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Voti bassi a scuola? Può essere un disturbo dell’apprendimento

Nei bambini che fanno fatica a imparare possono manifestarsi dislessia o discalculia (incapacità di contare). Ecco come affrontarle

Ci sono studenti che sembrano non avere nessuna curiosità per imparare. O che, nonostante i loro sforzi, e quelli dei genitori, proprio non riescono ad assorbire nozioni fondamentali. Come aiutarli?
«Il primo segnale da cogliere è quello della sofferenza del bambino», avverte Daniela Lucangeli, docente di psicologia dell’apprendimento all’Università di Padova. «Se ne sta appartato in classe oppure ha reazioni esagerate alla fatica quotidiana della scuola? Non vive l’insegnamento come un’occasione per crescere ed esplorare con curiosità e gioia il mondo? È la spia che si sta rompendo la motivazione a imparare».
E la motivazione è alla base di ogni possibile apprendimento. «Bisogna capire se le sue difficoltà sono solo emotive e risolvibili con un intervento di supporto psicologico, oltre che con un bravo insegnante che lo affianchi», continua Lucangeli. «Oppure se ci sono problemi nel sistema nervoso centrale che si manifestano nella dislessia (difficoltà a leggere) o nella discalculia (difficoltà a far di conto), presenti in tre bambini su cento.

Rivolgersi ai centri specializzati
Nella discalculia, il campanello d’allarme scatta se il bambino non riconosce la differenza fra i numeri piccoli entro il quattro (per esempio, che due caramelle sono meno di tre) e se non conta almeno sulle dita, indice di una difficoltà di base a livello neuropsicologico. Questi dubbi si risolvono rivolgendosi a un esperto qualificato».
I centri d’eccellenza italiani per i disturbi d’apprendimento li trovate sul sito dell’Airipa (Associazione italiana per la ricerca e l’intervento nella psicopatologia dell’apprendimento).
Gilda Lyghounis – OK La salute prima di tutto

Gruppo San Donato

Ultimo aggiornamento: 19 ottobre 2009

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