
L’insonnia e i disturbi del sonno nei bambini rappresentano un problema sempre più diffuso, con conseguenze importanti non solo sul benessere dei più piccoli, ma anche sulla qualità di vita delle famiglie. Negli ultimi anni, la melatonina è diventata una delle soluzioni più utilizzate, considerata una sostanza naturale e generalmente ben tollerata. Tuttavia, fino ad oggi il suo impiego in età pediatrica era caratterizzato da incertezze e mancanza di linee guida univoche: quanta melatonina dare, quando somministrarla e per quanto tempo restavano domande senza risposte condivise.
Una svolta arriva dallo studio congiunto dell’Università di Pisa e dell’IRCCS Fondazione Stella Maris, appena pubblicato sulla rivista internazionale Sleep Medicine Reviews. Il lavoro propone per la prima volta raccomandazioni operative basate sull’evidenza, delineando un quadro chiaro per l’utilizzo della melatonina nei bambini con disturbi del sonno.
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Perché servivano nuove indicazioni
Nonostante l’uso crescente, soprattutto in pediatria, la melatonina era spesso prescritta o assunta come integratore senza un protocollo condiviso. I foglietti illustrativi fornivano informazioni generiche, e le evidenze scientifiche disponibili erano frammentarie.
Secondo il professor Ugo Faraguna, co-autore dello studio, «l’orario di somministrazione è un aspetto cruciale e spesso trascurato: anticipare la melatonina di qualche ora rispetto all’addormentamento risulta molto più efficace che assumerla al momento di andare a letto».
Dose, tempi e durata del trattamento
Le raccomandazioni emerse dalla revisione sistematica forniscono indicazioni precise su tre punti chiave:
- Orario di somministrazione: la melatonina dovrebbe essere assunta circa 3 ore prima dell’orario di addormentamento desiderato. Questo anticipo si è rivelato determinante per sincronizzare correttamente il ritmo circadiano.
- Dose consigliata: tra 2 e 4 mg al giorno, un intervallo che massimizza l’efficacia senza aumentare il rischio di effetti collaterali.
- Durata del trattamento: la somministrazione deve essere prolungata per più settimane per garantire un miglioramento stabile del sonno, superando la logica del “uso sporadico”.
La metodologia dello studio
Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno analizzato in maniera sistematica la letteratura scientifica fino al 30 aprile 2024. Sono stati inclusi 21 studi clinici randomizzati su bambini in età prepuberale, confrontando i gruppi che avevano assunto melatonina con quelli trattati con placebo.
I risultati sono stati univoci: il trattamento secondo le nuove raccomandazioni ha facilitato l’addormentamento in tutti i pazienti. L’effetto è stato particolarmente marcato nei bambini con disturbi del neurosviluppo, per i quali il sonno rappresenta spesso un problema cronico e difficile da gestire.
Perché la melatonina funziona
La melatonina è un ormone naturale prodotto dalla ghiandola pineale, con un ruolo fondamentale nella regolazione del ciclo sonno-veglia. La sua secrezione aumenta fisiologicamente con il calare della luce, segnalando all’organismo che è tempo di dormire.
Nei bambini con disturbi del sonno, però, questo meccanismo può risultare alterato. La somministrazione esogena di melatonina aiuta a ristabilire la corretta tempistica biologica, ma – come sottolineano gli studiosi – solo se somministrata nel momento giusto e con la giusta posologia.
Un aiuto concreto per pediatri e famiglie
Le nuove linee guida rappresentano una cornice pratica e verificabile, in grado di colmare un vuoto che per anni ha lasciato spazio a interpretazioni soggettive.
“L’uso della melatonina in pediatria è sempre più diffuso – spiega Faraguna – ma fino a oggi mancavano indicazioni chiare su dose, tempi e durata del trattamento. Le raccomandazioni che proponiamo vogliono offrire uno strumento utile sia ai clinici che ai genitori”.
Attenzione e prudenza restano fondamentali
Nonostante i dati incoraggianti, gli esperti ricordano che la melatonina non è una soluzione universale e non deve sostituire le regole di una corretta igiene del sonno (orari regolari, ambiente adeguato, riduzione degli stimoli serali). Inoltre, la somministrazione nei bambini deve avvenire sempre sotto controllo medico, per valutare la situazione individuale e monitorare eventuali effetti collaterali.
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