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Sindrome di Procuste: cos’è e come superarla?

Indica la tendenza a non tollerare chi ha successo, ostacolando o sminuendo coloro che si distinguono per capacità e talento

Ti è mai capitato di essere ostacolato, sminuito o criticato perché ti distinguevi per le tue idee, capacità o risultati? Hai vissuto situazioni, in famiglia o nei luoghi di lavoro, in cui una persona non sopportava i successi o il talento di qualcuno, arrivando magari al punto di umiliarlo o sabotarlo? In questo caso, potresti aver avuto a che fare con dei comportamenti riconducibili alla sindrome di Procuste. Scopriamo di cosa si tratta.

Sindrome di Procuste: cos’è?

Nella mitologia greca, Procuste era un brigante che offriva alloggio ai viandanti per poi farli sdraiare su un letto e torturarli finché non si adattavano perfettamente alla sua misura. Se il corpo era troppo lungo Procuste mutilava loro gli arti sporgenti, mentre se era troppo corto li stirava con violenza per allungarlo.

In ambito psicologico, il termine “sindrome di Procuste” si usa per descrivere la tendenza a non tollerare chi ha successo o è percepito come dotato di maggiori qualità, cercando di ridimensionarlo, ostacolarlo o sminuirlo, anche tramite atteggiamenti ostili o boicottaggi.

Come riconoscerla

La sindrome di Procuste può manifestarsi in diversi contesti, ad esempio familiari, scolastici e lavorativi. Tra i segnali tipici che la identificano ci sono l’invidia patologica verso coloro che raggiungono successi e la competitività negativa, espressa attraverso azioni e manipolazioni volte a screditarli o sabotarli, a cui spesso possono accompagnarsi:

  • bassa autostima e insicurezza;
  • frustrazione;
  • forte resistenza al cambiamento;
  • imposizione del proprio punto di vista.

Chi agisce secondo questa dinamica tende quindi a vivere il confronto con gli altri come una minaccia, anziché come un’opportunità di crescita, reagendo con ostilità o disprezzo verso chi eccelle o si distingue dal gruppo nel tentativo di riportarlo entro i “limiti” che ritiene accettabili.

Sindrome di Procuste: come superarla?

Il primo passo per superare la sindrome di Procuste è prenderne consapevolezza. Riconoscerla può rappresentare l’inizio di un percorso per lavorare su di sé, sulle proprie insicurezze e sui comportamenti disfunzionali, anche con l’aiuto di un supporto psicologico. L’invidia, infatti, quando non è distruttiva ma viene riconosciuta e gestita in modo consapevole, può trasformarsi in uno stimolo alla crescita personale: non a discapito degli altri, ma come occasione per migliorarsi.

Se invece ci si accorge di subire questi comportamenti da qualcuno, non bisogna colpevolizzarsi o mettere in dubbio il proprio valore. È anzi importante riconoscere i segnali di queste dinamiche, stabilire dei limiti chiari e prendere le distanze quando è necessario.

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Aurora Pianigiani

Collabora con OK Salute e Benessere e si occupa di comunicazione in ambito medico-scientifico e ambientale. Laureata in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Firenze, si è formata nel settore dei media digitali e del giornalismo. Ha conseguito il Master in Comunicazione della Scienza e della Salute presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e contestualmente ha scritto articoli per testate giornalistiche che svolgono attività di fact-checking.
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