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Fobie, che cosa si nasconde dietro al terrore

Orrore degli insetti, del buio, degli spazi chiusi... Ci sono moltissimi tipi di paure, legate a traumi o al Dna

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, non meno del 10% della popolazione europea, e un italiano su quattro, ha sperimentato almeno una volta il disagio psichico legato a panico incontrollato e sproporzionato. Insetti, rettili, aghi, luoghi chiusi o confusione: la casistica di cose, animali e situazioni che possono scatenare una fobia è smisurata.

Il disturbo d’ansia più diffuso

Sono timori fuori dall’ordinario, irrazionali, intensi e persistenti. Si chiamano fobie, sono il disturbo d’ansia più diffuso. «Attenzione: non si tratta di condizioni fisiologiche, di meccanismi difensivi come quella sana paura che mette in guardia da un pericolo reale», avverte lo psichiatra Giorgio Bressa. «Il fobico si allarma per qualcosa che non costituisce di per sé un rischio».

Gruppo San Donato

Spesso il terrore è scatenato da un trauma

L’origine delle fobie a volte è oscura ma più spesso il fattore scatenante è un trauma. A volte l’ esperienza scioccante è nascosta e non si ricorda. Un adulto che ha il terrore dei cani potrebbe aver fatto un brutto incontro con un dobermann inferocito da bambino e aver poi rielaborato quel turbamento fino a sviluppare l’irrazionale timore nei confronti di tutti i quattrozampe.
Certe fobie, come quella per gli spazi chiusi, potrebbero risalire a un trauma vissuto alla nascita, al momento del parto, o durante un rapporto sessuale.

Esiste anche una predisposizione genetica

Esiste poi una predisposizione genetica: parenti di primo grado di fobici hanno un’alta probabilità di sviluppare lo stesso problema. «Chi soffre di questi timori irrazionali è affetto da una cattiva regolazione biochimica del sistema limbico del cervello, che diffonde allarmi immotivati», dice Bressa. Ed è noto che questo tipo di disturbo sia ereditario.

I fobici non hanno una vita facile. Al solo pensiero dell’oggetto o della situazione temuta si scatena in loro l’ansia anticipatoria, la paura della paura. Se poi si trovano di fronte a ciò che li terrorizza, i sintomi sono gli stessi di altri di sturbi ansiosi: sudorazione, tachicardia, difficoltà del respiro, tremori, aumento della pressione sanguigna. Scatta il cosiddetto evitamento per eludere qualsiasi contatto con l’oggetto delle proprie paure. Alcuni possono stravolgersi la vita, arrivano a prendere decisioni drastiche, a cambiare lavoro, città, partner.

Esistono timori maschili e femminili

La tarda adolescenza è il periodo durante il quale si tende a sviluppare alcune forme di fobia, ma si può diventare fobici anche a 90 anni, se si vive un trauma scatenante.
Esistono poi timori tipici delle donne e degli uomini. Le femmine di solito hanno il terrore di animali e insetti volanti: pipistrelli, ragni, scarafaggi. «Questa paura arriva da lontano e ha una spiegazione evoluzionistica», dice Bressa. «Nella preistoria era l’uomo a uscire dalla caverna per procacciare il cibo, era quindi abituato a vedere animali. La donna invece rimaneva sola coi suoi timori».

I maschi, al contrario, sono spesso affetti da ipocondria. Anche questo disturbo affonda le radici nel lontano passato: il capofamiglia non poteva permettersi di ammalarsi, i suoi figli sarebbero morti di fame. Questa ansia ancestrale è rimasta negli uomini di oggi.

Le fobie sono tantissime, certe davvero strane, altre molto comuni. Eccone alcune.

AGORAFOBIA: PAURA DEGLI SPAZI APERTI O AFFOLLATI

I luoghi affollati e aperti sono causa di timori fobici in seguito all’ansia di rimanere paralizzati o bloccati dal movimento incontrollabile delle persone. Di solito questa fobia si sviluppa in seguito a uno o più attacchi di panico in una di queste due condizioni, quindi si cerca di evitarli in modo ossessivo.

