Sessualità

Auguri alle mamme coraggiose

Auguri alle mamme che leggono OK. Mamme giovani, mamme dai capelli ingrigiti, mamme ormai nonne. Auguri per il loro coraggio, perché ce ne vuole, in questo momento storico, a essere madre. La crisi, le riforme del governo, perfino il tracollo dei partiti ti mettono paura. La nebulosa del futuro ti fa temere per i tuoi figli, per il tuo lavoro, per il tuo mutuo. E la festa del 13 maggio può apparire retorica in un’Italia che troppo spesso va in senso opposto rispetto alla tutela della maternità.

Ma ci vuole coraggio, sempre, nella vita a essere madre. Dal momento in cui la tua creatura è venuta al mondo non saprai più cosa sia la spensieratezza leggera che attraversava le tue giornate di ragazza. Mangerà? Dormirà? E gli studi? E gli amici? Tutto questo affastellarsi continuo di preoccupazioni e di fatiche, però, questo cuore a fisarmonica che gioisce e si oscura hanno un senso. Tanto che, come scrisse il Nobel per la letteratura Elias Canetti, «una madre è contenta di essere nient’altro che una madre».

Gruppo San Donato

Una lettrice di Latina, Valeria Minotti, su questo numero racconta la sua storia. Combatte contro una malattia rara, la fibrosi cistica, e ha subito un trapianto di polmoni. Incredibile, nonostante il parere dei medici, ha portato a buon fine la sua gravidanza, nel 2010. «Quando guardo mia figlia», dice a pagina 111, «quando mi prendo cura di lei, quando gioco con lei, quando insieme a mio marito facciamo le cose normali della quotidianità, riesco con fatica a credere che sia la realtà. E qualche volta ho paura che sia un sogno. Dal quale non vorrei più svegliarmi». Valeria potrebbe imprecare per i dolori che ha sofferto dalla nascita e invece, ora che ha la sua piccola tra le braccia, sente di essere in debito con l’esistenza. Perché poter amare qualcuno in maniera incondizionata è un dono, assai più grande dell’essere amati.

«I figli aumentano le preoccupazioni della vita, ma mitigano il pensiero della morte», sosteneva il filosofo Francis Bacon. Accanto a loro torniamo ad avere la fiducia e la speranza. La stessa di cui hanno bisogno i bambini. Come spiega la psichiatra Federica Mormando a pagina 3, è fondamentale che non abbiano il senso del nulla: «A prescindere dalle convinzioni religiose, diciamo loro quello che vorremmo tutti: l’anima va in cielo. “Dove?”. “Là, fra le stelle”. La sera, molti bimbi indicano le stelle e dicono: “Là c’è la nonna?”. E questo li consola». Il mestiere di madre è complesso, ma non c’è lavoro che renda più felici. Auguri.
Eliana Liotta – OK Salute e benessere

Ultimo aggiornamento: 20 aprile 2012

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