Alimentazione

Food noise: come gestire i pensieri intrusivi sul cibo?

Questo fenomeno può influenzare negativamente le abitudini alimentari, compromettendo la qualità della vita

Pensare al cibo, in una certa misura, è del tutto normale. Fa parte della quotidianità e succede, ad esempio, quando abbiamo fame o decidiamo cosa cucinare. Ma se questo pensiero si manifesta in modo ricorrente, insistente e difficile da controllare, potremmo avere a che fare con un fenomeno noto come food noise.

Food noise: cos’è?

Il termine food noise, o “rumore del cibo”, descrive un flusso costante di pensieri legati al cibo. Non si tratta semplicemente di riflettere su cosa mangiare, ma di un dialogo interno continuo che può ripetersi fino al punto di diventare invadente e difficile da ignorare.

La diffusione dei farmaci agonisti del recettore GLP-1 (ad es. semaglutide), utilizzati per il trattamento del diabete di tipo 2 e rivelatisi efficaci anche per favorire la perdita di peso, ha contribuito a una crescente attenzione verso il fenomeno del food noise. Una revisione narrativa pubblicata nel 2023 su Nutrients ha evidenziato che pazienti trattati con questi farmaci hanno riferito una riduzione dei pensieri costanti e persistenti sul cibo, che prima affollavano la loro mente. Tra gli esempi riportati, ci sono pensare al cibo tutto il tempo, sentirsi tentati di controllare più volte al giorno le applicazioni di consegna a domicilio e pensare al prossimo pasto mentre si sta ancora mangiando.

Food noise: perché può diventare un problema?

Come spiega lo stesso articolo, il nostro cervello è abile nel farci desiderare i cibi e le bevande che vediamo, annusiamo e sentiamo. Queste risposte motivazionali possono spingerci a mangiare anche in assenza di fame. In passato, tali meccanismi si sono rivelati utili per farci sopravvivere durante i periodi di scarsità.

Secondo il modello CIRO (Cue-Influencer-Reactivity-Outcome) della reattività agli stimoli alimentari proposto dai ricercatori, gli stimoli che possono suscitare risposte legate al cibo includono segnali sensoriali (come vedere o sentire l’odore del cibo), ambientali (ad esempio, passare davanti a un ristorante), sociali (come osservare altre persone che mangiano) e interni (come il brontolio dello stomaco).

Tuttavia, alcune persone mostrano una reattività agli stimoli alimentari più elevata rispetto ad altre, influenzata da vari fattori. Il food noise, descritto come «manifestazioni accentuate e/o persistenti di reattività a questi stimoli», può portare spesso a pensieri intrusivi legati al cibo e a comportamenti alimentari disadattivi.

Come calmare il rumore del cibo?

Secondo gli esperti, anche in assenza di un trattamento farmacologico, che comunque va sempre intrapreso su prescrizione medica e sotto controllo specialistico, ci sono altri metodi che possono aiutare a gestire il food noise. In ogni caso, è consigliabile lavorare sul proprio stile di vita per ottenere benefici duraturi.

La Dott.ssa Jennah Siwak, in un video pubblicato su TikTok, ha fornito diversi consigli pratici, suggerendo di modificare i segnali alimentari, se possibile, cambiando l’ambiente: «questo implica capire quali sono i nostri fattori scatenanti e se si tratta di cose come le pubblicità in TV, non guardarle o ascoltarle». Ha poi suggerito di mangiare in modo da sentirsi sazi, includendo alimenti ad alto contenuto di proteine e fibre.

«Un’altra cosa che può essere utile è non ignorare la fame fisica, non seguire una dieta eccessivamente restrittiva. Per alcune persone il digiuno intermittente e le diete restrittive nel tempo possono rendere il food noise più forte, così come eliminare interi gruppi di alimenti», ha spiegato. Inoltre, può aiutare pianificare i pasti e gli spuntini ed è importante dormire a sufficienza e gestire lo stress.

Se il food noise compromette la qualità della vita, parlarne con il proprio medico può essere il primo passo per venire indirizzati, se necessario, verso un supporto specialistico adeguato, come quello psicologico, per affrontarlo in modo efficace.

Leggi anche…

Mostra di più

Aurora Pianigiani

Collabora con OK Salute e Benessere e si occupa di comunicazione in ambito medico-scientifico e ambientale. Laureata in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Firenze, si è formata nel settore dei media digitali e del giornalismo. Ha conseguito il Master in Comunicazione della Scienza e della Salute presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e contestualmente ha scritto articoli per testate giornalistiche che svolgono attività di fact-checking.
Pulsante per tornare all'inizio