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Contraccezione: le risposte ai dubbi più diffusi in Rete

Italiani bocciati in contraccezione: poca conoscenza, e di conseguenza scarso utilizzo, dei sistemi per evitare gravidanze indesiderate confermano il nostro Paese come fanalino di coda in Europa. Ecco le risposte ai principali dubbi

È vero che subito dopo il ciclo non si resta gravida? Che basta lavarsi con la Coca Cola dopo un rapporto per non correre rischi? Che si può rimanere sterili per un uso eccessivo di contraccettivi? Sono alcune delle domande sulla contraccezione che, sui siti dedicati al tema, gli utenti pongono agli esperti. Segno che non tutti, in proposito, hanno le idee chiare. Del resto, i dati diffusi durante l’ultimo congresso della Società italiana della contraccezione (Sic), che si è tenuto nel 2018 a Milano, confermano che l’Italia è il fanalino di coda in Europa. Nel nostro Paese solo il 13,8% delle donne (il 18% al Nord, il 13% al Centro, il 7,6% al Sud) utilizza i contraccettivi ormonali. Tra gli adolescenti, il 10% non utilizza alcun metodo di contraccezione, il 13,6% si affida al coito interrotto e il 3,3% usa la pillola.

Una gravidanza su quattro è indesiderata

Il risultato è che ben una gravidanza su quattro è indesiderata, e il 50% di queste finisce con un aborto. «Situazioni che si possono facilmente prevenire con una corretta contraccezione», commenta Franca Fruzzetti, responsabile dell’ambulatorio di endocrinologia ginecologica dell’ospedale universitario Santa Chiara di Pisa e vicepresidente della Sic, «che, però, è spesso ostacolata da pregiudizi e tabù. In quest’ottica, il ginecologo è una figura fondamentale per informare correttamente sui metodi contraccettivi e per scegliere il più adatto a ciascuna donna e a ogni coppia, in modo da proteggere la salute vivendo con serenità e sicurezza la sessualità». Ecco allora le risposte dell’esperta ai dubbi più comuni.

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La pillola fa ingrassare?
FALSO

Spesso la pillola è guardata con sospetto da molte donne che temono di veder salire l’ago della bilancia. Un timore che, se poteva avere un fondamento nei decenni passati, quando le pillole contenevano un elevato livello di estrogeni, è ingiustificato oggi. «Le pillole di ultima generazione, introdotte a partire dal 2009, vantano formulazioni innovative che, pur mantenendo un’adeguata efficacia contraccettiva, prevedono un ridotto contenuto di estrogeni e un nuovo progestinico, il drospirenone, che non influenzano il peso corporeo».

➜ La ritenzione idrica

In alcune donne, tuttavia, la pillola potrebbe provocare, nei primi mesi di utilizzo, una leggera ritenzione idrica, con gonfiori soprattutto alle gambe e alle caviglie. Per contrastarli è sufficiente adottare o mantenere uno stile di vita sano, che includa:

  1. un’alimentazione varia ed equilibrata, a base di cereali integrali, legumi, verdure, con poco sale;
  2. una corretta idratazione (circa due litri di acqua al giorno);
  3. una regolare attività fisica, come per esempio fare ogni giorno una camminata di 30 minuti.

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Alcuni farmaci riducono l’efficacia della pillola?
VERO

«Dei due tipi di ormoni che costituiscono la pillola, ovvero estrogeni e progesterone, i più interessati da eventuali interazioni sono i primi», sottolinea Fruzzetti. Tra i farmaci che possono diminuire il livello nel sangue dei contraccettivi, con un conseguente calo della loro efficacia, si annoverano:

  • alcuni antibiotici, come rifampicina, griseofulvina, tetraciclina e penicillina;
  • antiepilettici, come carbamazepina, etosuccimide, felbamato, oxcarbazepina, fenitoina, primidone, topiramato;
  • alcuni antivirali.
  • Attenzione anche all’uso eccessivo e reiterato dei lassativi, che potrebbero diminuire l’assorbimento della pillola a livello intestinale.  

Al contrario, ci sono medicinali, come ad esempio alcuni antidepressivi, antivirali e certe statine, che possono aumentare  le concentrazioni nel sangue degli ormoni contenuti nei contraccettivi, con un possibile incremento degli effetti collaterali, quali nausea, mal di testa, perdite di sangue tra una mestruazione e l’altra (spotting). Per quanto riguarda i prodotti erboristici, può diminuire l’efficacia della pillola l’iperico, conosciuto come erba di San Giovanni.

