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Rischio di malattie neurologiche per i rugbisti

Un nuovo studio anglosassone torna a puntare il dito contro i numerosi colpi che si ricevono mentre si gioca

Quali sono i pericoli per i rugbisti? Da tempo alcuni centri di ricerca stanno indagando sui problemi a cui potrebbero andare incontro a causa dei colpi che ricevono mentre giocano. L’Università di Glasgow, in Scozia, ha svolto uno studio sul cervello in alcuni ex rugbisti, scoprendo che chi fra loro ha giocato a lungo ha rischi più alti di sviluppare una malattia neurodegenerativa.

Uno studio di un’altra università scozzese, quella di Sterling, aveva dimostrato che anche i calciatori hanno un rischio simile a causa dei continui colpi di testa quando giocano.

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Pericoli per i rugbisti anche amatoriali se giocano per molti anni

I ricercatori hanno analizzato i tessuti di 31 cervelli donati alla scienza. Ventuno, quindi i due terzi, avevano prove di una condizione legata alle continue ferite e concussioni. Il 75% quindi aveva un’encefalopatia traumatica cronica, anche tra coloro che giocava a un livello amatoriale. Si possono leggere i risultati sulla rivista scientifica Acta Neuropathologica.

Cos’è l’encefalopatia traumatica cronica? 

Si tratta di una patologia neurodegenerativa progressiva che ha come principale causa proprio quello di aver subito molti traumi. I sintomi più diffusi sono:

  • perdita della memoria,
  • confusione,
  • difficoltà a gestire gli impulsi,
  • ridotta capacità di giudizio,
  • stati depressivi,
  • demenza.

Pericoli per i rugbisti possono manifestarsi anche molti anni dopo

Questi sintomi possono arrivare anche anni dopo i traumi subiti mentre si giocava. Queste concussioni causano depositi anomali della proteina tau, coinvolta nell’Alzheimer, anche se la CTE è una malattia a sé stante.

Alcuni studi hanno dimostrato che questa malattia è molto più comune in chi pratica sport di contatto, come il calcio, la boxe, il football americano e il rugby appunto.

Pericoli per i rugbisti: più si gioca, più si rischia

La nuova ricerca ha analizzato il cervello di 23 amatori e 8 giocatori professionisti di rugby. Hanno giocato in media 18 anni. Il 68% di loro presentava tracce di CTE. Tredici di coloro che avevano sviluppato la malattia non erano professionisti. I risultati hanno evidenziato che per ogni anno in più giocato c’è un aumento del rischio del 14% di sviluppare questa patologia.

Sono lo scuotimento, la torsione e la rotazione della testa migliaia di volte nel corso di decenni che probabilmente provoca danni profondi nel cervello.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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