Salute

Veronesi: non abbiate paura della menopausa

I consigli del garante scientifico di OK: donne, vivere bene il periodo in cui non si è più fertili si può

La forza di una donna non è solo nella possibilità di procreare. La menopausa non si porta via niente della sua sensibilità, della sua vitalità, della sua sensualità, della sua capacità di farsi carico di tanti ruoli.

Alla salute delle donne e al rispetto dell’armonia del loro corpo e della loro psiche ho dedicato la mia carriera professionale e credo di aver imparato a conoscerle, oltre che ad apprezzarle profondamente. Sono spesso creature anticonformiste e coraggiose, in grado di reinventarsi, se davvero lo vogliono, in ogni fase della loro vita.

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Una ragazza ha freschezza, una cinquantenne fascino
Una ragazza ha la freschezza della gioventù, ma il volto di una cinquantenne o di una sessantenne può raccontare tante più cose. È il fascino dell’esperienza, è la saggezza della coscienza.

Sono considerazioni che riferisco spesso a pazienti spaventate perché si è affacciata la menopausa. L’esistenza non è finita, spiego, è solo cambiata. E può anche essere più bella. L’importante è la consapevolezza di quello che accade, in modo da ridefinire l’equilibrio con il proprio corpo secondo nuovi parametri.

È un momento delicato. Non serve, come fanno alcune, sforzarsi di andare avanti come se nulla fosse cambiato. Ed è sbagliato, allo stesso modo, considerarsi affette da una sorta di malattia inesorabile che non si può far altro che subire.

Bisogna prima di tutto saper ascoltare i segnali dell’organismo che si modifica. Il corpo ha un suo linguaggio e quel linguaggio va compreso. La menopausa comporta disagi? Vanno identificati e curati: una donna non può e non deve rassegnarsi a una qualità di vita peggiore solo perché si è conclusa una fase della sua esistenza.

Bisogna reagire allo stress del cambiamento
Certo, la fine del periodo fertile, segnata dall’incapacità dei follicoli di maturare e ovulare, è un mutamento non da poco dal punto di vista biologico: qualsiasi essere vivente, non solo l’uomo, è nato per moltiplicarsi, fa parte del disegno del suo Dna. I due istinti più forti sono la sopravvivenza e la riproduzione.

Per questo, quando la possibilità di avere figli viene meno si perde l’obiettivo principale della vita biologica. È come se il corpo smettesse di avere la sua ragione di esistere e la natura non sapesse più come utilizzarlo.

Si capirà come la cosa abbia delle ripercussioni sulla donna, sia fisiche sia psicologiche. Può cominciare a sentirsi demotivata, irritabile e a volte anche depressa, magari senza esserne cosciente. Le reazioni dipendono dalla personalità e dall’attitudine a reagire allo stress del cambiamento.

Per esempio, possono sentirsi svuotate quelle donne che hanno scelto di dedicarsi interamente alla casa e alla famiglia, se l’inizio della loro menopausa coincide con il periodo in cui i figli ormai grandi escono di casa, mentre i mariti continuano a essere assenti per lavoro.

Questa cosiddetta sindrome del nido vuoto crea una condizione di difficoltà e solitudine particolarmente drammatica che può portarle all’alcolismo o a un rapporto patologico con il cibo.

Tuttavia, in generale, le donne sono in grado di reagire adeguatamente a questo periodo di difficoltà, grazie alle loro notevoli risorse intellettive. E poi, nella società di oggi, in cui l’autostima femminile sempre di più è legata ad altri ruoli sociali al di fuori di quello di madre, alcune donne scoprono proprio in menopausa di possedere per esempio capacità artistiche inespresse. E trovano nella scrittura, nella pittura, nella recitazione o nella musica una nuova ragione di vita o comunque una passione in grado di farle sentire ancora vitali e pienamente gratificate.

