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Un tuffo dopo mangiato? Non siate impazienti

Per scongiurare il rischio di una congestione bisogna aspettare almeno un paio d'ore dal pasto: attenzione soprattutto ai bambini. Ecco come intervenire in caso di emergenza

E’ il primo pensiero delle mamme in spiaggia o a bordo piscina: riuscire a frenare l’irrequitezza dei piccoli prima che si tuffino in acqua a stomaco pieno rischiando una congestione. Ma quanto bisogna resistere?

«Mediamente, dopo il pranzo, occorre attendere dalle due alle tre ore prima di fare il bagno», spiega Sebastian Cristaldi, esperto di Pediatria dell’Emergenza dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Gruppo San Donato

Per riuscire a bloccare i bambini, il consiglio per le mamme è quello di giocare d’astuzia: è tutta una questione di organizzazione del tempo, spiega il pediatra, perché magari il bambino può non stare al mare nelle ore in cui deve attendere di poter entrare in acqua.

Il rischio congestione, però, non deriva solo dal bagno in acqua. «Le regole che valgono per i bimbi come per gli adulti sono quelle di evitare bevande gassate e fredde, i cibi grassi e tutto ciò che fa lavorare l’intestino in modo più faticoso, preferendo invece carboidrati che si metabolizzano rapidamente, frutta e verdura e bevande fresche», precisa Cristaldi.

Se nonostante le precauzioni si verifica una congestione, meglio allertarsi subito ai primi sintomi: dolore addominale, nausea, vomito, capogiri, sudorazione fredda e svenimento. In questi casi è bene «portare il bimbo all’ombra e in un luogo possibilmente ventilato o aerato e dopo averlo disteso sollevargli le gambe di 20-30 centimetri, lasciargli più aria possibile e dargli bevande fresche o a temperatura ambiente».

«Se la situazione è di ripresa immediata – spiega il medico – si può valutare se fare visitare il piccolo, magari chiamando il pediatra, mentre se ha avuto una perdita di coscienza e se migliora lentamente, è il caso di farlo visitare».

23/07/2015

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