Sessualità

Contraccettivi: conosci l’impianto sottocutaneo?

Poco diffusa in Italia, è una metodologia ricca di benefici per quelle donne che hanno le idee molto chiare sul loro futuro e il loro desiderio di maternità. Il focus con l'esperta di OK Rossella Nappi

Pillola, anello e cerotto: cosa hanno in comune questi metodi contraccettivi? Hanno la possibilità di essere interrotti e cambiati in autonomia, senza dover passare dallo studio del ginecologo, e trasmettono alla donna la sensazione di poter gestire liberamente, senza scelte a lungo termine, la propria intenzione ad avere (o non avere) una gravidanza. È proprio per questi motivi che le donne italiane non sono mai rimaste particolarmente convinte dai metodi contraccettivi che durano qualche anno, non solo la spirale, ma soprattutto l’impianto sottocutaneo, quasi sconosciuto in Italia.

«È una metodologia molto utilizzata nel nord Europa, oppure in America, dove è più marcato il senso del family planning. È diffusa anche in quei Paesi dove è importante fare una contraccezione continua e sicura, ma non ci sono abbastanza fondi per garantire un accesso costante alle strutture sanitarie e quindi le donne hanno più difficoltà a programmare visite di controllo» spiega Rossella Nappi, responsabile del servizio di endocrinologia ginecologica del San Matteo università di Pavia (puoi chiederle un consulto qui). «Nel loro atteggiamento diffidente e più conservatore verso la contraccezione a lungo termine, le donne italiane assomigliano molto a quelle francesi e meno a quelle inglesi».

Gruppo San Donato

Funzionamento e durata dell’impianto sottocutaneo

Ma di cosa si tratta? L’impianto sottocutaneo è un bastoncino, lungo 4 centimetri e spesso 3 millimetri, che viene applicato obbligatoriamente da un ginecologo o da un operatore formato con una piccola anestesia locale. «L’impianto, che tendenzialmente viene fatto il primo giorno del ciclo dopo un test di gravidanza negativo, è superficiale, nella parte interna del braccio non dominante, a circa 10 centimetri dal gomito: non si vede, ma la paziente lo percepisce al tatto» spiega Nappi. «È una contraccezione ormonale che non contiene estrogeni, sicura al cento per cento, al pari degli altri metodi che non possono essere dimenticati». Il progestinico (etonogestrel) presente nel dispositivo viene assorbito in minime quantità giornaliere per tre anni: l’azione di questo ormone impedisce l’ovulazione, e quindi, in assenza della cellula uovo, non può instaurarsi una gravidanza.

L’impianto sottocutaneo disponibile in Italia ha la durata di tre anni, ma in altri Paesi arriva fino a cinque. Anche se scegliere questo metodo contraccettivo presuppone avere le idee molto chiare, una donna non è obbligata a tenerlo per tutta la sua durata. «Una volta tolto, nell’arco di circa 40 giorni si torna ad avere un’ovulazione normale» specifica l’esperta. «Il costo dell’impianto sottocutaneo, che va dai 160 ai 190 euro, equivale a quello di un anno di pillola, quella che costa meno».

Diffusione in Italia

Secondo un’indagine della Società italiana di ginecologia e ostetricia, il 68% delle donne non conosce alternative anticoncezionali diverse dalla pillola, ma l’84% di loro vorrebbe provare altro. Chi usa il “bastoncino” sottocutaneo in Italia? «In particolare le donne extracomunitarie, sudamericane, asiatiche o americane, perché più vicino alla loro cultura, oppure alcune over 35, donne che hanno le idee chiare, studiano o lavorano e vogliono programmare la loro vita» spiega Nappi.

Le donne “target” dell’impianto sottocutaneo

Particolarmente consigliato a quelle donne che hanno già avuto dei figli e sono sicure di non volerne altri, in realtà questo metodo contraccettivo sarebbe adatto anche alle giovanissime, come accade in Inghilterra e in Belgio. «In questi due Paesi, dove il problema delle gravidanze indesiderate causate dalla dimenticanza della pillola è importante, la sanità pubblica ha organizzato dei servizi di consulenza nelle scuole per convincere le ragazzine a non usare la pillola, bensì un contraccettivo che non rischia di essere dimenticato, come la spirale o l’impianto sottocutaneo» sottolinea l’esperta. Ma in Italia, ancora una volta, è difficile che venga accettato dalle ragazzine (o meglio, dalle loro mamme!), anche se i nostri giovani sono tra i meno informati in tema di sessualità in Europa.

La dimenticanza della pillola non è un dettaglio trascurabile e rappresenta un “dilemma” per molte donne europee che, secondo uno studio recente, dimenticano in media due pillole al mese (qui puoi trovare i consigli dell’esperta a riguardo). L’impianto sottopelle diventa una valida alternativa per questa tipologia di pazienti, che non vogliono più prendere la pillola tutti i giorni perché la dimenticano, oppure per quelle che non amano pensare di avere un corpo estraneo all’interno dell’utero, nel caso della spirale.

«Non contenendo estrogeni, l’impianto sottocutaneo è particolarmente adatto anche per quelle donne che sono a rischio utilizzando una contraccezione estroprogestinica, per esempio pazienti ad alto rischio trombosi, che soffrono di emicrania con aura (spia di un rischio cardio-cerebro-vascolare), fumatrici, diabetiche o ipertese» spiega Nappi.

Svantaggi

«Il 70% delle italiane sceglie un contraccettivo che consente di prevedere esattamente quando si verificheranno le mestruazioni» segnala l’esperta. Ed effettivamente, in questo campo, l’impianto sottocutaneo non rappresenta la prima scelta, perché, come tutti i rimedi che non contengono estrogeni (quindi anche spirale e pillola progestinica) può generare reazioni diverse. «Nella metà dei casi la mestruazione viene regolare, ma per l’altra metà ci sono due possibilità» sottolinea l’esperta. «Quelle che hanno il ciclo una volta ogni tanto, quindi non tutti i mesi, e quelle che hanno fenomeni di spotting mensili, cioè perdite di sangue non abbondanti, ma purtroppo non prevedibili».
Un altro aspetto negativo? Mentre la pillola con estrogeni può dare anche dei vantaggi estetici (per esempio migliorare l’acne o diminuire l’irsutismo), «l’impianto sottocutaneo non ha potenzialità terapeutiche, ma solo un potere contraccettivo» conclude Nappi.

Giulia Masoero Regis

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