di quelli come me. Hai la pressione alta? Prenditi la tua pilloletta e arrivederci e grazie. In alcuni Stati americani per curare l’ipertensione usano la marijuana… Non voglio dire che cerco lo spinello, solo che a volte, in determinati casi, i rimedi naturali possono essere efficaci. Che so, l’aglio, che è un vasodilatatore.
Comunque, ci si può abituare a convivere con quasi tutto, anche col fastidio della pasticca. Può sembrare strano che un iperteso abbia scelto un mestiere ad alto tasso di tensione come quello del giornalista televisivo. Eppure, me la sono sempre cavata alla grande: nemmeno la più snervante delle dirette ha mai scombussolato i miei valori.
C’è un solo episodio che ha mandato in tilt la mia pressione: la separazione da mia moglie, dopo soli tre mesi dal matrimonio. È stata una catastrofe, uno stress senza pari. Mi sono venuti i capelli bianchi, sono dimagrito di colpo, ho iniziato a soffrire di disturbi del sonno. E ovviamente ho dovuto raddoppiare la razione di diuretico: da mezza pillola al giorno a una intera».

Tiberio Timperi (testo raccolto da Dea Verna per OK La salute)

 

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