Salute

Come prevenire il melanoma

Dalle creme solari all'autoanalisi casalinga dei nei, scopri come comportarti a in spiaggia e a casa per abbattere il rischio di tumore cutaneo. Due le videointerviste per dare voce anche agli esperti

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità più del 30% dei casi di tumore si può abbattere con la prevenzione, modificando alcuni stili di vita. In questa percentuale rientrano anche i casi di melanoma, una neoplasia cutanea che oggi fa meno paura, perché guarisce circa il 90% dei pazienti, ma che avanza sempre di più tra i giovani e che si può prevenire. Il 20% delle nuove diagnosi registrate in Italia nel 2019 ha riguardato persone sotto i 40 anni. Il dito è puntato contro le cattive abitudini, come l’esposizione alle radiazioni ultraviolette naturali del sole e quelle artificiali delle lampade, i cui rischi sono ancora troppo sottovalutati. Perciò gli esperti avvertono: serve una corretta esposizione ai raggi, un costante autocontrollo della pelle e una visita annuale dal dermatologo in caso di nei. Solo così si può prevenire il melanoma.

Creme e schermi solari

Alla base della prevenzione dei tumori cutanei c’è l’utilizzo di creme e schermi solari adeguati al proprio fototipo e al tempo di esposizione. I prodotti topici devono essere applicati ripetutamente (non una sola volta al giorno e sempre dopo aver fatto il bagno) e non devono creare un falso senso di sicurezza: una crema non è uno scudo e non autorizza a esporsi per più tempo al sole o nei momenti più caldi della giornata.

Gruppo San Donato

Il fattore di protezione (SPF) deve essere inversamente proporzionale al proprio fototipo: tanto più la pelle è chiara e sensibile ai raggi solari tanto deve essere maggiore l’SPF. È importante usare le creme solari per integrare, ma non per sostituire, i metodi fisici di protezione dalle radiazioni ultraviolette, come magliette, cappelli, occhiali e ombrelloni, in particolare nelle ore centrali e più calde della giornata.

Autoabbronzanti e lampade non proteggono la pelle

Gli autoabbronzanti hanno un effetto unicamente cosmetico e non “preparano” la pelle al sole. Allo stesso modo, lampade e lettini solari. Come hanno evidenziato diversi studi scientifici negli ultimi anni, le lampade abbronzanti fanno male perché possono accelerare l’invecchiamento cutaneo provocando un aumento delle rughe e delle macchie. Sono da considerare un ulteriore rischio per l’insorgenza dei tumori della pelle.

Prevenire il melanoma: no alle ustioni

Bisogna evitare nel modo più assoluto di scottarsi al sole, soprattutto i giovani, i soggetti con pelle chiara e quelli con molti nei. La pelle ha una sua memoria e le scottature prese durante infanzia e adolescenza si ripercuotono anche a distanza di molto tempo. Scottature ed eritemi possono danneggiare in modo permanente la pelle e causare alterazioni precancerose, insorgenza prematura di rughe e altri segni di invecchiamento cutaneo.

Protezione fin da piccoli

I bimbi sono i primi da proteggere. «Nella primissima infanzia bisogna evitare l’esposizione alla luce solare diretta», spiega Mauro Paradisi, dermatologo pediatra. «Nei bambini più grandi, invece, bisogna tener conto del fototipo e la crema protettiva, scelta tra quelle concepite per l’infanzia. Deve essere applicata in modo generoso, 20 minuti prima della esposizione al sole e riapplicata almeno ogni 2 ore o più frequentemente in caso di bagno o intensa sudorazione. È stato stimato che fino al 50% della esposizione al sole avvenga nei primi 18 anni di vita. E che il rischio di sviluppare melanoma in età adulta è correlato ad intense e intermittenti esposizioni solari con ustioni nell’età pediatrica».

Proteggiti dai raggi, anche quando è nuvoloso

Come già anticipato, altri validi strumenti di prevenzione sono ombrelloni, teli, copricapi e indumenti per evitare il contatto diretto con i raggi solari. Soprattutto nelle ore più calde. Nonostante le raccomandazioni dei medici, infatti, continua l’esposizione nelle ore centrali della giornata e anche quando è nuvoloso senza protezione, ma i raggi UVA, la maggior parte di quelli che arrivano sulla Terra, oltrepassano nuvole, vetri, schermature. Non stimolano l’abbronzatura, ma raggiungono il derma in profondità, ossidando le cellule e causando l’invecchiamento cutaneo. Oltrepassando qualsiasi barriera, sono sempre presenti, anche quando è nuvoloso e piove.

I più dannosi per la salute sono i raggi UVB. Ne arrivano meno perché sono schermati da nuvole e vetri, ma sono la causa delle scottature, delle ustioni solari e dei tumori della pelle, compreso il melanoma. Gli UVB colpiscono soprattutto nelle giornate soleggiate, raggiungendo la loro aggressività maggiore dalle 10.30-11 della mattina fino alle 16.

Prevenire il melanoma: i consigli del dermatologo Antonino Di Pietro

L’esperto Antonino Di Pietro, Direttore scientifico dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis di Milano, spiega come alcuni semplici comportamenti possono ridurre il rischio di sviluppare il melanoma cutaneo.

Prevenire il melanoma: il parere dell’esperta AIRC

Ecco 4 regole di prevenzione da seguire in spiaggia spiegate da Licia Rivoltini, ricercatrice AIRC presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e responsabile dell’Unità di Immunoterapia dei Tumori Umani.

Autoanalisi a casa

Esaminarsi i nei a casa, controllandosi allo specchio con regolarità, è un altro comportamento preventivo. Per le parti del corpo meno visibili, come il cuoio capelluto o il dorso, meglio farsi aiutare. Il melanoma può comparire infatti anche sotto il piede, nell’orecchio, sul palato, sui genitali. Devono destare sospetto i nei che mostrano asimmetria, bordi irregolari, colore variegato, dimensioni superiori a sei millimetri e che sono in evoluzione, ovvero cambiano i parametri fin qui elencati: ecco come controllarti i nei da solo.

Visita di controllo

L’autoanalisi non sostituisce la visita dermatologica. Da qualche anno la diagnosi precoce è più facile grazie a uno strumento chiamato microscopio a epiluminescenza (o dermatoscopio), che consente di individuare anche le più piccole lesioni, invisibili a occhio nudo, da sottoporre poi a esame istologico.

«Bastano un controllo dermatologico intorno ai 15 anni e un’attenzione costante e particolare ai nei», dice Mario Santinami, direttore della struttura complessa melanoma sarcoma all’Istituto nazionale dei tumori di Milano. «Se cambiano forma, colore o dimensione, o se ne appaiono di nuovi, è bene fare una visita specialistica».

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