Salute

Sindrome del tunnel carpale: i sintomi e le nuove terapie

Formicolio, dolore, intorpidimento sono solo alcuni dei segnali di questa sindrome. Ecco come curare sia le forme lievi sia quelle gravi

La sindrome del tunnel carpale interessa fino a una persona su 10 in Italia. Questa à la stima degli esperti  dell’Università Cattolica di Roma e della Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS, contenuta in un lavoro pubblicato su The Lancet Neurology.

Cos’è la sindrome del tunnel carpale?

La Sindrome del tunnel carpale (STC) è una condizione molto comune che causa dolore, intorpidimento della mano e delle dita e formicolio. I sintomi, che si avvertono soprattutto di notte, possono coinvolgere anche tutto il braccio. Nei casi più gravi può comparire un deficit motorio, fino a ridurre al capacità di afferrare saldamente gli oggetti, che ci possono cadere dalle mani. In passato si pensava che alcuni lavori fossero fattori di rischio, ma non ci sono prove scientifiche a supporto di queste ipotesi. La American Academy of Orthopaedic Surgeons (l’Accademia Americana dei Chirurghi Ortopedici) ha stilato delle linee guida per affrontare la sindrome del tunnel carpale. 

Gruppo San Donato

Giorgio Pivato, chirurgo della mano che con la sua équipe lavora in Humanitas San Pio X, Gradenigo, Cellini, Castelli, Mater Domini e Medical Care Arese, parla dei sintomi.

 

Cos’è il tunnel carpale?

Cos'è il tunnel carpale

Il tunnel carpale è una struttura osteo-legamentosa ad arco che si trova tra la parte interna del polso e il palmo della mano. È chiamato tunnel perché forma uno stretto passaggio, da dove passano i tendini e il nervo mediano, che è un nervo sensitivo e motorio.

Quali sono i fattori di rischio?

I fattori che ne aumentano il rischio sono diversi:

  • Essere una donna: le donne sono colpite tre volte di più rispetto a gli uomini. I periodi più a rischio sono quelli della gravidanza e della menopausa. Per quanto riguarda la gravidanza, i sintomi in genere passano da soli a poche settimane dal parto.
  • Anatomia: il rischio è più alto per chi ha un polso molto stretto o mani piccole.
  • Alcune malattie, come diabete, problemi alla tiroide, artrite reumatoide, fibromialgia, gotta, insufficienza renale.
  • Precedenti fatture al polso o problemi ai tendini
  • Familiarità, Chi ha in famiglia persone che ne soffrono, è più portato a sviluppare questa sindrome.

Quali sono le cause. Guardale nella videointervista a Giorgio Pivato

Cambiare gli stili di vita può aiutare nella prevenzione?

Andare da uno specialista è fondamentale. Ci sono però alcuni cambiamenti nella nostra routine quotidiana che ci possono aiutare ad alleviare il dolore:

  • evitare di ripetere continui movimenti con la mano e il polso. Se non possiamo, prendiamoci spesso delle pause;
  • se sentiamo dolore non facciamo i movimenti che lo causano;
  • attenzione all’uso smodato dello smartphone;
  • non fare continui movimenti con la mano e il polso;
  • quando siamo al computer cerchiamo di non tenere in tensione il polso;
  • attenti a quando dormiamo: non dobbiamo schiacciare le mani o tenere i polsi storti.

Cosa fare se sospettiamo di avere la sindrome da tunnel carpale?

Se sentiamo dolore o formicolio teniamo la mano a riposo per almeno due settimane.

  • Usiamo un tutore che ci aiuti a tenere fermo il polso.
  • Facciamo esercizi di stretching leggero.
  • Massaggiamoci il polso e la mano.
  • Usiamo la terapia del calore.
  • Lo yoga può essere di grande aiuto.

Farmaci e terapie

Giorgio Pivato spiega in che modo si può trattare questa patologia, prima di arrivare alla chirurgia.

 

Ci sono diversi farmaci e terapie che possono alleviare i sintomi. I principali sono:

  • esercizi di riabilitazione della mano e del polso;
  • terapia agli ultrasuoni;
  • pomate antinfiammatorie;
  • laser terapia;
  • terapia chiropratica;
  • agopuntura;
  • farmaci antinfiammatori;
  • una iniezione di cortisone all’interno del legamento trasverso del carpo.

Quando dobbiamo ricorrere all’intervento chirurgico?

Se i sintomi della sindrome del tunnel carpale sono gravi e i metodi non chirurgici non hanno funzionato, la cosa migliore è ricorrere all’intervento chirurgico. L’anestesia generalmente è locale.

Ci sono due tipi di intervento:

  1. quello tradizionale consiste in un’incisione di un paio di centimetri sul palmo della mano. Si passa poi a sezionare completamente il legamento trasverso del carpo. Questo consente la decompressione del nervo mediano, creando quindi più spazio per il nervo e le strutture presenti nel tunnel carpale. In genere è molto breve, dura circa 10 minuti.
  2. L’intervento endoscopico: l’incisione della mano è più piccola rispetto all’operazione tradizionale e si utilizza l’endoscopio, che altro non è che una piccola telecamera, che guida il chirurgo nel taglio del legamento dall’interno del tunnel carpale. L’intervento dura di più, ma il recupero è più veloce. Ce lo spiega Giorgio Pajardi, Direttore della UOC di Chirurgia della Mano dell’Ospedale San Giuseppe di Milano, Scuola di Specializzazione di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica dell’Università degli Studi di Milano.

Recupero

Dopo l’intervento chirurgico occorre tenere la mano sollevata, cercando di muovere solo le dita per ridurre l’inevitabile gonfiore. La ferita non dev’essere bagnata finché non sarà guarita. In genere ci vogliono un paio di settimane. In alcuni casi si consiglia di indossare un tutore. Il dolore scompare subito dopo l’intervento, ma il formicolio e l’intorpidimento delle dita possono durare anche sei mesi.

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