Benessere

Con pioggia e cielo grigio aumenta il dolore cronico

Una ricerca inglese ha dimostrato l'influenza del cattivo tempo sulla sensazione del dolore

È uno dei temi più dibattuti: il nesso tra cattivo tempo e dolori. Per molti studiosi era una casualità, nonostante molti pazienti lamentassero un acuirsi dei loro problemi soprattutto alle articolazioni.

Ora uno studio inglese dimostra che questo nesso esiste. Il brutto tempo, soprattutto la pioggia e la mancanza di luce solare, può effettivamente peggiorare il dolore cronico, ovvero che persiste nell’arco di almeno tre mesi, ad esempio una cefalea ricorrente.

Gruppo San Donato

I ricercatori dell’Università di Manchester hanno portato avanti il programma Cloudy with a Chance of Pain interrogando 9.000 persone, che soffrono di dolore cronico. Attraverso un’app del loro cellulare gli esperti controllavano i dati che i volontari immettevano nei loro smart phone. Una sorta di previsione meteo del dolore. In questo modo i ricercatori hanno visto chiaramente che nei giorni piovosi o di cielo grigio il dolore di cui soffriva ciascun volontario si acuiva. Così hanno scoperto un legame tra i giorni di pioggia e grigio e l’aumento della loro sofferenza.

Il nesso tra meteo e condizione dolorosa si riconosce infatti nella stagionalità con cui i sintomi si manifestano, più acuti nei mesi freddi e piovosi, meno seri in quelli secchi e caldi. Secondo gli esperti questi primi risultati sono promettenti e suggeriscono che chi soffre di un disturbo doloroso cronico, può pianificare le proprie giornate anche in base alle previsioni meteo, tenendo conto che se arriva la pioggia sicuramente sarà un ‘giorno no’ per il proprio stato fisico.

Già un precedente studio condotto dal New England Medical Center di Boston effettuato su un campione di 200 individui colpiti da osteoartrite al ginocchio, ha scientificamente dimostrato la correlazione tra pioggia e aumento dell’umidità e aumento dei dolori articoli.

Una delle cause di questo fenomeno è la reazione dolorosa all’attività di alcuni barorecettori (recettori organici della pressione arteriosa) presenti nella parete dei grossi vasi sanguigni. Quando rilevano un cambiamento, indotto dalle mutate condizione atmosferiche, inviano segnali al sistema nervoso centrale che regola di conseguenza la pressione sanguigna.

Quando questi recettori si trovano in prossimità di articolazioni colpite da una malattia reumatica o fratture, la reattività alle variazioni della pressione atmosferica esterna si somma agli effetti dell’infiammazione e provoca dolore. Chi soffre di reumatismi sente anche il tasso di umidità nell’aria e la presenza di vento perché raffreddano le zone infiammate, che hanno invece bisogno di calore.

Francesco Bianco

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