Salute

Sai quanti grammi di plastica ingerisci ogni settimana?

Secondo una ricerca australiana commisionata dal WWF, circa 5 grammi. La principale fonte è l'acqua, sia quella in bottiglia che quella del rubinetto

Cinque grammi alla settimana. L’equivalente di una carta di credito. In media oltre 250 grammi all’anno. È questa la quantità di plastica che, secondo lo studio No Plastic in Nature: Assessing Plastic Ingestion from Nature to People condotta dall’Università di Newcastle, in Australia, e commissionata dal WWF, ingeriamo in media in sette giorni e poi in un anno intero. Secondo i ricercatori, in tutto il mondo, le persone ingeriscono in media 2.000 particelle di microplastiche alla settimana.

Prima fonte: l’acqua

Queste minuscole particelle possono provenire da una varietà di fonti, tra cui le fibre artificiali per abiti, microsfere che si trovano in alcuni dentifrici o pezzi di plastica più grandi che si rompono gradualmente in pezzi più piccoli quando vengono gettati via. La maggior parte delle microplastiche, tuttavia, vengono assunte attraverso l’acqua che si beve, sai dalla bottiglia, sia dal rubinetto. Secondo i ricercatori, una persona in media assume fino a 1.769 particelle di plastica ogni settimana solo bevendo acqua. Ci sono ovviamente delle variazioni in base all’area del mondo in cui si vive: nel 2018 uno studio ha trovato il doppio di plastica nell’acqua negli Stati Uniti e in India rispetto all’acqua del rubinetto europea o indonesiana.

Molluschi, birra e sale

Poi ci sono i cibi. Dopo l’acqua, la principale fonte di microplastiche sono i molluschi. Questo perché, spiegano i ricercatori, i frutti di mare vengono mangiati interi, compreso il loro apparato digerente, dopo una vita passata in mari inquinati di plastica. Tra le altre fonti alimentari di microplastiche, lo studio segnala la birra e il sale.

Sono le conseguenze dell’inquinamento

«I risultati segnano un importante passo avanti nel comprendere l’impatto dell’inquinamento da plastica sugli esseri umani. E devono servire da campanello d’allarme per i governi», ha dichiarato il direttore internazionale di Wwf, Marco LambertiniCome usare la plastica per renderla meno “pericolosa”.

Agire alla radice

«Mentre le ricerche indagano sui potenziali effetti negativi sulla salute umana – continua – è chiaro a tutti che si tratta di un problema globale, che può essere risolto solo affrontando le cause alla radice. Se non vogliamo plastica nel corpo, dobbiamo fermare i milioni di tonnellate di plastica che continuano a diffondersi nella natura. È necessaria un’azione urgente a livello di governi, di imprese e di consumatori, e un trattato globale con obiettivi globale».

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