Salute

Vuoi vivere più a lungo? Cammina, pedala, balla

Non serve essere atleti per vivere più a lungo. Bastano 30 minuti al giorno di attività fisica moderata per ridurre drasticamente il rischio di morte precoce

Camminare, ballare, andare in bicicletta. O anche solo fare le scale o una passeggiata veloce ogni giorno. Non c’è bisogno di indossare un pettorale o iscriversi a una maratona per prendersi cura del cuore e della salute. Lo dice una delle più ampie meta-analisi mai condotte sull’attività fisica: chi si muove regolarmente riduce fino al 40% il rischio di morte prematura.

Pubblicato sul British Journal of Sports Medicine, lo studio ha analizzato 85 ricerche condotte su oltre 7 milioni di persone in tutto il mondo. E il messaggio è chiaro: muoversi è un vero elisir di lunga vita.

Attività fisica: una medicina potente (senza effetti collaterali)

L’attività aerobica regolare – come una camminata veloce, la bicicletta o il nuoto – riduce il rischio di morte cardiovascolare del 40% e quello di tumore del 25%. Secondo Gregore Mielke, coautore della ricerca e docente alla School of Public Health dell’Università del Queensland in Australia, i benefici sono maggiori di quanto si pensasse. E valgono per tutte le età.

Quanto esercizio serve davvero per vivere più a lungo?

Le Linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandano almeno:

  • 150-300 minuti a settimana di attività aerobica moderata (es. camminata veloce, ballo, bici leggera)

  • oppure 75-150 minuti a settimana di attività intensa (es. corsa, nuoto, bici a ritmo sostenuto)

Ma attenzione: anche quantità inferiori, se costanti, fanno la differenza. Chi si muove almeno un po’ ha comunque un rischio di morte precoce più basso rispetto a chi resta sempre sedentario.

Mai troppo tardi per iniziare a muoversi

Uno dei dati più incoraggianti emersi dalla meta-analisi è che non è mai troppo tardi per iniziare. Chi ha cominciato a fare attività fisica anche in età avanzata ha registrato benefici notevoli. Bastano 30 minuti al giorno per cambiare la traiettoria della propria salute.

E non è necessario puntare alla prestazione: quello che conta è la regolarità. Anche solo una camminata quotidiana a passo sostenuto può portare a una riduzione del 30-40% del rischio di mortalità totale, soprattutto se mantenuta nel tempo.

Anche chi inizia tardi, ad esempio dopo i 65 anni, può ottenere benefici significativi. «È stato osservato un ulteriore 10-15% di riduzione del rischio nei più anziani, soprattutto se già colpiti da patologie croniche», aggiunge Ruyi Yu, coautrice dello studio.

Movimento: un alleato anche nelle patologie croniche

Secondo il dottor Patrizio Sarto, direttore della Medicina dello Sport della USLL 2 Marca Trevigiana, l’attività fisica è uno strumento potente anche per chi è affetto da:

  • patologie croniche (diabete, ipertensione, obesità, malattie cardiovascolari)
  • cardiopatie giovanili a rischio aritmico
  • tumore al seno (in particolare nel post-trattamento).

Per le persone con diabete, ad esempio, anche solo camminare può aiutare a mantenere sotto controllo la glicemia e migliorare la sensibilità insulinica. Ma vanno rispettate alcune accortezze: controllo della glicemia prima di iniziare, attenzione ai piedi, e scarpe comode.

Pazienti oncologici: tre ore di cammino alla settimana fanno la differenza

Tra i benefici più sorprendenti emersi dalla letteratura scientifica c’è l’impatto dell’attività fisica nella prevenzione delle recidive oncologiche. Nelle donne operate di tumore al seno, tre ore di cammino settimanali, abbinate a una perdita di peso, possono ridurre del 40-60% il rischio di recidiva.

La forza non è un optional: perché serve anche il potenziamento muscolare

Con l’età, la massa muscolare tende a ridursi (sarcopenia), con conseguente peggioramento dell’equilibrio e rischio di cadute. Per questo è importante associare all’attività aerobica anche esercizi di rinforzo muscolare.

Come fare? Basta poco:

  • esercizi a corpo libero,
  • piccoli pesi,
  • resistenza con l’elastico o la cyclette,
  • pinne in piscina per aumentare il carico.

Due sedute a settimana sono sufficienti per ottenere benefici funzionali e migliorare la qualità della vita.

Inizia piano, ma non fermarti più

Per iniziare – soprattutto dopo i 60 anni – la parola d’ordine è gradualità. Evita le improvvisazioni e scegli un’attività che ti piace e che puoi portare avanti con continuità. E se compaiono dolori, affaticamento eccessivo o affanno anomalo, parlane con il medico.

Importante anche la tecnica degli esercizi: se svolti male, anche i movimenti più semplici possono causare danni. Meglio farsi seguire, almeno all’inizio, da un professionista qualificato.

Che succede se smetti di muoverti?

Lo studio lancia un allarme importante: chi smette di fare esercizio, nel tempo perde i benefici ottenuti. Il rischio di mortalità torna simile a chi non si è mai mosso. Ma c’è una buona notizia: basta anche un livello minimo di attività per mantenere parte dei vantaggi.

L’importante, quindi, è non smettere del tutto. Se cambia la vita, si cambia anche il modo di muoversi. Ma si continua. Perché, come spiegano i ricercatori: “Il miglior esercizio è quello che riesci a fare con costanza e che ti piace.”

Perché l’attività fisica migliora corpo e mente

Muoversi con regolarità non fa bene solo al cuore e alla longevità. I benefici si estendono a:

  • coordinazione e precisione dei movimenti
  • percezione corporea e controllo
  • riduzione dello stress e dell’ansia
  • aumento dell’autostima
  • migliore qualità del sonno
  • benessere psicologico legato al senso di progresso.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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