Gli agorafobici soffrono anche di ansia anticipatoria, ovvero si sentono male al solo pensiero di dover attraversare una piazza piena di gente. A causa di questo malessere non è raro che abusino di alcol per superare i loro timori. È provato che la fobia si sviluppi soprattutto in età adolescenziale e che colpisca in particolare le donne.

AMATOFOBIA: PAURA DELLA POLVERE

La polvere cela gli oggetti e in qualche modo li contamina. Chi è affetto da questa fobia coltiva l’ossessione inconscia che gli possa essere nascosto qualcosa o che un evento nefasto possa inquinare la sua vita. Spesso l’amatofobia si accompagna alla rupofobia (paura dello sporco) e alla misofobia (paura dei germi).
Chi soffre di questi disturbi presenta in genere comportamenti ossessivo compulsivi, come il lavarsi le mani molto frequentemente. Queste persone credono che qualsiasi virus, anche quello del raffreddore, possa essere potenzialmente fatale.

BELONEFOBIA: PAURA DEGLI AGHI

La paura fobica degli aghi e delle iniezioni è accostata al rischio di poter assumere sostanze che determinino una perdita di controllo e quindi la possibilità di essere aggrediti. Può anche simboleggiare la paura della sessualità, vista come lacerazione dell’integrità e invasione della propria intimità. A differenza delle altre fobie, nel momento dell’esposizione, può provocare uno svenimento. Recenti studi hanno scoperto che la causa del disturbo è spesso genetica. Ci sono persone che provano uno shock quando un corpo estraneo, come l’ago, perfora la pelle. Chi eredita la tendenza a questo shock facilmente sviluppa la belonefobia.

BOTANOFOBIA: PAURA DELLE PIANTE

Questo timore di solito ha origine nell’infanzia, quando si è probabilmente vissuto un trauma legato a piante o alberi. Chi ne soffre individua in essi, senza accorgersene, esseri viventi che possono competere con loro. Le piante consumano il nostro ossigeno, riempiono i nostri spazi vitali all’aria aperta.
Chi sviluppa questa fobia, solitamente ha delle credenze superstiziose legate all’oggetto ansiogeno: per esempio, è diffusa tra le persone affette da botanofobia la convinzione che fiori e piante non vadano lasciati soli con un malato. Potrebbero attirare forze maligne e fare del male al paziente.

CINOFOBIA: PAURA DEI CANI 

I cani possono suscitare terrore in seguito a una cattiva convivenza con loro durante la prima infanzia. I bambini sono facilmente impressionabili, quindi basta un latrato, un comportamento strano del cucciolo, per far vivere loro un trauma che si porteranno dietro nella vita adulta.
La cinofobia rispecchia anche il timore di subire un’aggressione, di essere violati. Non dimentichiamo che i cani sono predatori, anche se addomesticati. Le paure che coinvolgono gli animali sono radicate nel nostro passato e risalgono a quando i nostri progenitori si scontravano quotidianamente con le fiere per la sopravvivenza quotidiana.

CLAUSTROFOBIA: PAURA DEGLI SPAZI CHIUSI

L’ansia da ascensore e da piccoli spazi in generale sorge dall’assenza di vie di fuga, come finestre o porte aperte. Il soggetto teme che da tali luoghi non possa più uscire e non vi sia aria sufficiente, e che ciò possa addirittura portare alla morte. Per questo inizia ad avere sintomi di panico con sensazione di soffocamento e oppressione o di imprigionamento, e cerca di mettere in atto qualsiasi comportamento per uscire dal luogo.

Di solito questa fobia si sviluppa perché il paziente è stato una volta vittima di un attacco di panico in uno spazio chiuso. Simbolicamente indica il terrore di perdere le proprie sicurezze e i propri punti fermi (come il poter lasciare una stanza o un ascensore), ma evoca anche la necessità di rinascere. C’è spesso, nella storia personale di chi soffre di claustrofobia, un dolore per un dramma familiare da cui non si è mai potuti fuggire.

