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Tumore al polmone dei non fumatori diverso da quello di chi fuma

Un team internazionale ha scoperto che le mutazioni genetiche che colpiscono chi mai ha fumato sono diverse dai fumatori. Ecco cosa cambia questo studio

Da tempo la ricerca scientifica si sta concentrando sul tumore al polmone dei non fumatori. Una ricerca di due anni fa del Royal Brompton Hospital and Harefield NHS Trust di Londra ha sottolineato come siano in aumento i casi di tumore al polmone tra i non fumatori. Inoltre chi non fuma fa esami che riguardano la salute dei propri polmoni più raramente rispetto ai fumatori. La conseguenza è che spesso ci si accorge della massa tumorale, quando cominciano ad arrivare i sintomi. In questi casi la situazione è spesso più complicata da affrontare. Persino i medici di base spesso cadono in errore e non indagano troppo sulla tosse persistente di un proprio paziente non fumatore.

Tumore al polmone dei non fumatori: mutazioni genetiche diverse dal tumore che colpisce chi fuma

Ora uno studio internazionale, coordinato dalla scienziata italiana Maria Teresa Landi del National Cancer Institute dei National Institutes of Health, a Bethesda negli Stati Uniti, ha fatto una scoperta che potrebbe cambiare il modo di trattare il tumore ai polmoni che colpisce chi non ha mai fumato. Il team di lavoro in forza all’istituto di ricerca americano ha scoperto che le mutazioni che provocano il cancro dei polmoni in chi non fuma sono diverse da quelle che colpiscono i fumatori. I risultati di questo studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Genetics. Alla ricerca hanno partecipato anche la Fondazione Ca’ Granda Ospedale Maggiore di Milano, il Regina Elena di Roma, l’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni e l’Università di Bari.

Gruppo San Donato

Il tumore al polmone colpisce più di 40.000 italiani all’anno

Ogni anno vengono diagnosticati circa 2.000.000 di casi di tumore al polmone. Tra il 10 e il 15% di loro colpiscono persone che mai hanno fumato. Quindi la stragrande maggioranza dei casi interessa i fumatori, ma si parla comunque di quasi 300.000 persone, un numero che comincia a diventare importante. Le cause possono essere diverse. Innanzitutto c’è chi è esposto al fumo passivo o chi è esposto al radon o ad altri inquinanti.

Questa ricerca per la prima volta ha indagato il meccanismo che sta dietro al tumore del polmone per chi non fuma. I ricercatori di questo team internazionale hanno messo sotto osservazione la sequenza del Dna di cellule tumorali di 232 pazienti che non avevano mai fumato. Quattro su cinque erano donne con un’età media di circa 65 anni.

I tre diversi sottotipi di tumore al polmone dei non fumatori

I risultati hanno evidenziato come ci siano diversi sottotipi di tumore al polmone in chi non ha mai fumato con caratteristiche molecolari e processi evolutivi distinti. Questo permetterà di sviluppare trattamenti diversi da quelli usati per il tumore al polmone che colpisce i fumatori.

I sottotipi individuati sono tre. La ricerca ha assegnato loro nomi ispirati alla musica, in base al livello di rumore e alla quantità di mutazioni che li scatenano:

  1. ‘piano’ rappresenta il gruppo più cospicuo. Le mutazioni sono così numerose che diventa molto complicato riuscire a trattarlo. Lo sviluppo del tumore è però particolarmente lento;
  2. ‘mezzo-forte’ racchiude le mutazioni nel gene Egfr, di solito alterato in molte forme di tumore del polmone, e comporta uno sviluppo più rapido della malattia;
  3. abbiamo il sotto tipo ‘forte’, quando il tumore si sviluppa a causa di un meccanismo genetico più simile a quello visto nei tumori dei fumatori e si sviluppa velocemente.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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