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La pillola aumenta il rischio del tumore al seno, anche se di poco

Uno studio danese ha scoperto che effettivamente c'è una relazione tra l'assunzione del contraccettivo ormonale e l'insorgenza del carcinoma mammario. Protegge però dal tumore all'ovaio e all'endometrio. Il chirurgo Oreste Gentilini ci spiega perché

È da sempre un argomento molto controverso, dibattuto dalla comunità scientifica tanto quanto dall’opinione pubblica. La pillola contraccettiva aumenta il rischio di tumore al seno? Ebbene, finalmente possediamo dei dati solidi sui quali ragionare e trarre alcune importanti conclusioni.

Pillola e tumore al seno: il nuovo studio pubblicato sul New England Journal of Medicine

Dall’Università di Copenaghen, in Danimarca, arriva infatti un imponente studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica New England Journal of Medicine. I risultati attestano la relazione “pericolosa” tra la sua assunzione e l’insorgenza di cancro alla mammella. I sintomi del tumore al seno.

Gruppo San Donato

I ricercatori hanno preso in esame ben 1,8 milioni di donne danesi di età compresa tra i 15 e i 49 anni, monitorandole per quasi 11 anni. Gli esperti hanno incrociato i dati relativi all’utilizzo (o meno) della pillola con diagnosi di tumore al seno e altri potenziali fattori di rischio.

Pillola e tumore al seno: un rischio effettivo c’è

«Da questa importante ricerca è emerso che effettivamente l’assunzione della pillola contraccettiva, anche di nuova generazione, aumenterebbe il rischio di sviluppare una neoplasia mammaria». A parlare è Oreste Gentilini, primario di Chirurgia della mammella e coordinatore Breast Unit IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.

L’aumento è però davvero molto contenuto 

«Tuttavia, in termini assoluti, questo aumento è davvero molto modesto. Di fatto si tratta di 13 nuovi casi in più all’anno su 100.000 donne che assumono la pillola anticoncezionale. Ovvero un caso in più all’anno su 7.690 donne con contraccettivo ormonale» continua il chirurgo.

Il rischio varia anche in base alla durata del trattamento

«Dallo studio danese possiamo estrapolare anche un altro dato significativo. Il nesso tra l’insorgenza del tumore al seno e l’assunzione della pillola varia in base alla durata del trattamento» spiega Gentilini. «Chi aveva utilizzato il  contraccettivo per meno di un anno aveva un rischio di 1,09 volte maggiore. Le donne che ne avevano fatto uso per più di 10 anni, invece, erano soggette a un rischio di 1,38 volte superiore. I dati hanno dimostrato che superati i 5 anni il rischio è comunque elevato, anche qualora si decidesse di interrompere il trattamento».

Pillola e tumore al seno: informazione preziosa ma niente allarmismi

I risultati dello studio danese sono certamente preziosi ma è bene non fare allarmismi gratuiti. «I dati ottenuti vanno contestualizzati e messi in relazione con altre informazioni che già possediamo. Ad esempio, sui 500.000 nuovi casi di tumore al seno in tutta la comunità europea circa 150.000 potrebbero essere prevenuti con un corretto stile di vita. Stiamo parlando di una dieta equilibrata, una costante attività fisica e il controllo del peso corporeo» ammonisce Gentilini. «Poi è vero che c’è una relazione però ci sono altri fattori di rischio modificabili che sembrano avere un impatto decisamente superiore».

Gli effetti “positivi” della pillola

«Inoltre non dimentichiamo che, oltre all’effetto anticoncezionale, la pillola possiede delle capacità preventive. Alcuni importanti studi, infatti, hanno dimostrato che è in grado di ridurre il rischio di sviluppare alcuni tumori. Ad esempio quelli dell’ovaio, dell’endometrio e probabilmente anche del colon-retto. Tra l’altro questi tipi di cancro hanno una mortalità molto più alta di quella del tumore al seno» ricorda il chirurgo.

Effettivamente questo anticoncezionale fa diminuire il tasso di mortalità del 12 per cento. Le donne che hanno preso per un periodo di cinque anni la pillola, godrà di questi effetti benefici per i successivi vent’anni. Questo discorso non vale però per alcuni tumori come quello al collo dell’utero, che è causato dal papilloma virus (Hpv), contro il quale ci si può difendere utilizzando il preservativo durante i rapporti sessuali. È anche possibile prevenire questo tipo di tumore con la vaccinazione anti Hpv, più efficace se fatta in età antecedente ai primi rapporti sessuali.

A cosa serve questo studio

«Questo studio comporta due grandi vantaggi. Innanzitutto, dovrebbe suggerire alle donne che fanno uso della pillola anticoncezionale di sottoporsi regolarmente a visite di controllo, con tanto di ecografia e mammografia. In secondo luogo, dobbiamo valutare se, in presenza di altri fattori di rischio (modificabili o non modificabili), sia il caso di prescrivere questo tipo di contraccettivo» conclude Gentilini.

Chiara Caretoni

FONTE: New England Journal of Medicine

 

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