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Lorenzo Licitra: «La gioia più grande? Non X Factor, ma aver perso 40 chili»

Il cantante spiega di essere arrivato a pesare 110 chili, soprattutto a causa di abbuffate adolescenziali. Ecco come ha fatto a dimagrire così tanto

Mi sono guardato allo specchio e ho urlato basta. Era come se il mio corpo non parlasse più di me. Ricordo ancora nitidamente il momento in cui mi sono detto: «Da oggi sarò chi voglio essere». Mi sentivo imprigionato dentro me stesso e ho dovuto fare ricorso a tutta la forza di volontà e alla determinazione di cui disponevo. L’aver perso 40 chili è ancora oggi la mia soddisfazione più grande, ancor più della vittoria a X Factor.

Nell’adolescenza mi rifugiavo nel cibo

Avevo 17 anni e volevo diventare un cantante professionista. Ho studiato lirica e forse per quel genere musicale la mia fisicità poteva anche andare bene. Nella mia carriera però ho sempre cercato di unire il bel canto al pop. Volevo altro. Sono cresciuto a Ragusa in Sicilia; oltre a essere un posto bellissimo, offre una cucina deliziosa, una vera tentazione per chi come me è sempre stato tanto goloso. Approfittavo di qualsiasi momento per mangiare dolciumi. Mi piaceva molto anche il cosiddetto cibo spazzatura. Appena potevo, prendevo la bici e mi rintanavo in una pasticceria o in qualche fast food. Ho cominciato a ingrassare da subito, ma è stato verso i 13-14 anni che ho preso molti chili. Mi rifugiavo nel cibo. È così che riempivo il vuoto, come succede a molti ragazzi a quell’età.

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Ho intrapreso lo stesso percorso di Tiziano Ferro

La mia stazza influiva anche sul canto: mi dava molta insicurezza presentarmi ai provini con un aspetto così goffo. Chi mi ascoltava ripeteva il solito ritornello: «Bellissima voce, ma l’aspetto fisico non va bene». È stato anche l’amore per la musica a spingermi a cambiare e per fortuna ho avuto la lungimiranza di capire che così non potevo andare avanti. Pesavo 110 chili, ora ne peso 70. Mi fa sorridere pensare che ho affrontato lo stesso percorso di Tiziano Ferro, un cantautore che amo molto. Lui partiva però da un chilo in più rispetto ai miei: 111.

Quando uscivo con gli amici portavo la schiscetta

Cantare, avere successo, sono stati una motivazione molto forte: ormai vivevo il mio peso come un freno alla carriera che sognavo. Così mi sono rivolto a una dietologa, che mi ha capito subito. Non mi ha proposto un regime rigido, che non sarei stato in grado di seguire a lungo, ma ha puntato sull’educazione alimentare. Mi ha insegnato quanto fosse importante abbracciare uno stile di vita sano. Mi permetteva di mangiare delle belle porzioni, in modo che non sentissi i morsi della fame. Mangiavo tanto, ma cose diverse da prima: molta frutta e verdura, i cereali, il pesce, poca carne e pochi latticini. Mi ha insegnato a scoprire me stesso e a evitare di cadere nei tranelli che inconsciamente ci tendiamo da soli: per esempio, usare il cibo come gratificazione o esagerare con i condimenti. Mentirei se dicessi che i due anni successivi all’incontro con la dietologa sono stati facili. È stato molto duro privarmi di tutto quello che mi piaceva mangiare e il sacrificio più grande è stato «distinguermi» dai miei amici, che ringrazio tutti per la comprensione: quando uscivo con loro portavo sempre con me la schiscetta, oppure cenavo a casa e poi li raggiungevo. E ringrazio la famiglia, che mi è stata accanto aiutandomi in quel percorso così difficile.

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Adesso riesco a dare il meglio di me

Piano piano ho iniziato a perdere peso e il metabolismo si è regolato. Ora sto molto attento all’alimentazione, ma mi viene quasi automatico, senza ossessioni. Ovviamente mi regalo ancora qualche stravizio, ma solo quando ne vale davvero la pena. Ormai ho anche l’urgenza di fare sport e mai lo avrei creduto possibile, perché sono sempre stato molto pigro. Con il mio nuovo corpo posso comunicare meglio, canto meglio, sono più attivo. Nelle esibizioni live la forma fisica è determinante. Recentemente su molti giornali e siti internet sono uscite le mie foto del periodo in cui pesavo 110 chili. In molti mi hanno chiesto se ne fossi infastidito. Assolutamente no, sono sempre io. È bello poter dire: «Guardate come sono ora»; può essere di grande aiuto a chi si trova nella stessa situazione e pensa di non potercela fare.

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