Sessualità

Sex toys 2.0? Sofisticati dispositivi che si azionano anche a distanza

Una volta erano bambole gonfiabili e vibratori. Oggi si sono evoluti, ci fanno raggiungere il piacere ma possono anche aiutare a curare disfunzioni sessuali

Venezia, la città che più amo abitare. Ha una chiesa, una cappella, un monastero o un convento in ogni calle e in ogni campo. Le stesse isolette della laguna hanno il più delle volte i nomi dei santi cui son dedicate. Una religiosità diffusa, sociale e capillare. Orgoglio e forza della Serenissima, la patria dei sex toys monastici.

Le monache cistercensi della Celestia (che nome!), sulla carta di clausura, erano talmente dissolute, entro e fuori le mura che costeggiavano l’Arsenale, da riuscire impresentabili agli stessi supertolleranti Savi del Palazzo Ducale. Dopo la chiusura imposta da Napoleone Bonaparte, quando il monastero fu raso al suolo vennero trovate decine e decine di falli di ogni materiale. Altro che i musei dell’erotismo di Copenaghen o Amsterdam pieni di plastica di Taiwan! Alla Celestia c’erano preziosi avori cavi, da riempire di caldi liquidi. Le Memorie di Casanova raccontano poi di favolose «macchine sessuali» che dovevano avere un mercato non trascurabile tra le libertine. Solo apparentemente isolate dietro permeabilissime grate e mura, monache veneziane.

Gruppo San Donato

Come sempre accade, nessuno scopre nulla. In realtà, i giocattoli sessuali risalgono all’età delle caverne. I dildi, i peni finti forgiati a scopo apotropaico ma anche squisitamente erotico e ricreativo, sono tra gli oggetti più antichi che conserviamo del nostro passaggio sul pianeta. Il più datato è cinese (cos’è che i cinesi non hanno fatto prima di tutti gli atri?), ma poi se ne troveranno all’ombra degli ziggurat, delle piramidi, del Partenone, del Colosseo e delle pagode. Insomma, un antichissimo mestiere è quello di produrre giocattoli sessuali. Sex toys, come si dice adesso, anche se il termine che usiamo in medicina della sessualità è sex aid, aiuti sessuali.

Chi li usa non è un perverso

E oggi di strumenti medici, da molti punti di vista, si tratta. Non solo per sovvenire alle necessità di un piacere sessuale altrimenti negato alle persone sole o diversamente abili. Ma anche per aiutare e curare quelle che sole non sono, ma ne hanno comunque un grande bisogno. Dobbiamo infatti sfatare un mito. Gli utilizzatori di questi oggetti non sono perversi e nemmeno egoisti che pensano solo al proprio orgasmo ignorando il partner. Il piacere sessuale, in genere, non va a sottrazione, né fa ingrassare. Al contrario, aggiunge competenza, conoscenza di se stessi, confidenza nelle proprie capacità. L’unico reale rischio, infatti, è la colpevolizzazione. O la gelosia.

Ricordo un paziente che diventò impotente quando la compagna, senza nessuna intenzione polemica, ma anzi con quella esplicitata di aumentare il livello di intimità, si portò a letto un vibratore e glielo mise in mano chiedendogli di utilizzarlo sui di lei genitali, esplorandone assieme le reazioni. Un vibratore è come un pene non esattamente palpitante di passione, ma comunque instancabile e indefesso. Ciò creò nel poveretto un’ansia da performance mai esperita prima che meritò una bella terapia delle parole e, per un breve periodo di tempo, anche qualche pillola blu.

La prescrizione dei sex toys

Ma quali sono le applicazioni mediche dei giocattoli sessuali? Il dildo, nell’italiano medioevale chiamato «diletto», il surrogato del fallo, ora viene anche prescritto alle persone che soffrono di vaginismo o in cui c’è stata una neoplasia genitourinaria che può essere compensata con lo strumento. Esistono anelli di silicone che vengono posti alla radice del pene dalle persone che soffrono non tanto dell’incapacità di avere l’erezione, quanto di mantenerla a causa di una «fuga venosa» che drena il sangue fuori dai corpi cavernosi. Vanno usati sotto controllo urologico perché possono portare a trombosi e ischemia. Ora se ne vende un modello dotato di un microvibratore che avrebbe la funzione di incentivare l’erezione e di stimolare contemporaneamente la partner.

La Food and Drug Administration (l’ente regolatore dei farmaci negli Stati Uniti) approvò alcuni anni fa la commercializzazione come strumento medico-chirurgico di una sorta di mouse da computer, che alloggia pile e motorino, collegato con un sottile tubino a una campanella di morbido silicone trasparente da posizionare sul clitoride. All’accensione si fa dolcemente il vuoto nella campanella richiamando così il sangue nel clitoride che si inturgidisce e diviene più e più rapidamente responsivo.

Il principio di questo strumento, noto come Eros CD (che sta per clitoral device) è identico a quello della pompa a vuoto, manuale o elettronica, molto usata fuori dall’Italia per risolvere senza farmaci i problemi d’impotenza. Si tratta di una sorta di preservativo semirigido, all’interno del quale si fa, appunto il vuoto, provocando un’erezione artificiale che permette la penetrazione fintanto che viene indossato. Lo si trova come giocattolo sessuale (sconsigliato!) e come strumento medico (consigliato su parere del medico) anche nelle farmacie online.

