Alimentazione

È salutare usare l’acqua calda del rubinetto per farla bollire prima?

Un'abitudine per risparmiare tempo (e denaro), che però non convince gli esperti. Soprattutto se si vive in case con vecchie tubature

Alcune persone hanno l’abitudine di utilizzare l’acqua calda del rubinetto per farla bollire prima. E una volta bollente la impiegano normalmente, per cucinare pasta, riso, verdure. Si tratta di un’usanza salutare oppure no? Cerchiamo di capirlo.

Uno spreco di acqua

«Di questi tempi potrebbe sembrare un grande vantaggio per risparmiare energia, ma in realtà quel poco che si risparmia sui fornelli (che siano a gas oppure elettrici) si “paga” con l’utilizzo dell’acqua calda contenuta nel boiler o con il riscaldamento dell’acqua da parte di una caldaia» commenta Alberto Ritieni, docente di chimica degli alimenti all’Università Federico II di Napoli. Senza contare che l’acqua calda non esce immediatamente dal rubinetto e per ottenerla bisogna prima lasciar correre una discreta quantità di acqua fredda. In questo periodo, ma in generale, uno spreco che può essere evitato. «Al massimo, utilizzare acqua calda invece che fredda fa risparmiare tempo, perché va da sé che il tempo per portarla a ebollizione sarà minore, ma stiamo parlando di una manciata di minuti» osserva Ritieni. Vale la pena?

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Il problema del calcare

Sembra di no, in particolare per due motivi: tubature e boiler. Partiamo dalle prime. «I tubi dell’acqua calda, soprattutto se si vive in una casa molto vecchia con impianti datati, sono molto più soggetti a incrostazioni di calcare rispetto a quelli dell’acqua fredda. Questo accade perché la temperatura più elevata facilita la precipitazione dei minerali contenuti nell’acqua, che li raccoglie e li porta con sé» fa sapere l’esperto.

Muffe e batteri

Per quanto riguarda il boiler, anche in questo caso soprattutto se si tratta di un vecchio boiler elettrico, «possono esserci non solo depositi di calcare, ma anche muffe o batteri. Specie se non viene sanificato e pulito da tempo. L’acqua calda che esce dai rubinetti va benissimo per lavare i piatti o lavarci sotto la doccia, ma non per cuocere alimenti che poi mangiamo. L’ebollizione a 100 gradi risolve il potenziale problema dei batteri, ma non quello del calcare o di altre impurità assorbite dall’acqua calda nelle tubature o nel boiler» sottolinea l’esperto.

Non ridurre il tempo di cottura

Come ultimo consiglio in cucina, in questi mesi delicati e attenti al risparmio, in cui alcuni potrebbero ridurre i tempi di cottura o contenerli al minimo per non tenere accesi troppo a lungo forno o fornelli, l’esperto avverte: «Finché si tratta di verdure non c’è alcun problema, ma se stiamo preparando un piatto a base di carne (specialmente pollo) o di pesce per non rischiare di incorrere in contaminazioni alimentari, è meglio concludere la cottura fino in fondo alle temperature suggerite per quell’alimento».

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