COULROFOBIA: PAURA DEI CLOWN

Tanti bambini sono segretamente spaventati dai buffi omini del circo e portano con sé questo trauma anche da adulti. Il clown è una figura ambigua. Il costume tende ad amplificare i tratti del viso e alcune parti del corpo, come le mani e i piedi. Questa caratteristica può essere interpretata come mostruosa o deforme con la stessa facilità con la quale può essere vista come un elemento comico. Allo stesso tempo l’atteggiamento del clown può essere confuso con quello di un ubriaco, un imprudente o semplicemente di un pazzo, un maniaco che ride sguaiatamente.

Anche il fatto che travestimento e cosmetici celino l’identità del clown è un elemento scatenante dell’ansia perché ci si trova di fronte all’ignoto. Non esistono statistiche ufficiali, ma si pensa che una persona su sette soffra, a diversi livelli, di coulrofobia.

ENTOMOFOBIA: PAURA DEGLI INSETTI 

Il movimento erratico delle farfalle è imprevedibile, non controllabile, e per questo può causare il panico. Ma la farfalla rappresenta anche, da un punto di vista simbolico, la morte o la perdita del benessere assoluto della vita prenatale. La fobia potrebbe essersi originata addirittura prima della nascita. L’idea inconscia che una farfalla avrebbe potuto entrare nel corpo di nostra madre e invadere il nostro spazio placentare può generare la paura di morire o di essere profanati da un corpo estraneo.

In generale la paura degli insetti come gli scarafaggi, che hanno un aspetto repellente, rappresenta simbolicamente anche il timore di qualcosa di sporco e impuro, portatore di malattie. È tipico, per esempio, che qualcuno sviluppi l’entomofobia dopo il decesso di un parente o amico che aveva contratto un virus.

OFIDIOFOBIA: PAURA DEI SERPENTI

La paura dei serpenti deriva da un meccanismo di sopravvivenza e voluzionistico. Quando la Terra era dominata dai rettili, i nostri antenati avevano imparato a evitarli e temerli per non essere uccisi. Quel timore ancestrale è rimasto del nostro Dna e si manifesta nella forma di una fobia.
Inconsciamente, poi, il serpente può essere percepito quale simbolo del male, così come compare nella Bibbia e nell’immaginario religioso. In alcuni casi le fobie derivano da modellamento sociale. Per esempio: si sa che quella cosa fa paura quindi la si evita. È proprio il caso dei serpenti, che notoriamente possono essere mortali.

ORNITOFOBIA: PAURA DEI VOLATILI

È un timore con il quale è davvero difficile convivere e che può rendere la vita un inferno, visto che evitare l’oggetto ansiogeno è quasi impossibile. Come tutte le fobie verso gli animali, colpisce più le donne degli uomini. La paura è legata all’imprevedibilità del movimento degli uccelli, impossibile da controllare e gestire. Ma anche al fatto che il piumaggio li nasconde e li rende creature misteriose, infide.

SCOTOFOBIA: PAURA DEL BUIO

La comunissima paura del buio cela il timore di cosa potrebbe succedere. In assenza di luce anche un ambiente che si conosce bene ci appare estraneo e pieno di possibili pericoli. Si accosta all’atavica paura dell’ignoto che, non potendosi controllare, può rappresentare un pericolo.
Chi vive conflitti interni tende a esternarli in una situazione di oscurità. In quel momento vive un disagio che però collega al buio e non ai suoi pensieri ossessivi. Nella maggior parte dei casi la scotofobia è scatenata da una spiacevole esperienza capitata in assenza di luce, solitamente quando si era bambini.
Deborah Ameri – OK La salute prima di tutto

Ultimo aggiornamento: 16 novembre 2009

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