Salute

La solitudine come l’obesità: mette a rischio la longevità

La mancanza di relazioni sociali può incidere sullo stato di salute, soprattutto dopo i 65 anni

In compagnia si vive più a lungo: si allunga la lista dei fattori che incidono sulla longevità, accanto ad alimentazione sana, attività fisica regolare e una certa predisposizione gentica ora si aggiunge anche la socialità. Al contrario, sentirsi soli e vittime dell’isolamento sociale ostacolerebbe l’obiettivo di una vita longeva, al pari dell’obesità. E’ quanto emerge da uno studio condotto dagli psicologi della Brigham Young University, negli Stati Uniti, che ha passato in rassegna i dati di oltre 3 milioni di persone partecipanti a diverse ricerche.

Intrecciare e mantenere relazioni sembra avere un impatto positivo non solo sull’umore ma anche sullo stato di salute generale, tanto da incidere sul rischio di mortalità prematura soprattutto nella popolazione con più di 65 anni. I risultati pubblicati su Perspectives on Psychological Science lo confermano: analizzando alcuni parametri come l’isolamento sociale, il vivere da soli e lo stato socioeconomico di tutti i partecipanti, i ricercatori messo in evidenza che la mancanza di una rete sociale è correlata a un peggiore stato di salute.

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Già studi precedenti avevano messo la solitudine e l’isolamento sociale tra le condizioni da evitare se si spera in una vita longeva, al pari di fumare 15 sigarette al giorno ed essere un alcolista. «Il loro effetto è paragonabile all’obesità, una malattia che la sanità pubblica prende molto seriamente», ha commentato Julianne Holt-Lunstad, prima firma dello studio. «Dobbiamo iniziare a prendere più seriamente anche le nostre relazioni sociali».

 

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