I controlli ginecologici restino regolari
Le attività sociali o professionali intense aiutano moltissimo: le donne impegnate nel volontariato o nel lavoro di solito trovano maggiori motivazioni per reagire in modo costruttivo alla menopausa. Anche perché, con la diffusione del benessere, i progressi della medicina e il miglioramento delle condizioni di vita, si resta “giovani” molto più a lungo.
Cento anni fa una donna di mezza età magari si apprestava a diventare nonna. Ormai le cinquantenni sono nel pieno della loro vita lavorativa, spesso hanno figli ancora adolescenti e ritmi di vita forse più intensi delle trentenni.

Meryl Streep, classe 1949, ci continua a regalare interpretazioni straordinarie. E la sua quasi coetanea Hillary Clinton è segretario di Stato alla Casa Bianca.
Certo, i disagi fisici possono essere considerevoli: le vampate di calore sono il sintomo riferito più di frequente e con maggiore fastidio, ma esistono anche l’osteoporosi, rilevante con l’avanzare dell’età, e l’atrofia delle mucose. E ancora: la secchezza vaginale, che può limitare i rapporti sessuali e rendere ancora più difficile l’accettazione della menopausa; l’aridità della pelle; la perdita dell’elasticità dei tessuti.

Nelle donne obese è poi possibile che si verifichi un’iperplasia dell’endometrio che, nel tempo, può degenerare in tumore: per questo è estremamente importante che i controlli ginecologici rimangano regolari anche in una fase della vita dove si tende a ridurre l’attenzione per la sfera sessuale.

Il trattamento dev’essere personalizzato
Che fare per combattere i disturbi gravi e meno gravi? Una soluzione ottima è la terapia ormonale sostitutiva (Tos). Il principio di questa cura è di ristabilire l’equilibro ormonale del periodo precedente la menopausa somministrando, attraverso i farmaci, una determinata dose di ormoni.

La Tos è stata usata per anni nei Paesi del Nord Europa e degli Stati Uniti, poi alcuni studi clinici hanno gettato qualche ombra sull’assunzione di estrogeni (uniti o meno al progesterone). I dubbi sollevati sul possibile rischio di tumore mammario durante terapia sostitutiva hanno creato un enorme danno alle donne: l’atteggiamento medico è passato dal totale e libero favore alla cura al proibizionismo assoluto, con l’evidente perdita di strumenti preziosi per la qualità di vita.

Io penso che, in realtà, il bilancio tra rischio e beneficio nell’uso della terapia sostitutiva è nel complesso a favore del secondo. La Tos elimina le vampate di calore, i sudori notturni, il senso di stanchezza, l’irritabilità e altri fastidi tipici della menopausa. Viene spesso prescritta anche per prevenire l’osteoporosi, l’indebolimento delle ossa che aumenta nella donna il rischio di fratture.

Nel suo complesso, quindi, migliora la qualità dell’esistenza, che viene probabilmente allungata. Forse è in grado anche di tenere lontano il rischio dell’Alzheimer.
Va ricordato che all’aumento lieve di rischio di tumore del seno corrisponde, secondo alcune ricerche, una riduzione consistente, del 30-40%, del pericolo di un cancro del colon, malattia ben più pericolosa.

Su tutti svetta un dato: nessuno studio ha mai dimostrato un aumento della mortalità in donne che hanno fatto uso di terapia ormonale sostitutiva! È ovvio che la Tos non è la panacea di tutti i problemi e che, come tutte le cure, ha degli effetti collaterali, seppure lievi.

La soluzione è la personalizzazione: la prescrizione della terapia va sempre valutata caso per caso dal medico di fiducia, ginecologo o medico di famiglia che sia, chiamato anzitutto a capire come ognuna vive la sua menopausa. Il resto spetterà alla donna. Si guardi allo specchio e scopra quanto, dietro quella sua piccola ragnatela di rughe, può esserci fascino. Come e più di prima.

Umberto Veronesi (1925-2016)
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