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Impegnati a smettere di fumare: ecco l’imperativo del 2021

Il 31 maggio si celebra in tutto il mondo il World No Tobacco Day. Attenzione massima ai danni del fumo su bambini e adolescenti. Ecco come smettere e a cosa stare attenti

Impegnati a smettere di fumare. È questo il claim della Giornata Mondiale Senza Tabacco, che vuole far riflettere ancora una volta su quanto sia importante dire basta al vizio del fumo. Questi lunghi mesi di pandemia hanno avuto un duplice effetto. Da una parte hanno spinto molti italiani a smettere di fumare, preoccupati dalle conseguenze di Covid sulla salute dei polmone. Molti altri, però, spinti dallo stress e dalla paura hanno cominciato con le sigarette o hanno aumentato il loro numero. Una ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con l’Istituto Mario Negri, l’Università San Raffaele, ISPRO e DOXA, ha affermato che 630.000 connazionali hanno smesso con le sigarette durante lo scorso lockdown. Nello stesso periodo però, quasi 4.000.000 di persone ha cominciato a fumare o ha aumentato le dosi. Contemporaneamente è cresciuto di quasi mezzo milione anche il numero di fumatori di sigarette elettroniche.

Attenzione massima per adolescenti che iniziano e bambini piccoli sottoposti al fumo di seconda e terza mano

Nel nostro Paese ci sono ancora 10.000.000 di fumatori. La fascia con più dipendenti dalla nicotina è quella compresa tra i 25 e i 40 anni di età. Solo in Italia ogni anno perdono la vita per questo vizio più di 93.000 persone ogni anno. A fumare di più sono le categorie più svantaggiate, sia dal punto di vista economico, sia da quello dell’istruzione. In media gli italiani fumano 12 sigarette al giorno, ma il 25% dei fumatori supera il pacchetto.

Gruppo San Donato

Grande preoccupazione per gli adolescenti che iniziano a fumare. Secondo le stime diversi ragazzini cominciano con il vizio già a dieci anni. Tra la fascia compresa tra i 13 e i 15 anni, due su dieci aspira il fumo di sigaretta regolarmente. Poco meno, il 18% utilizza le sigarette elettroniche.

Cos’è il fumo di terza mano?

Un altro dato allarmante riguarda l’esposizione al fumo passivo dei bambini piccoli. L’Istat sostiene che il 20% di loro è esposto al fumo dei genitori. La metà dei neonati ha uno dei due genitori che fuma. Molti, sbagliando, si limitano a fumare lontano dai bambini, magari sul balcone di casa. Errore importante, perché esiste anche il fumo di terza mano. Si tratta degli scarti della combustione che restano sulle mani, sul viso – attenzione particolare alla barba – e in questi tempi anche sulle mascherine.

Smettere di fumare: tutti i consigli per dire basta

Non esiste una soglia di sicurezza per il fumo per quanto riguarda l’aumento del rischio di tumore. Già una sola sigaretta causa mutazioni genetiche che possono portare a sviluppare un cancro. Ecco perché non basta limitare il fumo, occorre smettere. Sono molte le terapie a disposizione di chi voglia dire basta. Si va dai farmaci alla terapia cognitivo comportamentale. Non c’è neanche alcuna differenza tra sigarette light e sigarette normali. Ecco perché le aziende non possono più usare la parola “leggero, light in inglese” nella denominazione dei loro prodotti.

Smettere di fumare: il nostro corpo sa autoripararsi

Fortunatamente, se si smette di fumare, i nostri polmoni hanno la capacità di autoripararsi, se la situazione non è compromessa, come ad esempio in caso di BPCO. Quando si dice basta alla sigaretta il nostro corpo migliora da subito. Per tornare però ai livelli di rischio di chi non ha mai fumato, bisogna attendere quindici anni. Questo non significa che se si è anziani fumatori sia inutile smettere. Anzi, i benefici possono essere tantissimi.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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