La spirale può essere utilizzata solo dalle donne che hanno avuto figli?
FALSO

La spirale, un dispositivo intrauterino che, nella sua forma più grossolana, ha fatto il suo esordio già nei primi decenni del ’900, può essere attualmente di due tipi.

Spirale di plastica con filamenti di rame o d’argento (Iud, dall’inglese Intrauterine device), che può avere varie forme. Rilascia nell’utero gli ioni di rame o d’argento che bloccano i movimenti e la sopravvivenza degli spermatozoi, impedendo loro di raggiungere l’ovulo e di fecondarlo. In più provoca una modificazione dell’endometrio, il rivestimento interno dell’utero, in modo da renderlo inadatto all’impianto dell’ovulo.

Spirale medicata (Ius, dall’inglese Intrauterine system). È un dispositivo di polietilene a forma di T, che rilascia all’interno dell’utero, in modo lento e costante, un ormone progestinico, il levonorgestrel. Disponibile in diversi dosaggi, questa spirale ha un triplice meccanismo d’azione, soprattutto locale:

  1. addensa il muco cervicale rendendo più difficile il passaggio dello sperma,
  2. inibisce la motilità e la funzionalità degli spermatozoi,
  3. assottiglia l’endometrio rendendolo inadatto a un eventuale impianto.

 Come si applicano?

Entrambi i dispositivi, che hanno un’elevata efficacia, visto che in un anno si verifica solo una gravidanza indesiderata su 20.000 donne che li utilizzano, devono essere inseriti nell’utero dal ginecologo entro sette giorni dall’inizio del flusso mestruale. L’applicazione richiede pochi minuti e non necessita di anestesia. Talvolta, nel primo mese dopo l’inserimento, è possibile che si presentino delle piccole perdite di sangue. In ogni caso, è consigliabile fare una visita di controllo quattro-sei settimane dopo il posizionamento del sistema per verificare che tutto sia a posto. Poiché questo dispositivo provoca una diminuzione di funzionalità (atrofia) dell’endometrio, si può verificare l’assenza di mestruazioni. A differenza di quanto si riteneva in passato, secondo le Linee guida italiane sull’efficacia e l’uso appropriato della contraccezione intrauterina, pubblicate nel 2014 sull’Italian Journal of Gynaecology & Obstetrics, la rivista della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), la spirale può essere impiegata anche dalle adolescenti e dalle donne che non hanno avuto figli (nullipare).

➜ Quando sono controindicate?

Il dispositivo può essere, invece, controindicato in caso di restringimento della cervice uterina, nelle prime sei settimane dopo il parto, nel caso di anemia e di terapie anticoagulanti.

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L’uso del condom può ridurre l’eccitazione maschile?
VERO

Il preservativo maschile, uno dei metodi anticoncezionali più antichi, di cui si parla già nei papiri dell’antico Egitto e negli scritti del noto seduttore Giacomo Casanova, consiste in una fine guaina, di lattice o di poliuretano, da infilare sul pene in erezione in modo da creare una barriera tra gli spermatozoi e l’ovulo, impedendo così il concepimento. «È l’unico sistema che, oltre a evitare le gravidanze indesiderate, offre una buona protezione contro le malattie trasmesse per via sessuale. Sono infezioni provocate:

In alcuni casi, può essere che doverlo indossare proprio sul più bello interrompa il processo di eccitazione, facendo quindi un po’ calare l’erezione. Nonostante questo inconveniente, gli esperti non si stancano di ribadire che va sempre utilizzato, soprattutto nei rapporti occasionali, più frequenti durante l’estate, quando le occasioni di avventure «mordi e fuggi» aumentano. Insomma, rischiare non conviene, meglio proteggersi come si deve. E il preservativo, se usato nel modo corretto, vanta un’alta efficacia. In proposito, pochi e semplici accorgimenti:

  • non conservarlo nel cruscotto dell’auto,
  • nel portafoglio,
  • in luoghi esposti alla luce del sole o al calore.
  • E, ovviamente, non riutilizzarlo mai.

