Alimentazione

Allergia al sesamo: più diffusa di quanto si pensi

In Europa è considerato uno dei principali allergeni da anni, mentre negli Stati Uniti è stato inserito solo quest'anno. Il presidente Siaaic ci spiega come si diagnostica e perché è frequente

Secondo uno studio americano l’allergia al sesamo colpisce il 17% dei bambini con allergia alimentare. Spesso in concomitanza con la sensibilizzazione e l’allergia ad arachidi o noci. Eppure gli Stati Uniti hanno inserito il sesamo tra i principali allergeni alimentari solo quest’anno, a partire dal gennaio 2023. In aggiunta ad altri otto: latte, uova, pesce, crostacei, frutta a guscio, arachidi, grano e soia. L’Europa, invece, non solo aveva già il sesamo nella lista degli allergeni per cui vige l’obbligo di indicazione in etichetta, ma ne ha persino cinque in più. Senape, sedano, lupini, anidride solforosa e solfiti. Come mai questa differenza?

Allergia al sesamo: Usa vs Italia

«In America già nel 2017 c’erano statistiche che stimavano un milione di cittadini sensibili al sesamo. Ma nonostante questo hanno posto l’obbligo della segnalazione del prodotto come allergene importante negli alimenti solo cinque anni dopo», commenta Mario Di Gioacchino, presidente della Società Italiana di Allergia, Asma e Immunologia Clinica (Siaaic). «In effetti le normative europee sono un pochino più attente alla sicurezza del consumatore, mentre quelle americane sono più permissive, come accade con gli Ogm o gli ormoni nella carne. Chi è abbastanza rigido, invece, è il Canada. Anni fa ha realizzato un sito, chiamato “Allergy Alert”, in cui segnala tutti i prodotti industriali che contengono allergeni alimentari, proprio per aiutare i pazienti allergici a fare scelte oculate». Tuttavia, «non sappiamo esattamente perché gli americani hanno aspettato così tanto a segnalare il sesamo come allergene. Forse hanno sottovalutato la sua diffusione negli alimenti e nella dieta occidentali».

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Sesamo: dove si trova

Tuttavia, negli ultimi anni, soprattutto per la moda di preparare piatti e ricette etniche, il sesamo è diventato molto più comune e frequente nelle cucine nostrane: basti pensare all’hummus, che contiene la tahina, una crema di sesamo, o alle falafel, polpettine di ceci con semi di sesamo. Per quanto riguarda invece i prodotti non etnici, il sesamo si può trovare spesso a decorazione di panificati, quindi pane, grissini e cracker, oppure sotto forma di olio di sesamo nei dolci da forno.

Diagnosi dell’allergia al sesamo

Un altro dei motivi per cui l’allergia al sesamo è stata probabilmente sottovalutata riguarda la sua difficoltà diagnostica. «La colpa è di alcune molecole insolubili in acqua contenute nel sesamo», riprende l’esperto. «Questo significa che quando facciamo il prick test cutaneo o ricerchiamo le IgE specifiche nel sangue, l’allergia al seme risulta spesso negativa proprio perché l’estratto per la diagnosi non contiene le molecole non solubili in acqua. Abbiamo tuttavia un modo per superare il problema, utilizzando nella diagnostica il prick by prick. Ossia utilizzando per il test l’alimento grezzo, o meglio in questo caso una goccia di olio di sesamo. È possibile che per questa difficoltà diagnostica, l’incidenza dell’allergia possa essere stata sottostimata».

Sesamo: come si manifesta l’allergia

Invece si tratta di un’allergia frequente, anche e soprattutto negli Stati Uniti, dato che il sesamo contiene una molecola molto simile a una contenuta nelle arachidi, uno degli allergeni più frequentemente causa di sensibilizzazione negli Stati Uniti. «Questa similitudine fa sì che molti soggetti allergici alle arachidi reagiscano anche al sesamo in quanto la molecola è responsabile dell’allergia crociata tra i due alimenti» spiega il presidente della Siaaic. «Come la frutta secca, anche il sesamo è uno degli alimenti che può frequentemente dare reazioni molto gravi, fino allo shock anafilattico».

Allergeni: come si trovano in etichetta

Come individuare un allergene in etichetta? In realtà le dichiarazioni sono molto esplicite. Per legge il nome della fonte alimentare di un allergene alimentare può comparire in due modi.  O tra parentesi dopo il nome dell’ingrediente: ad esempio “lecitina (soia)”, “farina (grano)”, “siero di latte (latte)”. Oppure, l’allergene deve comparire immediatamente dopo o accanto all’elenco degli ingredienti con una dichiarazione del tipo: “Contiene grano, latte e soia”. Questo vale anche per “Contiene tracce di”, in genere un espediente utilizzato da aziende che nello stesso stabilimento producono più prodotti alimentari e per il rischio di potenziali contaminazioni mettono in guardia il consumatore allergico.

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