Sessualità

Come può un adolescente superare la perdita di un genitore

Il focus di Augusto Iossa Fasano, consulente psichiatra dell’Asl di Milano

Focus a cura di Augusto Iossa Fasano, consulente psichiatra dell’Asl Città di Milano

In piena adolescenza è particolarmente difficile elaborare un lutto gravissimo, come la morte di un genitore. Le strade possono essere due: quella che conduce a una sorta di riscatto e contribuisce a irrobustire la personalità, sia pure nel dolore, o quella, negativa e pericolosa, che apre le porte alla depressione e a disturbi psicologici, lasciando tracce nell’età adulta.

Gruppo San Donato

LE FIGURE DI RIFERIMENTO
Per metabolizzare la morte di un genitore, un ragazzo ha un assoluto bisogno di appoggiarsi ad altre figure di riferimento: l’altro genitore, naturalmente, i nonni e i parenti (per esempio, può assumere un ruolo rilevante uno zio), ma anche un insegnante. Sono queste persone che devono valorizzare l’adolescente, come avrebbe fatto il padre o la madre scomparsi. La figura del genitore morto deve diventare una memoria fausta, come si dice in termine tecnico, una presenza che aiuta a mantenere i legami con il passato e ad approfondire le intuizioni per il futuro, operando una sorta di tessitura della realtà.

LA PSICOTERAPIA
Piuttosto che ricorrere subito a un ciclo di psicoterapia, è consigliabile una breve serie di colloqui con un terapeuta esperto, specie se graditi al ragazzo. Potrebbero essere il pediatra o il medico di base a dare un parere sulla necessità di ricorrervi. Non va suggerito a cuor leggero invece il ricorso ai farmaci. L’uso degli antidepressivi serotoninergici (Ssri) va ridotto al minimo, perché questi psicofarmaci, in un ragazzo che ha subìto un lutto recente, possono ritardare e confondere l’elaborazione del dolore, favorendo un effetto euforizzante, anche rischioso: possono aprirsi le porte di stati maniacali, che portano, per esempio, a correre troppo velocemente in auto, a fare sesso senza precauzione, ad accelerare in modo incauto la vita. Se proprio è indispensabile, si può ricorrere, in modo sporadico e limitato (e sempre sotto strettissimo controllo medico), a leggeri ansiolitici, ipnoinduttori o stabilizzatori dell’umore.
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