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Perché abbiamo il mento?

E' un dono dell'evoluzione, per aiutarci a stringere rapporti sociali

Ci avete mai fatto caso? Ce l’abbiamo solo noi. Il mento è una caratteristica unica, presente solo sul “muso” dell’uomo moderno. Non ce l’hanno i nostri “cugini” primati, e non ce l’avevano neepure i nostri antenati, come l’uomo di Neanderthal. E perché, dunque, l’abbiamo sviluppato proprio noi?

A differenza di quanto si possa pensare, il mento non è frutto della masticazione: è solamente un “dono” che ci ha fatto Madre Natura per aver abbandonato gran parte della nostra aggressività istintiva a favore di una vita fatta di relazioni sociali. E’ quanto sostengono gli antropologi dell’Università dell’Iowa, negli Stati Uniti, nel loro ultimo studio pubblicato sulla rivista Journal of Anatomy.

Gruppo San Donato

Dopo aver misurato il cranio di oltre 40 persone dai 2 ai 30 anni, i ricercatori hanno rielaborato i dati in una serie di simulazioni e analisi biomeccaniche per verificare l’impatto della masticazione. Ebbene, i risultati hanno dimostrato che le forze meccaniche in gioco sono incapaci di stimolare la produzione di nuovo osso per la costruzione del mento. Il mento più sviluppato degli adulti ha mostrato addirittura una minore resistenza rispetto a quello dei bambini, meno pronunciato e per questo più simile al mento dei Neanderthal.

Secondo l’antropologo Robert Franciscus, il mento potrebbe dunque derivare dal cambiamento di stile di vita dell’uomo iniziato circa 80.000 anni fa e culminato 20.000 anni fa, con la migrazione dell’uomo moderno fuori dall’Africa. Con l’evoluzione, infatti, i nostri antenati sono passati dal vivere in piccoli gruppi di cacciatori e raccoglitori a comunità via via sempre più grandi, dove le relazioni sociali e la cooperazione erano elementi fondamentali per il benessere collettivo. Gli uomini hanno dovuto ridurre la propria aggressività, dunque i propri livelli di testosterone: questa variazione ormonale si sarebbe tradotta in un ridimensionamento della faccia (che infatti è il 15% più piccola di quella dei Neanderthal) e nella “emersione” del mento.

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