E i sex toys per divertirsi

Accanto ai sex toys prescritti dai camici bianchi continuano naturalmente a spopolare quelli per uso ludico. ll mercato dei vibratori è interessantissimo per gli studiosi della sessualità umana. Vengono fabbricati modelli doppi per stimolare clitoride e vagina contemporaneamente: significa che entrambi gli organi sono importanti nella risposta sessuale femminile. Si vendono vibratori per il punto G, significa che certamente questo esiste e non è quell’Ufo ginecologico che alcuni pretendono. Se ne esistono designati per la penetrazione anale di entrambi i sessi (si chiamano plug) significa che questa pratica può genere piacere e che l’orgasmo anale forse non è un mito.

vibratore-singolo

Fin qui ci siamo mossi nei confini della tradizione. Ma nel mondo dei giocattoli sessuali sempre più novità si stanno affacciando. Calde vagine vibranti e massaggianti possono essere acquistate come tali o inserite in stupende e costosissime bambole. Non più gonfiabili come un tempo ma di materiali, colori che imitano così perfettamente il corpo umano. Tanto da avere permesso l’apertura di bordelli disinfettati dove il cliente acquista il tempo da trascorrere con la bambola che più gli piace senza rischi né sanitari né, verosimilmente, emotivi (a meno di non chiamarsi Pigmalione, che proprio di una statua si innamorò).

Coronavirus e sessualità

E in un quasi trecentesco momento storico dove si sospetta degli altri e si teme il contatto fisico, il sesso a distanza, asettico, sterile sta diventando un’opzione. Forse alimentata da un’isteria social che non ha paragoni con quanto accadde in tempi di scoperta dell’HIV. Allora ci si sentiva rassicurati dal non avere avuto rapporti più o meno sessuali (magari fortemente desiderati) con omosessuali. Ora che gli untori sembrano parlare il mandarino, il cantonese, l’italiano, il farsi, nessuno si considera al sicuro.

Smartphone e sex toys: alleati di piacere

È iniziato il tempo dell’aptica! Tecnicamente definita come la sensibilità dell’individuo verso il mondo adiacente al suo corpo, l’aptica è un capitolo della fisiologia umana che studia la percezione degli oggetti attraverso il tatto e quindi l’interazione tra le macchine e le sensazioni tattili. Insegna, ad esempio, a produrre marchingegni che collegano persone amputate, che altrimenti avrebbero una limitata capacità di interazioni, con l’ambiente che le circonda. Lo scopo è restituire al cervello le sensazioni fisiche di peso, temperatura, e consistenza. Questo è un obiettivo non lontano per i neurofisiologi come Alessandro Moscatelli, un collega di Tor Vergata che mi ha introdotto al mondo aptico, altrimenti per me sconosciuto. Assieme abbiamo pubblicato una revisione esperta della letteratura internazionale, appena pubblicata su Sexual Medicine Reviews. Abbiamo così scoperto che stiamo avendo, e sempre più avremo, strumenti sessuali a elevata tecnologia in grado di generare stimolazioni tattili erotiche particolari.

Sex toys aptici

Si tratta di dispositivi prossimali e distali, cioè in contatto ai genitali femminili e maschili, comandati non solo da se stessi, com’è sempre accaduto, ma dalla volontà erotica del partner. I sex toys aptici promettono una sorta di intimità elettronica surrogata tra i partner attraverso la connessione online. Ora le persone possono eccitarsi, stimolarsi e godere non solo grazie alla comunione umorale e tissutale, ma anche grazie ad applicazioni del telefonino. Queste governano in tempo reale (cioè sessuale) gli stimoli ai genitali di un compagno o una compagna distante anche mille miglia.

In un database planetario raccogliamo così dati scientifici sulle persone che stanno usando oggetti aptici come un vibratore inserito in una vagina a Dubai e governato da un gentiluomo circasso videocollegato dallo splendido quanto tollerante Kerala indiano. La bella emiratina, incurante della distanza oceanica, a sua volta aziona, grazie al suo proprio telefonino, una morbida vagina elettronica che stimola il compagno fino all’orgasmo. E le sensazioni dell’uno arrivano, grazie all’aptica, all’altro attraverso giocattoli sessuali ad altissima tecnologia. L’aptica erotica è dunque uno dei possibili scenari della sessualità del futuro. Dovremo farci i conti e cominciare a immaginare una nuova intimità sessuale, anche mediata dalle macchine e da Skype.

Dove sono probiti

Nazioni come Arabia Saudita, Maldive, Malesia, ma anche Thailandia e Vietnam, proibiscono la commercializzazione e il possesso dei giocattoli sessuali, considerati osceni. E non sorridiamo troppo della altrui pruderie, visto che fino a poco tempo fa diversi stati nordamericani erano esattamente sulla stessa linea. Di recente la Tanzania si è peritata di proibire (come se saliva, albume d’uovo, olio e burro non esistessero) i lubrificanti da usare a letto, visti come un invito a pratiche omosessuali. Vai a spiegare che le donne in menopausa non sempre possono assumere ormoni e quindi l’uso del lubrificante è l’unica possibilità per evitare escoriazioni, vaginiti e infezioni.

E vai a spiegare che se il 70% dei maschi americani oltre i 24 anni usa i lubrificanti, come una ricerca dimostra, un motivo ci sarà. E vai infine a spiegare che esiste, e non è nemmeno troppo rara, una misteriosa malattia del pene che ne provoca una più o meno accentuata curvatura. La malattia di La Peyronie, in cui l’urologo prescrive proprio i lubrificanti per facilitare la penetrazione. Il giorno che i governi cesseranno di occuparsi di cosa la gente fa in camera da letto dovrà essere salutato come una grande conquista per l’umanità.

di Emmanuele A. Jannini

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