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Tatuaggi e piercing: tutte le regole per non sbagliare

Quali rischi si corrono? Che caratteristiche deve avere il professionista a cui mi rivolgo? Quali sono i tempi di cicatrizzazione? E se cambio idea? Gli esperti dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma rispondono a tutte le domande

Piercing e tatuaggi

In Italia circa il 20,3% dei ragazzi tra i 12 e i 18 anni ha un piercing. I dati sono di un’indagine Eurispes, che sottolinea come siano soprattutto le ragazze ad amarli. Anche i tatuaggi sono molto diffusi, ma non esistono stime precise. Gli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma hanno fornito alcune indicazioni perché siano fatti in sicurezza. La scelta di tatuarsi o di applicare un piercing va affrontata con molta serietà per almeno due ragioni: perché il tatuaggio che facciamo oggi resterà dov’è e com’è per tutta la vita e perché sia piercing, sia tatuaggi comportano rischi, anche gravi, per la salute.

Piercing: tempi di cicatrizzazione

Una volta inserito il piercing, è necessario curare con grande attenzione la ferita fino a cicatrizzazione completa. Durante questo periodo di alcune settimane vanno praticati lavaggi e disinfezioni almeno tre volte al giorno con prodotti specifici.
Tempi di cicatrizzazione:
Lobo dell’orecchio: 6 – 8 settimane.
Cartilagine dell’orecchio: 4 mesi – 1 anno.
Sopracciglio: 6 – 8 settimane.
Narici: 2 – 4 mesi.
Setto nasale: 6 – 8 mesi.
Lingua: 4 settimane (può causare una paralisi parziale se il gioiello inserito danneggia un nervo).
Labbra: 2 – 3 mesi.
Capezzolo: 3 – 6 mesi.
Ombelico: 4 mesi – 1 anno.
Genitali femminili: 4 – 10 settimane.
Genitali maschili: 4 settimane – 10 mesi.

Gruppo San Donato

Infezioni

Con il tatuaggio e con il piercing si possono trasmettere infezioni batteriche sulla pelle che qualche volta possono entrare nel sangue e coinvolgere anche il cuore. Si possono trasmettere anche i virus dell’epatite B e C e, in misura minore, il virus dell’AIDS.

Allergia e cheloidi

Un altro rischio è rappresentato dalle reazioni allergiche agli inchiostri utilizzati per il
tatuaggio e ai metalli del piercing. Particolarmente temibile è l’allergia al cosiddetto “hennè nero” ottenuto aggiungendo all’hennè un composto molto pericoloso, la parafenilendiamina (PPD).
Il piercing può causare, oltre alle infezioni acute, anche infiammazione cronica che può favorire infezioni ricorrenti. La formazione di cicatrici o di cheloidi (lesioni cicatrizali, di dimensioni abnormi e sfiguranti) è un rischio concreto sia del tatuaggio che del piercing.

Ambiente

L’ambiente deve avere le stesse caratteristiche igieniche dello studio del dentista.

Piercer e tatuatore

Il professionista deve lavarsi accuratamente le mani e indossare un paio di guanti sterili, che deve aprire davanti a voi.

Aghi e tubi

Devono essere usa e getta oppure sterilizzati in autoclave, quindi in confezione sigillata, aperta di fronte a voi.

L’inchiostro

Deve essere nuovo (non riutilizzato rabboccando la bottiglia).

Chi deve evitarli

Piercing e tatuaggi sono particolarmente pericolosi, quindi controindicati, nei portatori di vizi valvolari cardiaci, negli affetti da immunodeficit o patologie croniche, a chi assume farmaci antiaggreganti come l’aspirina, immunosoppressori o anticoagulanti, nei ragazzi con cheloidi e nelle donne in gravidanza.

Se vogliamo cancellarli

Più facile per il piercing, purché ci si faccia seguire da un dermatologo esperto per evitare cicatrici sfiguranti e per accelerare la chiusura del foro. Ben più difficile per i tatuaggi. La tecnica che dà oggi i risultati migliori, nelle mani di un dermatologo esperto, è il laser che tuttavia può non essere in grado di rimuovere tutto il tatuaggio e può causare la formazione di croste che talvolta lasciano cicatrici permanenti, oltre a essere molto costoso.
Altre tecniche come la dermoabrasione, l’asportazione chirurgica, talvolta con autotrapianto di pelle, la criochirurgia possono venir prese in considerazione da un dermatologo esperto ma spesso danno risultati meno soddisfacenti della tecnica laser e causano problemi estetici analoghi.

 

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