Salute

Se hai la pancia alzi il rischio di avere Alzheimer da anziano

È il grasso viscerale, quello che si insinua tra gli organi interni, ad aumentare le probabilità di ammalarsi. Le differenze con il grasso sottocutaneo

C’è uno stretto legame tra pancia e Alzheimer, o meglio tra grasso viscerale e demenze. La notizia arriva direttamente dal congresso della Società di Radiologia degli USA, dove gli esperti hanno presentato una ricerca sul tema. Il punto è che più grasso viscerale si ha, maggiori saranno i rischi di sviluppare la malattia di Alzheimer da anziani.

Già noto il legame tra sovrappeso e malattia di Alzheimer

Diversi centri di ricerca avevano già affrontato questo tema nel passato. Sappiamo ad esempio che l’obesità è un importante fattore di rischio per Alzheimer. Questo avviene perché il sovrappeso altera alcuni neuroni, facilitando l’accumulo della proteina beta-amiloide o il verificarsi di danni cerebrali correlati alla malattia di Alzheimer.

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Legame tra pancia e Alzheimer: il pericolo è il grasso viscerale

La novità di questo studio è che per la prima volta gli esperti USA hanno collegato un tipo specifico di grasso  all’accumulo della proteina beta-amiloide in persone cognitivamente normali. Il grasso viscerale è quello che si accumula nell’addome e che circonda gli organi interni. Si chiama viscerale proprio perché si trova in profondità nel corpo umano. Si differenzia da quello sottocutaneo che possiamo trovare in tutto il corpo sotto la pelle.

Grasso viscerale pericoloso, grasso sottocutaneo protettivo

Sappiamo che il grasso viscerale mette a grave rischio la salute umana, aumentando anche il rischio di sviluppare malattie croniche come quelle cardiovascolari, il diabete di tipo 2 e alcuni tipi di tumore. Il grasso sottocutaneo al contrario ha un effetto protettivo nei confronti di infarto e ictus. Inoltre aiuta ad abbassare i livelli di infiammazione nel cervello.

Legame tra pancia e Alzheimer: la ricerca americana

I ricercatori affermano che la presenza di grasso viscerale aumenta il rischio di sviluppare questa malattia neurodegenerativa perché è legato a cambiamenti che possono accadere fino a 15 anni prima della comparsa dei sintomi, che in genere riguardano la perdita di memoria.

Gli esperti hanno messo sotto la lente di ingrandimento una cinquantina di persone sane con un’età compresa tra i 40 e i 60 anni. L’Indice di Massa Corporeo medio era di 32, che significa che erano tutti in uno stato di obesità di primo grado. I ricercatori hanno rilevato i livelli di glucosio e di insulina. Successivamente li hanno sottoposti a una esame per verificare la loro tolleranza al glucosio.

Effettuati esami per comprendere il legame

Per comprendere i livelli di grasso sottocutaneo e di quello viscerale hanno utilizzato la risonanza magnetica addominale. Con la risonanza magnetica cerebrale hanno invece valutato lo spessore corticale delle regioni cerebrali che sono solitamente interessate dalla malattia di Alzheimer.

I ricercatori hanno usato infine la  PET  per capire se nel cervello c’era un accumulo di placche amiloidi e grovigli di tau. Si tratta di proteine che si ritiene interferiscano nella comunicazione tra le cellule cerebrali. Sono rilevate in grandi quantità nei cervelli di persone malate di Alzheimer.

Legame tra pancia e Alzheimer: attenzione al girovita

I risultati non hanno lasciato spazio a dubbi. Più era alta la quantità di grasso viscerale e maggiore era l’accumulo di amiloide nel cervello. Contestualmente più alta era la presenza di grasso viscerale, maggiore era l’infiammazione a livello cerebrale.

Il grasso viscerale può essere presente anche in persone apparentemente magre. La circonferenza addominale ottimale per le donne è inferiore a 80 cm, mentre si ha obesità addominale con più di 88 cm. Per gli uomini sono 94 cm e 102.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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