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Gli occhiali magici per i bambini con disabilità intellettiva

Il confronto delle capacità dei livelli di attenzione all’inizio e alla fine della sperimentazione mostra un incremento significativo in tutti i bimbi

Un paio di occhiali “magici” per fare entrare i bambini con disabilità intellettiva a 360° nelle storie raccontate loro dai terapisti durante la riabilitazione, regalando loro esperienze che stimolano la curiosità e permettono di esercitare la capacità di attenzione e concentrazione.

Il progetto si chiama Wildcard: grazie all’effetto delle lenti, i contenuti interattivi possono essere esplorati semplicemente muovendo lo sguardo. Lo schermo esterno permette ai terapisti di visualizzare ciò che guardano i bimbi.

Gruppo San Donato

La applicazione raccoglie automaticamente i dati relativi alla interazione del bambino, permette ai terapisti di visualizzare i livelli di attenzione e offre la possibilità di modificare vari parametri della storia, per adattarla alle esigenze e alle capacità di ognuno.

Il sistema è stato sviluppato dal gruppo I3Lab – Innovative Interactive Interfaces presso il Laboratorio HOC del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano. Progettazione e sperimentazione sono state svolte in collaborazione con i terapisti e gli educatori di L’abilità Onlus di Milano, un centro specializzato nella riabilitazione dei bambini con disabilità intellettiva.

I risultati della sperimentazione finora svolta sono promettenti. I bimbi hanno accettato di indossare il visore in modo abbastanza naturale fin dall’inizio. Il potenziale rischio di una estraniazione dal mondo reale è stato evitato attraverso il continuo stimolo verbale offerto dai terapisti durante l’”immersione” dei bimbi nel mondo virtuale e la combinazione dell’uso di Wildcard con attività di storytelling utilizzando libri tradizionali.

Il confronto delle capacità dei livelli di attenzione all’inizio e alla fine della sperimentazione mostrano un incremento significativo in tutti i bimbi.

Sono stati inoltre indentificati dei pattern nell’andamento dei livelli di attenzione che sono specifici per le diverse forme di disabilità. Questo suggerisce che uno strumento come Wildcard potrebbe essere usato in futuro anche per fornire dati diagnostici.

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