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Daniela Santanchè: «Per anni ho avuto paura di dormire da sola»

«La mia fobia è iniziata da bambina, quando tornando dalle vacanze ho trovato la casa svaligiata dai ladri. Mi sono fatta forza e a poco a poco sono riuscita a non tenere la luce accesa in camera tutta la notte»

Ebbene sì: a dispetto delle apparenze sono molto paurosa, che è ben diverso dall’essere una fifona, che cede ai suoi timori e si arrende. Il coraggio, per me, non consiste nell’assenza della paura, ma nella capacità di superarla e vincerla. Per anni, per esempio, ho avuto terrore del buio. La causa? Probabilmente il trauma provato da piccola per la visita dei ladri nella nostra casa di Cuneo, una brutta sorpresa scoperta al rientro dalle vacanze estive.

Chi lo ha provato sulla propria pelle lo sa. Il furto in casa è uno shock per un adulto, figuriamoci per una bambina: ricordo l’arrivo con la famiglia in auto, il parcheggio sotto casa nel garage silenzioso, buio e umido e poi la porta d’ingresso aperta, i cassetti ribaltati e quel disordine irreale. Da allora – e per molto tempo – per me dormire da sola senza una luce accesa sul comodino è stato impossibile. Quando poi mi sono trasferita a Torino per frequentare Scienze Politiche non sono riuscita a prendere sonno per mesi interi. A Cuneo avevo sempre vissuto in casa con tutta la mia famiglia, dividevo la camera con mia sorella, vicino a quella di mio fratello. Dormire da sola mi faceva tremare. Sentivo l’ascensore, sentivo i passi, sentivo tutti i rumori possibili. E stavo sveglia fino alle cinque del mattino china sui libri, fino a quando il bar sotto casa apriva. Solo allora mi sentivo protetta e riuscivo ad andare a letto.

Gruppo San Donato

In compenso, visto che ho uno spiccato senso della dignità, accanto a un uomo mi sono sempre imposta di non cedere alla tentazione di illuminare la stanza. Non mi piace scoprire i miei talloni d’Achille! Inoltre, per carattere detesto qualunque forma di dipendenza, perché odio sentirmi limitata da una schiavitù. Mi spiego meglio: nonostante sia una fumatrice, più volte all’anno mi privo delle sigarette per almeno 15 giorni per dimostrarmi di essere in grado di smettere quando volessi. Ecco perché, quando ho capito che non potevo più sperare che la paura del buio passasse da sola come mi ero augurata, ho deciso di sfidare con determinazione il mio mostro.

L’importanza di lavorare su se stessi
Avrò avuto 16, 17 anni quando ho iniziato ad affrontare il problema. Mi obbligavo ad andare in bagno la sera con la luce spenta e, quando d’inverno uscivo il pomeriggio con mia sorella, mi sforzavo di tornare a casa da sola dopo il tramonto, nonostante lo stress. Ci sono voluti anni, ma grazie al lungo percorso di razionalizzazione e alla forza di volontà ho imparato a vivere meglio la paura, se non proprio a superarla del tutto. Adesso mi bastano la luce del telefonino o la spia rossa del televisore per addormentarmi tranquillamente. Insomma, la situazione ormai è sostenibile.

Termino con due consigli: se soffrite di una paura del buio non invalidante, come la mia, seguite il mio esempio e lavorate su voi stessi. Se per voi invece la paura è un’ossessione, affidatevi a uno psicoterapeuta e andate fino in fondo. Non lasciatevi sopraffare dalle vostre fobie!

Daniela Santanchè

Testimonianza raccolta da Nicole Cavazzuti per OK Salute e benessere luglio 2016

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