L’anello contraccettivo rende più difficoltosi i rapporti sessuali?
FALSO

«Si tratta di un piccolo anello (4-5 centimetri di diametro), morbido, flessibile, trasparente, composto da materiale privo di lattice e di silicone, contenente un basso dosaggio di estrogeni e di progestinici che vengono rilasciati in modo costante e che inibiscono l’ovulazione», spiega la ginecologa. «A differenza di quanto comunemente si creda, il dispositivo non interferisce in modo negativo con i rapporti sessuali, che possono, anzi, essere vissuti più serenamente e senza ansie». L’anello, che prevede una sola assunzione mensile, deve essere prescritto dal medico e va posizionato in vagina dalla donna stessa. In particolare, deve essere inserito manualmente o con uno specifico applicatore il primo giorno delle mestruazioni e lasciato in sede per tre settimane. Si fa, quindi, una settimana di pausa e si inserisce poi un nuovo anello. Il metodo, come la pillola, può anche contribuire a migliorare i sintomi della sindrome premestruale e dell’ovaio micropolicistico.

Il diaframma può essere riutilizzato?
VERO

Si tratta di una sottile coppa in lattice o in silicone montata su un anello di metallo flessibile, con un diametro che varia dai 5 ai 10 centimetri, che costituisce una barriera fisica all’ingresso degli spermatozoi nell’utero. Prima del rapporto sessuale il diaframma va inserito in vagina posizionandolo obliquamente, in modo che ricopra il collo dell’utero. Va rimosso dopo sei-otto ore. È meglio non tenerlo in sede più a lungo per evitare irritazioni o infezioni. Dopo l’uso deve essere lavato accuratamente con acqua fredda e sapone, asciugato bene, cosparso di amido di riso per evitare che si laceri e, infine, riposto in un luogo asciutto e riparato. L’uso di questo dispositivo richiede una visita iniziale dal ginecologo, che valuta il tipo e le dimensioni più indicati. Un’alternativa simile è la coppetta cervicale, con una forma a tronco di cono, più piccola ma in genere più rigida rispetto al diaframma.

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Il coito interrotto è un valido metodo contraccettivo?
FALSO

Il coito interrotto, cioè la fuoriuscita del pene dalla vagina prima dell’eiaculazione, è un metodo molto rischioso, che fallisce in circa un caso su cinque, perché già prima di eiaculare l’uomo può rilasciare piccole quantità di liquido seminale che potrebbero contenere spermatozoi vitali. Questo sistema, adottato perché ritenuto semplice e immediato, necessita in realtà di attenzione e autocontrollo da parte dell’uomo per capire quando è il momento di ritrarsi. Inoltre, può ridurre il piacere della donna e l’intensità dell’orgasmo dell’uomo, creando ansie durante e dopo il rapporto. Va in ogni caso evitato dagli adolescenti alle prime esperienze e in presenza di eiaculazione precoce o di problemi di erezione.

La pillola del giorno dopo è venduta senza ricetta?
VERO

«I farmaci per la contraccezione di emergenza, comunemente ma erroneamente chiamati pillola del giorno dopo, contengono una quota di ormoni superiore a quella presente nelle tradizionali pillole. Per questo non vanno usati come metodo contraccettivo abituale, né a intervalli troppo ravvicinati», mette in guardia l’esperta. Possono essere utilizzati solo in particolari situazioni, ad esempio:

  • quando il preservativo non è stato indossato all’inizio del rapporto, si è rotto o si è sfilato;
  • quando si dimentica di assumere una o più pillole o di mettere l’anello o il cerotto contraccettivo;
  • quando si assumono farmaci che possono limitare l’efficacia del contraccettivo ormonale;
  • quando si verificano episodi di vomito o di diarrea vicini all’assunzione della pillola.

Le pillole attualmente disponibili per l’emergenza (in farmacia e parafarmacia senza ricetta per le donne maggiorenni, mentre le minorenni necessitano della prescrizione del medico)  possono essere a base di due diversi ormoni.

Levonorgestrel

Un ormone progestinico che blocca l’ovulazione e, quindi, la fecondazione. Questa pillola, che va assunta entro 12-24 ore, e comunque non oltre le 72 ore, dal rapporto a rischio, ha un’efficacia che oscilla tra il 54 e il 94%.

Ulipristal acetato

Un ormone che agisce ritardando l’ovulazione. Questa pillola, chiamata anche pillola dei cinque giorni dopo, va assunta entro 12-24 ore, e comunque non oltre le 120 ore, dal rapporto a rischio e ha un’efficacia del 98% entro le prime 72 ore.

Proprio perché entrambi questi contraccettivi agiscono solo se l’ovulazione non è ancora avvenuta, non hanno alcun effetto abortivo. Tra gli effetti collaterali possono comparire mal di testa, stanchezza (astenia), dolori pelvici. In alternativa alla pillola, in caso di emergenza, si può inserire, entro 48 ore dal rapporto non protetto, la spirale, che agisce in modo precoce dopo il posizionamento, rendendo il sistema immediatamente efficace.

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